Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale

Disegno di legge

 

ISTRUZIONE (7a)

GIOVEDI' 25 LUGLIO 2002
111a Seduta

Presidenza del Presidente
ASCIUTTI


Intervengono i sottosegretari di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Maria Grazia Siliquini e Valentina Aprea.

La seduta inizia alle ore 14,40.


IN SEDE REFERENTE

(1251) CORTIANA ed altri. - Legge-quadro in materia di riordino dei cicli dell'istruzione
(1306) Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione professionale
- e petizione n. 349 ad essi attinente
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta notturna di ieri.

Il presidente relatore ASCIUTTI avverte che si proseguirà nella votazione degli emendamenti all'articolo 2, pubblicati in allegato al resoconto della seduta notturna del 17 luglio scorso.

La senatrice ACCIARINI dichiara il proprio voto favorevole sull'emendamento 2.186 (identico all'emendamento 2.187), soppressivo dell'intera lettera g), recante l'articolazione del secondo ciclo di istruzione. Tale lettera segna infatti una distanza totale rispetto alla visione del Gruppo Democratici di Sinistra - L'Ulivo quanto al percorso formativo dell'adolescenza, da decenni in attesa di un intervento riformatore. La legge n. 30 aveva, sotto questo profilo, suggerito una soluzione innovativa, di più stretto rapporto fra istruzione e formazione ed in linea tanto con le sperimentazioni avviate quanto con l'evoluzione in atto. Il testo del Governo impone invece un brusco arretramento, prefigurando una biforcazione anticipata che determina una selezione sociale in realtà già superata nella società. La stessa sfera economica chiede del resto che ai giovani vengano dati gli strumenti culturali necessari per riconvertire le rispettive professionalità nel corso della vita lavorativa, obiettivo certamente non perseguito qualora si imponga loro la scelta di un determinato settore professionale ad appena 13 anni. Né la consapevolezza della difficoltà di un'effettiva integrazione fra istruzione e formazione può indurre a ritenere che il tentativo sia votato al fallimento in partenza.

Anche la senatrice SOLIANI dichiara il proprio voto favorevole all'emendamento soppressivo, sottolineando che l'unitarietà della fase di sviluppo adolescenziale contrasta con una precoce differenziazione dei percorsi di studio. Dopo aver ripercorso le tappe che hanno condotto all'allargamento dell'istruzione obbligatoria, osserva come nella società contemporanea sia la scuola secondaria a delinearsi come il nuovo orizzonte dell'obbligo e in tal senso la stagione riformatrice del Centro-sinistra ha raccolto le attese della società innalzando fra l'altro l'obbligo formativo fino al diciottesimo anno di età. La stessa legge n. 30 riconosceva del resto l'unitarietà dell'adolescenza, affrontandola con un approccio altrettanto unitario, benchè aperto e flessibile, composto da passaggi fra diversi moduli nello stesso sistema.
Si associa infine alle considerazioni della senatrice Acciarini in ordine alle dinamiche di mercato, concordando che anche quest'ultimo abbia più interesse ad una visione unitaria del processo di apprendimento.

Il senatore CORTIANA esprime sconcerto per una concezione del ciclo secondario che subordina la funzione della scuola alle esigenze delle imprese e del mercato. A suo giudizio, il legislatore - soprattutto nel settore dell'istruzione - dovrebbe riuscire a prevenire le dinamiche della società, offrendo soluzioni idonee a reggere le sfide cognitive. La canalizzazione precoce e rigida fra percorsi di studio altamente differenziati, abbinata ad una logica aziendale già stigmatizzata con riferimento alla scuola dell'infanzia e all'anticipo dell'età scolare, non crea invece un sistema qualitativamente competitivo. Solo apprendere ad apprendere consente infatti di acquisire quell'elasticità cognitiva indispensabile per riorientarsi, più volte nella vita, nel mercato del lavoro.
Si esprime conseguentemente a favore dell'emendamento 2.186, soppressivo della lettera g), che scardina il biennio unico delle superiori previsto dalla legge n. 30.

