Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale

Disegno di legge modificato dalla Camera

 

ISTRUZIONE (7a)

MERCOLEDI' 26 FEBBRAIO 2003
171ª Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente
ASCIUTTI


Intervengono il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Valentina Aprea e per i beni e le attività culturali Bono.

La seduta inizia alle ore 8,35.


IN SEDE REFERENTE

(1306-B) Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale, approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati
(Seguito dell'esame e rinvio)

Si riprende l'esame sospeso nella seduta di ieri.

Interviene sull'ordine dei lavori la senatrice ACCIARINI, la quale contesta l'anticipazione dell'orario della seduta e l'inserimento nell'ordine del giorno della stessa dell'esame della riforma scolastica, entrambi decisi dal Presidente al termine della seduta di ieri. Ai sensi dell'articolo 29 del Regolamento, l'ordine del giorno deve infatti essere stampato, pubblicato ed inviato a tutti i componenti della Commissione non meno di ventiquattro ore prima della seduta ed a questa norma la Commissione si è sempre attenuta dall'inizio della legislatura predisponendo altresì un utile calendario dei lavori con la ripartizione quotidiana degli argomenti da trattare. Ritiene dunque che modifiche così estemporanee dell'ordine del giorno rendano difficile un corretto espletamento dell'attività parlamentare ed impediscano una ordinata organizzazione degli impegni di ciascuno.

Il presidente ASCIUTTI osserva anzitutto che l'ordine del giorno non è stato affatto modificato quanto agli argomenti da trattare nelle sedute della settimana, atteso che l'unico atto di convocazione formale è quello distribuito a stampa e nel quale la riforma scolastica figura fra gli argomenti da trattare indistintamente nelle tre sedute settimanali della Commissione. Al riguardo, giova ricordare che il calendario di massima è invece un atto interno della Commissione, che non riveste alcun carattere di ufficialità. Non a caso esso reca del resto la dicitura "suscettibile di variazioni" e viene redatto esclusivamente per fornire ai senatori e al Governo un'indicazione di massima sugli argomenti che presumibilmente verranno trattati nelle singole sedute.
Quanto all'anticipazione dell'orario della seduta in corso, egli ricorda che è ampiamente nella facoltà della Commissione plenaria modificare orari e contenuti delle sue prossime sedute, anche al di là di quanto concordato in Ufficio di Presidenza, e del resto così è stato fatto in innumerevoli circostanze da questa come da tutte le altre Commissioni. L'ordine del giorno corretto quanto all'orario di inizio della seduta antimeridiana di oggi è stato inoltre stampato e distribuito, come prevede l'articolo 29 del Regolamento, al termine della seduta di ieri. In tal senso risulta pienamente rispettato il termine delle ventiquattro ore di anticipo che, per prassi incontestata, è sempre stato inteso nel senso del giorno prima.
Ritiene pertanto che non vi sia stata non solo alcuna violazione ma neanche alcuna forzatura del Regolamento ed auspica che, per il futuro, eventuali contestazioni siano svolte sul momento, anziché in sedute successive. Ciò consente infatti alla Commissione di esprimersi eventualmente, in ultima istanza, con un voto.

Nella discussione generale interviene la senatrice Vittoria FRANCO, la quale osserva come l'assoluta blindatura del provvedimento aveva indotto a ritenere che esso non tornasse per una terza lettura al Senato. Le modifiche introdotte dalla Camera dei deputati rivestono dunque un grande significato politico che va ben oltre gli aspetti tecnici. Esse dimostrano infatti che la riforma della scuola non è una priorità strategica per questo Governo, che lascia incompiuto il disegno riformatore privandolo dei profili necessari alla sua piena applicazione. Secondo la stesura elaborata presso la Camera dei deputati, che rimette sostanzialmente al Ministro dell'economia tempi e modalità di applicazione della riforma, potranno dunque essere attuatati nell'immediato solo gli aspetti che non comportano spese, fra cui l'abbassamento dell'obbligo scolastico, che l'opposizione giudica in modo assai negativo. Si tratta del resto di un tema controverso anche nella maggioranza, atteso che presso l'altro ramo del Parlamento un esponente di spicco di Centro Destra ha proposto a sua volta l'elevamento di due anni dell'obbligo. Resta comunque certo che non potrà essere applicata la parte della riforma cui la stessa maggioranza annette maggiore importanza e in particolare l'anticipo dell'età scolare.
Conclude lamentando l'assoluta mancanza di certezze sulla riforma, confermata fra l'altro dall'approvazione presso la Camera dei deputati di numerosi ordini del giorno spesso contraddittori fra loro anche su materie di grande rilievo quale la formazione degli insegnanti.