Conviene il senatore TOGNI, a giudizio del quale imporre una scelta così significativa quale quella sulla prosecuzione degli studi a soli 13 anni non garantisce pari opportunità di riuscita a tutti. In tal senso era invece assai preferibile rinviare l'opzione di almeno due anni, da dedicare ad un ulteriore segmento di istruzione comune.

Posto ai voti, l'emendamento 2.186 (identico al 2.187) viene respinto.

Sull'emendamento 2.527 la senatrice Vittoria FRANCO dichiara il voto favorevole, raccomandando una riformulazione della lettera g) che espunga dal testo i passaggi più critici. Ella stigmatizza infatti la scelta di condannare le scuole professionali ad un destino "di serie B", avendo perso i due anni comuni con la scuola dell'obbligo. Si tratta infatti di un percorso in netta controtendenza rispetto all'evoluzione in atto dal dopoguerra ad oggi, che ha visto un progressivo allargamento sociale dell'istruzione in una concezione condivisa dell'istruzione e dello sviluppo basata sul sapere comune.

Posti separatamente ai voti, gli emendamenti 2.527, 2.188, 2.189 e 2.190 risultano respinti.

Il senatore BRIGNONE, accedendo all'invito del rappresentante del Governo, ritira l'emendamento 2.191.

Con separate votazioni, la Commissione respinge poi gli emendamenti 2.192, 2.193 e 2.194.

Sull'emendamento 2.195, il senatore CORTIANA chiede al rappresentante del Governo di chiarire i motivi del parere contrario reso.

In considerazione dell'inizio dei lavori dell'Assemblea, il Presidente relatore sospende la seduta avvertendo che essa riprenderà al termine dei lavori dell'Aula.

La seduta, sospesa alle ore 15,30, è ripresa alle ore 18,15.

La senatrice SOLIANI, in assenza del senatore Cortiana, dichiara di fare propri tutti gli emendamenti da lui presentati e ricorda che, prima della sospensione della seduta, egli aveva chiesto chiarimenti al rappresentante del Governo in ordine al parere contrario reso sull'emendamento 2.195.

Il sottosegretario Valentina APREA osserva che l'emendamento in questione contiene una ripetizione rispetto al testo della lettera g), che ne rende inopportuno l'accoglimento.

Posto ai voti, l'emendamento 2.195 viene respinto.

L'emendamento 2.196 viene dichiarato decaduto per assenza del proponente.

La Commissione approva invece l'emendamento 2.197, con conseguente assorbimento del 2.1000.

Posti separatamente ai voti, gli emendamenti 2.198, 2.199 e 2.200 risultano respinti.

La senatrice SOLIANI annuncia quindi il voto favorevole sull'emendamento 2.201, recante un tentativo di mediazione rispetto all'impianto originario della lettera g), che separa troppo nettamente il sistema dei licei e quello dell'istruzione e formazione professionale. Prevedendo che tutti gli istituti scolastici assicurino a domanda, accanto ai corsi ordinari di indirizzo, anche corsi integrati che, per il primo biennio, prevedano curricoli progettati d'intesa fra i due sistemi, esso tiene infatti conto della legislazione vigente, con riferimento sia all'autonomia che all'integrazione fra i due sistemi che infine alla necessaria flessibilità fra loro.
In considerazione peraltro della disponibilità del Presidente relatore nei confronti di una eventuale riformulazione del testo, si riserva di svolgere un approfondimento in vista dell'esame in Assemblea.

Posti separatamente ai voti, gli emendamenti 2.201, 2.202, 2.203 e 2.204 risultano respinti.

La senatrice ACCIARINI dichiara il voto favorevole sull'emendamento 2.205, esprimendo perplessità sul percorso prefigurato ai fini del conseguimento di diplomi e qualifiche a partire dal compimento del quindicesimo anno di età. Pur condividendo infatti ipotesi di alternanza fra scuola e lavoro, ritiene che esse debbano avvenire nell'ambito di una organica articolazione degli studi, senza determinare una discriminazione precoce degli alunni e la loro fuoriuscita a quindici anni dal sistema di istruzione verso un universo indefinito.

Posti separatamente ai voti, gli emendamenti 2.205 (identico al 2.206), 2.207, 2.208, 2.209, 2.210 e 2.211 risultano respinti.

Per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 2.212, prende la parola la senatrice ACCIARINI, la quale invoca chiarezza in ordine alla sorte degli istituti di istruzione secondaria, che la legge n. 30 comprendeva a pieno titolo nel sistema dei licei mentre la riforma del ministro Moratti non colloca con precisione in alcun segmento. Chiede pertanto chiarimenti al rappresentante del Governo.

Il sottosegretario Valentina APREA ricorda che il nuovo Titolo V della Costituzione impone di riconsiderare l'istruzione e formazione professionale sulla base delle competenze attribuite alle regioni. Ricorda altresì che la direttiva europea n. 48/89 prevede terminalità diverse per 27 professioni. Occorre pertanto rivedere il sistema dell'istruzione secondaria in termini innovativi rispetto agli attuali, superati sia dalla revisione costituzionale che dalla normativa comunitaria. Si tratta comunque di normativa che formerà oggetto dei decreti legislativi.

Il senatore D'ANDREA ritiene che i chiarimenti offerti dal rappresentante del Governo aumentino anziché diminuire le perplessità sulla sorte degli istituti di istruzione secondaria. Il riferimento alla direttiva europea è infatti congruo se si considera l'effetto dei titoli di studio sull'esercizio delle professioni, ma non con riferimento alle qualifiche. Ricorda poi l'audizione svolta dall'Ufficio di Presidenza della Commissione con i rappresentanti di Confindustria, nel corso della quale essi chiesero di non modificare l'attuale sistema degli istituti tecnici, che viceversa l'attuale formulazione della lettera g) non garantisce. La riforma Moratti sembra infatti prevedere o una loro licealizzazione o una loro professionalizzazione, ma senz'altro non il mantenimento della loro specificità secondo un modello nient'affatto convincente.
Quanto poi alla durata dei licei, egli conviene sulla scelta di prevederla in termini quinquennali. Manifesta tuttavia fin d'ora perplessità sul successivo emendamento 2.223 del Presidente relatore, con il quale si prevede l'accesso all'istruzione e formazione tecnico-superiore già al compimento del quarto anno.
Trova infine incongruo che solo alcuni licei prevedano una articolazione in indirizzi. Per tali motivi, preannuncia voto favorevole all'emendamento 2.212.

Posto ai voti, l'emendamento 2.212 viene respinto.

La Commissione approva invece l'emendamento 2.214.

Il senatore BARELLI, accedendo all'invito del Presidente relatore, ritira l'emendamento 2.215.

L'emendamento 2.213, posto ai voti, risulta respinto.

Per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 2.216, prende la parola la senatrice SOLIANI, la quale critica l'articolazione dell'attività didattica dei licei in due periodi biennali e in un quinto anno destinato prioritariamente al completamento del percorso disciplinare ma anche all'approfondimento delle conoscenze e delle abilità caratterizzanti il profilo del corso di studi. Essa configura infatti un sistema frammentario e confuso, coerente con l'approccio di separazioni progressive che inspira il provvedimento nel suo complesso.

Posto ai voti, l'emendamento 2.216 viene respinto.

Sull'emendamento 2.217, dichiara il voto favorevole il senatore MONTICONE, il quale ritiene preferibile una articolazione sviluppata in un biennio seguito da un triennio anche nella prospettiva dell'esame di Stato, nonché dell'accesso agli studi universitari o alla istruzione e formazione tecnico-superiore. L'ultimo anno isolato, nella configurazione attuale, rischia infatti di svolgere, più che funzioni di completamento del percorso disciplinare, funzioni di orientamento, ripercorrendo una esperienza piuttosto deludente. Tale articolazione rappresenta inoltre un elemento di rigidità che renderà più difficoltosa una eventuale revisione del sistema universitario.

Si associa la senatrice Vittoria FRANCO, la quale preannuncia altresì fin d'ora il proprio voto favorevole anche sull'emendamento 2.218. L'articolazione proposta dalla lettera g) sembra del resto una soluzione affrettata, volta a corrispondere all'insoddisfazione suscitata dalla durata quadriennale dei licei suggerita dalla commissione Bertagna. L'ultimo anno aggiunto resta tuttavia isolato e privo di una reale funzione didattico-educativa.