Anche il senatore MONTICONE deplora l'approvazione di decine di ordini del giorno presso l'altro ramo del Parlamento che, a suo giudizio, configurano un elenco aggiuntivo di criteri per l'esercizio della delega a fianco di quelli testualmente indicati. Proprio con riferimento alla formazione degli insegnanti, l'articolo 5 del disegno di legge detta infatti una serie di criteri che sostanzialmente valorizza il percorso universitario. Gli ordini del giorno non seguono invece la stessa linea e pongono un problema di ordine strutturale nell'applicazione della riforma. Pur non condividendo l'impianto nel suo complesso, l'opposizione ha tuttavia interesse, per il bene della scuola, a che la legge sia lineare e facilmente applicabile. Invita pertanto il Governo a trovare un solido equilibrio fra i diversi tipi di reclutamento del personale docente ancora vigenti: vecchie abilitazioni, conseguite attraverso i concorsi ordinari ovvero le sessioni riservate agli insegnanti precari, e frequenza delle Scuole superiori per l'insegnamento secondario (SSIS). Pur condividendo l'opportunità di garantire il giusto riconoscimento agli insegnanti che operano ormai da tempo nella scuola, ritiene infatti indispensabile sostenere i giovani che hanno imboccato il percorso formativo presso le SSIS.

Il senatore MORANDO ritiene apprezzabili le modifiche apportate dalla Camera dei deputati in tema di tutela della finanza pubblica. Non può tuttavia sottacere il fatto che esse gettano una luce sinistra sui tempi di applicazione della riforma.
Già il testo licenziato dal Senato, prevedendo che i decreti legislativi che avessero comportato nuovi oneri avrebbero avuto attuazione nell'ambito dei finanziamenti disposti con le successive leggi finanziarie, testimoniava una sostanziale assenza di copertura. Si poteva tuttavia ipotizzare, benchè ciò comportasse un evidente rischio di violazione dell'articolo 81 della Costituzione, che i decreti legislativi fossero emanati, ma restassero inapplicati fino a quando una legge finanziaria non avesse recato le relative autorizzazioni di spesa.
Alla Camera dei deputati, forse anche in considerazione della minore cogenza dei pareri parlamentari sulla copertura degli schemi dei decreti legislativi rispetto a quelli sulla copertura dei disegni di legge, si è andati oltre disponendo che i decreti legislativi comportanti nuovi oneri non solo non fossero applicati ma neanche emanati fino all'individuazione di opportune risorse.
Tale disposizione, connessa a quella che concede un termine di ventiquattro mesi per l'emanazione dei decreti attuativi, induce tuttavia a dubitare che entro due anni il Governo sia in grado di reperire le risorse necessarie alla riforma.
Queste ultime, evidentemente aggiuntive rispetto al bilancio a legislazione vigente, non possono infatti che consistere in riduzioni di spese o aumenti di entrate. Nel primo caso, si dovrebbe trattare evidentemente di riduzioni di spesa in settori diversi dalla pubblica istruzione atteso che altrimenti esse sarebbero già state reperite con il provvedimento in esame. Anche la realizzazione di riduzioni di spese in altri settori è tuttavia irrealistica, tanto più in considerazione della consistenza delle risorse necessarie. La rigidità della spesa confermata anche dall'ultima manovra finanziaria non sembra infatti consentire risparmi idonei a realizzare la riforma.
Qualora invece si ritenesse di reperire le risorse attraverso aumenti di entrate, non può non osservarsi che l'orientamento politico del Governo in carica si dirige in senso nettamente opposto, verso la riduzione della pressione fiscale. Lo stesso Patto di stabilità presentato dall'Italia in sede europea testimonia che il Governo intende mantenere quanto meno inalterata la pressione fiscale per i prossimi tre anni.
Tali considerazioni inducono a ritenere che la riforma non verrà certamente attuata nel prossimo futuro, almeno per la parte che determina un aumento della spesa.
Né va dimenticato che numerosi altri provvedimenti, di altrettanto rilievo, attualmente all'esame del Parlamento (riforma del mercato del lavoro, riforma fiscale) prevedono lo stesso tipo di copertura, rinviando l'emanazione dei decreti attuativi all'effettivo reperimento delle risorse necessarie. Sorge quindi spontanea la domanda se davvero il Governo ritenga realistico rinvenire nei prossimi anni le risorse indispensabili per l'attuazione di tutte queste riforme.
La scuola avrebbe invece bisogno di una solida stabilità, per uscire da un periodo di fibrillazione e fermento che dura ormai da troppo tempo. In tal senso, auspica che il Governo voglia ridurre la sua ambizione riformatrice e limiti i contorni della riforma a quegli aspetti che possono essere coperti con le risorse attualmente disponibili.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