Conviene anche il senatore BETTA che, nel preannunciare a sua volta fin d'ora il voto favorevole sull'emendamento 2.218, osserva che l'articolazione dei licei proposta dal Governo non ha riscontro negli altri sistemi europei.

Posti separatamente ai voti, gli emendamenti 2.217, 2.218 e 2.219 risultano respinti.

Per dichiarazione di voto contrario sull'emendamento 2.220, prende la parola il senatore DELOGU, il quale ne rileva la contraddittorietà rispetto al precedente 2.219, dei medesimi presentatori.

La senatrice ACCIARINI chiarisce che l'emendamento in votazione è connesso all'ipotesi di elevamento dell'obbligo scolastico a sedici anni ed in tal senso non è contraddittorio rispetto al precedente, che invece si inscrive nella logica dell'obbligo invariato. Dichiara conseguentemente il proprio voto favorevole.

Previa dichiarazione di voto contrario del senatore COMPAGNA, l'emendamento 2.220, posto ai voti, è respinto.

Il senatore BRIGNONE, accedendo all'invito del Presidente relatore, ritira l'emendamento 2.221, che è tuttavia fatto proprio dalla senatrice Vittoria FRANCO.

Posto ai voti, l'emendamento 2.221 viene respinto, così come – con separata votazione – l'emendamento 2.222.

Per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 2.223, prende la parola il presidente relatore ASCIUTTI, il quale chiarisce che l'emendamento è volto ad assicurare pari dignità ai sistemi dei licei e dell'istruzione e formazione professionale. Poiché il testo già prevede infatti che gli studenti dell'istruzione e formazione professionale possano accedere a quella tecnico-superiore al termine del corso di studi quadriennale, l'emendamento è volto ad assicurare tale possibilità anche agli studenti liceali.

Il sottosegretario Valentina APREA conferma il parere favorevole reso sull'emendamento 2.223, osservando che già attualmente l'accesso all'istruzione e formazione tecnico-superiore prescinde dai titoli di studio ed avviene sulla base di requisiti culturali accertati dalle regioni.

Sull'emendamento dichiara il voto contrario la senatrice ACCIARINI, la quale contesta il diritto che l'emendamento sembra configurare in capo agli studenti liceali ammessi al quinto anno, indipendentemente dagli accertamenti dei requisiti culturali svolti dalle regioni. L'emendamento è inoltre discutibile, a suo avviso, con riferimento agli esami di Stato. Ella osserva peraltro che la successiva lettera h) appare più correttamente impostata con riferimento al valore sul territorio nazionale delle qualifiche acquisite nel sistema della formazione.

Posto ai voti, l'emendamento 2.223 è approvato.

Per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 2.224, prende la parola il senatore TESSITORE, il quale – nel sollecitare un maggiore dialogo sui contenuti delle proposte in esame – sottolinea positivamente la possibilità di esperienze formative e stage con inserimenti nelle realtà professionali, che realizzano un ampliamento del processo formativo e avviano il sistema verso forme orizzontali anziché verticali.

Posto ai voti, l'emendamento 2.224 viene respinto.

La senatrice SOLIANI si esprime in senso favorevole sull'emendamento 2.225, che rappresenta a suo avviso un tentativo analogo a quello sotteso all'emendamento 2.201, di trovare una mediazione per un maggiore raccordo fra sistema dei licei e istruzione e formazione professionale. Si tratta dell'ennesimo sforzo di dare consistenza a un testo fragile e non persuasivo, attraverso il coinvolgimento di tutti i soggetti protagonisti (Stato, regioni, ma anche istituti scolastici autonomi).

Dichiara invece il suo voto contrario il senatore BRIGNONE, il quale rileva una contraddizione nel doppio requisito, previsto dall'emendamento in votazione per la realizzazione di attività complementari, della richiesta dei genitori e dell'inserimento nei piani dell'offerta formativa. Del resto, l'ordinamento vigente già prevede la possibilità di visite e sopralluoghi per accostare gli alunni alle realtà del mondo del lavoro, nel territorio circostante o anche fuori dai confini nazionali. Ritiene pertanto l'emendamento azzardato e non confacente al sistema.

Posto ai voti, l'emendamento 2.225 viene respinto, così come – con successiva votazione – l'emendamento 2.528.

Il senatore D'ANDREA si dichiara favorevole alla soppressione della lettera h), osservando peraltro che, onde evitare di ingenerare ambiguità, l'emendamento 2.223 avrebbe dovuto essere riferito proprio a quest'ultima. Nel sollevare poi dubbi in ordine all'anno successivo al corso di studi quadriennale, previsto per l'accesso agli studi universitari, ritiene che la lettera h) presenti profili di incompatibilità con il nuovo Titolo V della Costituzione e financo con il decreto del Presidente della Repubblica n. 616 del 1977, non mitigati dal riferimento al regolamento per la definizione degli standard minimi formativi, di cui all'articolo 7, comma 1, lettera c). Annuncia conseguentemente il proprio voto favorevole ai emendamenti 2.226, 2.227 e 2.529, di identico contenuto.

Si associa la senatrice ACCIARINI, la quale rileva come la commissione Bertagna avesse effettivamente tentato di dare pari dignità ai due settori (liceale e dell'istruzione e formazione professionale). L'aggiunta tuttavia di un anno a conclusione dei corsi quadriennali di istruzione e formazione professionale appare affrettata e posticcia, tale da ripercuotersi anche sul sistema dei licei, analogamente costretti ad un ultimo anno isolato. Né appare chiaro da chi dovrebbe essere realizzata l'intesa con le università ai fini dell'articolazione di tale ultimo anno: nel caso in cui la competenza spettasse alle direzioni scolastiche regionali, si tratterebbe di un nuovo episodio di centralismo; qualora spettasse invece alle scuole autonome, occorrerebbe chiarirlo in modo inequivoco. Richiama infine la posizione dei presidi degli istituti tecnici industriali, che contrastano l'ipotesi di una scelta troppo anticipata ed invocano al contrario una marcata unitarietà per il primo biennio del corso di studi.

Manifesta invece contrarietà agli emendamenti in votazione il senatore VALDITARA, il quale coglie l'occasione per chiarire che la funzione prioritaria dell'ultimo anno dei licei è quella di completare il percorso disciplinare. Esso si configura pertanto, a giudizio di Alleanza Nazionale, come il terzo anno di un triennio sostanziale ed in tal senso l'oratore si augura che i piani di studio siano conseguenti a dette premesse.

Il senatore BRIGNONE, nel dichiarare il voto contrario sugli emendamenti soppressivi della lettera h), ricorda la propria esperienza di amministratore locale, nel corso della quale ha avuto modo di constatare come molti istituti tecnici industriali o commerciali chiedessero il primo biennio in sezioni staccate per assicurarsi gli studenti nei primi anni, salvo disinteressarsi del successivo triennio.
Egli si sofferma poi sull'anno aggiuntivo per l'accesso all'università degli studenti dell'istruzione e formazione professionale. Al riguardo, ritiene opportuna una disciplina che tenga conto degli studenti lavoratori, in difficoltà ad assicurare una frequenza costante.

Il senatore BEVILACQUA, in dissenso dal suo Gruppo, preannuncia la sua astensione, sollecitando una riflessione sull'anno aggiuntivo ai fini dell'accesso agli studi universitari, al termine del quale potrebbe essere prevista una valutazione finale prima degli esami di Stato. Conviene altresì con le osservazioni della senatrice Acciarini sull'opportunità di chiarire chi debba a tal fine realizzare le intese con le università.

Il sottosegretario Valentina APREA precisa che tale normazione di dettaglio sarà oggetto dei decreti legislativi. Assicura comunque che l'anno integrativo non rappresenterà mai una scorciatoia per l'accesso agli studi universitari, atteso che il Governo prefigura percorsi di qualità per entrambi i sistemi. Sottolinea inoltre che la riforma in esame prevede per la prima volta un raccordo fra sistema superiore e sistema accademico in capo alla scuola, benché si tratti di funzione tradizionalmente rinviata alla gestione universitaria.

Posti separatamente ai voti, gli emendamenti 2.226 (identico al 2.227 e al 2.529), 2.228, 2.229 e 2.230 risultano respinti.

Per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 2.231, prende la parola il senatore TESSITORE, il quale ne sottolinea positivamente l'intento di ridurre la discriminazione rafforzando l'obbligo scolastico al quindicesimo anno di età.
Posto ai voti, l'emendamento 2.231 viene respinto.

Previa dichiarazione di voto favorevole della senatrice SOLIANI, che invoca di non arretrare sul piano dell'obbligo scolastico, anche l'emendamento 2.232 risulta respinto.

Il senatore FAVARO conferma il ritiro dell'emendamento 2.233. Richiama tuttavia l'attenzione del Governo sull'opportunità di sostituire il termine "titoli" con quello di "diplomi".

Posti separatamente ai voti, gli emendamenti 2.234, 2.235, 2.236 e 2.237 risultano respinti.

La Commissione approva invece l'emendamento 2.238.

Il senatore BRIGNONE manifesta disponibilità a ritirare l'emendamento 2.239, come richiesto dal Presidente relatore. Sottolinea tuttavia l'esigenza di tenere conto della condizione degli studenti lavoratori ai fini della frequenza dell'anno integrativo per l'accesso agli studi universitari.

La senatrice ACCIARINI ritiene a sua volta indispensabile un chiarimento sull'anno integrativo, foriero peraltro a suo giudizio di problemi ai fini dell'inserimento di tali studenti nel mondo accademico.
Si interroga inoltre sulla composizione delle commissioni d'esame per tali studenti che, anche qualora abbiano frequentato l'anno integrativo, non potrebbero essere considerati studenti interni.

Dissente il senatore BEVILACQUA, ad avviso del quale gli studenti, se frequentanti, dovrebbero essere considerati interni. Ritiene tuttavia preferibile sopprimere il riferimento alla possibilità di sostenere gli esami di Stato come privatisti senza la frequenza dell'apposito corso annuale.

Il sottosegretario Valentina APREA si impegna a svolgere un approfondimento in vista dell'esame in Assemblea.

Il senatore BRIGNONE ritira quindi l'emendamento 2.239.

Per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 2.240 (identico al 2.241), prende la parola la senatrice ACCIARINI, la quale raccomanda la soppressione della lettera i) che prevede la possibilità di cambiare indirizzo all'interno del sistema dei licei, nonché di passare da tale sistema a quello dell'istruzione e formazione professionale. Da un lato, appare infatti del tutto immotivato che solo alcuni licei prevedano articolazioni in indirizzi. Dall'altro, i passaggi fra i due sistemi si configurano in modo assai vago e, in assenza di consistenti stanziamenti, del tutto irrealistici.

Anche la senatrice SOLIANI si esprime in senso favorevole alla soppressione della lettera i), pur condividendo la previsione che nell'intero secondo ciclo siano svolte esercitazioni pratiche, esperienze formative e stage. Non condivide invece la separazione così netta fra i due sistemi, non certo mitigata dalla possibilità di reciproci passaggi, che sottintende non ragioni didattiche bensì una visione sociale discriminatoria. Né appare condivisibile l'attribuzione all'ultimo anno del percorso di studi di un'ulteriore finalità, quale quella di dare spazio all'approfondimento delle conoscenze e delle abilità per l'accesso agli studi universitari, dell'alta formazione e dell'istruzione e formazione tecnico-superiore.

Il senatore BETTA dichiara invece la propria astensione, osservando che nella sua realtà territoriale il raccordo fra licei e istruzione e formazione professionale è da tempo sperimentato con grande successo, anche con specifico riferimento ai passaggi fra i due sistemi.

Posti separatamente ai voti, gli emendamenti 2.240 (identico al 2.241), 2.530 e 2.242 risultano respinti.

Il senatore BRIGNONE, accedendo all'invito del Presidente relatore, ritira l'emendamento 2.243, riservandosi di presentare un ordine del giorno sull'argomento in Assemblea. Ritira altresì il 2.245, sottolineando tuttavia come nella scorsa legislatura il Centro-sinistra non abbia risolto la questione della certificazione dei crediti.

Posti separatamente ai voti, gli emendamenti 2.246 e 2.237 risultano respinti.

Il senatore BRIGNONE, accedendo all'invito del Presidente relatore, ritira gli emendamenti 2.248 e 2.249.

La Commissione respinge invece l'emendamento 2.250.

Il senatore TESSITORE dichiara il voto favorevole sull'emendamento 2.252 (identico al 2.253 e al 2.531), soppressivo della lettera l). Si dichiara infatti contrario ad un riaccentramento di funzioni a livello regionale.

La senatrice SOLIANI pone l'accento sulla diversità del riferimento ai piani di studio rispetto ai curricoli e non ritiene sufficiente il richiamo al rispetto dell'autonomia delle istituzioni scolastiche. Ritiene infatti che debba essere proprio l'autonomia a definire i percorsi, tanto più che – anche a seguito della recente revisione costituzionale – le regioni hanno ben altri compiti che quello di sovrapporsi all'autonomia scolastica nella definizione di quote di piani di studio. Meglio sarebbe che ad esse fosse riservata l'indicazione di indirizzi programmatici e di obiettivi educativi e culturali, lasciando all'autonomia scolastica di esprimere l'effettivo legame con il territorio.

Posti congiuntamente ai voti, gli emendamenti 2.252, 2.253 e 2.531, di identico contenuto, risultano respinti.

Per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 2.255, prende la parola il senatore TESSITORE, il quale ribadisce che l'autonomia delle istituzioni scolastiche garantisce le identità locali assai meglio di qualunque altro soggetto, comprese le regioni, stante il maggiore radicamento sul territorio. L'emendamento in votazione prevede poi un nucleo fondamentale, omogeneo su base nazionale, volto a rafforzare l'identità statale.

Posti separatamente ai voti, gli emendamenti 2.255 e 2.256 (identico al 2.257) risultano respinti.

Previa dichiarazione di voto contrario della senatrice SOLIANI, che pure manifesta sincero apprezzamento per lo sforzo del Presidente relatore di migliorare il testo in esame, la Commissione approva l'emendamento 2.2000, pubblicato in allegato al resoconto della seduta pomeridiana del 23 luglio scorso. Respinge invece, con separate votazioni, gli emendamenti 2.259 e 2.263 (identico al 2.264).

La senatrice Vittoria FRANCO dichiara voto favorevole sull'emendamento 2.265, osservando come le regioni debbano porsi il compito di garantire un tessuto omogeneo al rispettivo territorio, ma non certo quello di interferire con l'autonomia scolastica nella definizione dei piani di studio.

Posto ai voti, l'emendamento 2.265 viene respinto.

Il senatore BRIGNONE, non accedendo all'invito del Presidente relatore, mantiene l'emendamento 2.260 che riveste particolare rilievo per il suo movimento politico. La Lega Padana ritiene infatti indispensabile stabilire che la quota dei piani di studio riservata alle regioni sia congrua, pur essendo disponibile a modificare l'indicazione percentuale.

Il sottosegretario Valentina APREA conferma il parere contrario reso sull'emendamento, osservando che si tratta di materia che sarà oggetto di decretazione successiva sulla base di intese con la Conferenza Stato-regioni. Né appare opportuno quantificare la percentuale della quota riservata alle regioni in un atto legislativo, destinato a dettare solo principi di carattere generale.

Posto ai voti, l'emendamento 2.260 viene respinto.

Il senatore D'ANDREA rinnova l'invito a non calpestare l'autonomia scolastica e raccomanda pertanto l'approvazione dell'emendamento 2.261.

Anche la senatrice ACCIARINI annuncia un convinto voto favorevole, osservando che la riserva di una quota dei piani di studio in favore delle regioni non rappresenta certo una corretta interpretazione del principio di sussidiarietà, bensì il trasferimento di un potere centrale da un soggetto ad un altro.

Posto ai voti, l'emendamento 2.261 viene respinto.

Concluso l'esame degli emendamenti presentati all'articolo 2, il presidente relatore ASCIUTTI dà conto del seguente ordine del giorno:

0/1306/104/7
FAVARO, BARELLI, DELOGU, GUBETTI, SUDANO, VALDITARA, GABURRO, BRIGNONE, COMPAGNA, BIANCONI

"Il Senato,

in sede di esame del disegno di legge n. 1306, concernente delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione professionale;

considerato che la legge n. 30 del 2000 è stata approvata nel previgente assetto costituzionale e risulta pertanto non più aderente all'assetto costituzionale attuale, a seguito della sopravvenuta modifica del Titolo V della Costituzione;

tenuto conto della prossima sospensione estiva dei lavori parlamentari e quindi dell'impossibilità che l'iter parlamentare del disegno di legge n. 1306 si concluda in tempo utile perché la nuova normativa sulla riforma degli ordinamenti entri in vigore dal 1° settembre 2002;

impegna il Governo:

a promuovere e sostenere, già dal prossimo anno scolastico 2002/2003, iniziative sperimentali ai sensi dell'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, volte in particolare:
a) all'anticipazione dell'iscrizione al primo anno della scuola materna e della scuola elementare, per l'anno scolastico 2002/2003, dei bambini che compiono, rispettivamente, i tre ed i sei anni di età entro il 28 febbraio 2003 previa riapertura, a questo fine, del termine per le relative iscrizioni;
b) al potenziamento della continuità educativa della scuola materna con la scuola elementare e ad una nuova articolazione del percorso formativo di queste ultime, con la previsione di nuovi modelli organizzativi;
c) alla realizzazione di progetti e di percorsi formativi, nell'ambito dei sistemi dell'istruzione e della formazione professionale, che consentano, nel quadro di un potenziamento e ampliamento delle possibilità di scelta degli studenti, l'acquisizione di crediti spendibili nei due sistemi e utili ai fini dell'assolvimento dell'obbligo scolastico e formativo e l'acquisizione di una qualifica professionale unitamente al conseguimento di crediti scolastici equivalenti alla formazione dell'ultimo anno dell'obbligo;
d) a innovare gli obiettivi generali e specifici dei percorsi di studio di ogni ordine e grado, adeguandoli alle nuove esigenze derivanti dalla integrazione dei sistemi educativi europei, con particolare riferimento all'insegnamento delle lingue e all'alfabetizzazione tecnologica".

Il senatore FAVARO, nell'illustrare il predetto ordine del giorno, osserva che esso trova fondamento giuridico nell'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999, che consente al Ministro, anche su proposta di una o più istituzioni scolastiche ovvero di una o più regioni, di promuovere – eventualmente sostenendoli con appositi finanziamenti – progetti volti ad esplorare possibili innovazioni. Raccogliendo la sollecitazione di alcune regioni, ritiene pertanto utile raccomandare al Governo la sperimentazione di alcune parti della riforma in esame, con particolare riferimento all'anticipo dell'età scolare, stante il peso economico attualmente sopportato dalle famiglie per usufruire del servizio fornito dagli enti locali.

La senatrice ACCIARINI chiede che la valutazione dell'ordine del giorno testé illustrato sia rinviata ad una fase successiva dell'esame del provvedimento.

Il presidente relatore ASCIUTTI accede a tale richiesta e ne rinvia la trattazione alla conclusione dell'esame dell'articolato.

Il senatore D'ANDREA chiede se la presentazione degli ordini del giorno non sia soggetta ai medesimi termini per la presentazione di emendamenti.

Il presidente relatore ASCIUTTI chiarisce che la fissazione di un termine per la presentazione di emendamenti in Commissione ha l'unico scopo di facilitare il lavoro delle Commissioni chiamate ad esprimersi su di essi in sede consultiva; non riguarda invece gli ordini del giorno, su cui non occorre acquisire il parere di altre Commissioni.

Il senatore TESSITORE osserva che l'ordine del giorno testé illustrato vanifica di fatto lo sforzo che sta compiendo la Commissione. Rinvia tuttavia considerazioni più specifiche all'atto della trattazione dello stesso, come indicato dal Presidente relatore.

Il presidente relatore ASCIUTTI avverte che, concluso l'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 2, si procederà alle dichiarazioni di voto finali sul complesso dell'articolo come emendato.

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.

RINVIO DELL'UFFICIO DI PRESIDENZA

Il presidente ASCIUTTI avverte che l'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, previsto al termine della seduta odierna, è rinviato al termine della seduta già convocata per domani, venerdì 26 luglio, alle ore 9.

Prende atto la Commissione.

La seduta termina alle ore 20,55.

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2002