ISTRUZIONE (7a)

MERCOLEDI' 26 FEBBRAIO 2003
172a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente
ASCIUTTI



Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Valentina Aprea.
Intervengono, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, il professor Renato Ugo, presidente dell'Associazione italiana ricerca industriale (AIRI), nonché l'ingegnere Guido Frigessi di Rattalma, vice presidente, e il dottor Piero Bufalini, segretario generale.

La seduta inizia alle ore 14,35.

 

(1306-B) Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione professionale, approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati.
(Seguito dell'esame e rinvio)

Riprende l'esame, sospeso nella seduta antimeridiana di oggi.

Nel dibattito interviene la senatrice PAGANO, la quale osserva che i due aspetti cruciali cui qualunque riforma scolastica deve corrispondere nell'attuale contesto politico e sociale consistono nell'assicurare la mobilità delle giovani generazioni e nel contrastare il fenomeno della dispersione scolastica. La società italiana è infatti caratterizzata non solo da una scarsissima mobilità sociale, ma anche da una poco significativa quantità di giovani che raggiungono il titolo di studio. La riforma Berlinguer, approvata dal Centro-sinistra nella scorsa legislatura, aveva quindi tentato di offrire una risposta credibile a tali due profili attraverso l'integrazione del sistema di istruzione e di formazione da un lato e l'individuazione di strumenti idonei a ridurre la fuoriuscita dal percorso formativo dall'altro.
Il Centro-destra, assumendo la guida del Paese, ha scelto la via iconoclasta di abrogare completamente la legge Berlinguer, ma non è stato in grado di offrire risposte alternative credibili ai due profili summenzionati. La riforma Moratti, riproducendo una netta separazione fra il canale dell'istruzione e quello della formazione professionale, fotografa infatti una società irrigidita, rinunciando del tutto a stimolare maggiore mobilità sociale.
I dati più recenti testimoniano del resto che il giudizio di "sufficiente" agli esami di terza media è conseguito, per il 48 per cento, da studenti provenienti da famiglie culturalmente arretrate e solo per il 16 per cento da studenti provenienti da famiglie in cui almeno uno dei genitori sia in possesso del diploma di laurea. Viceversa, tale rapporto risulta totalmente capovolto con riferimento al giudizio di "ottimo", conseguito per il 12 per cento da studenti provenienti da famiglie culturalmente modeste e per il 38 per cento da studenti provenienti da famiglie intellettualmente più vivaci. Analoga situazione si riscontra altresì con riferimento all'accesso universitario. La rigida separazione dei canali formativi condanna dunque la società italiana alla rigidità attuale, regredendo rispetto ai passi avanti compiuti dal Centro-sinistra.
Né significativi miglioramenti si segnalano con riferimento agli strumenti di contrasto della dispersione scolastica su cui pure il Centro-sinistra si era impegnato con l'articolazione del ciclo primario in un settennio.
Quanto poi alle questioni relative alla copertura finanziaria della riforma, ella rinvia alle considerazioni svolte nella seduta antimeridiana dal senatore Morando ed invita il Governo a chiarire a quali provvedimenti intende dare effettiva priorità.
Prende altresì atto della conclusione della prima fase procedurale della riforma, deplorando peraltro la sordità della maggioranza a richiami di pur grande rilievo quale quello relativo all'opportunità di sospendere il dibattito sulla cancellazione dell'obbligo scolastico.
L'attenzione si sposta ora - conclude - sull'emanazione dei decreti legislativi di attuazione, sempre che il Governo rinvenga le risorse necessarie. Almeno su quelli, auspica un confronto aperto e costruttivo rivolto in particolare all'elaborazione di soluzioni efficaci in favore della mobilità sociale e di contrasto della dispersione scolastica.

Il senatore FAVARO ricorda che la discussione dovrebbe essere limitata alle modifiche introdotte dalla Camera dei deputati e in questo senso la relazione introduttiva del presidente Asciutti era stata opportunamente sintetica. L'altro ramo del Parlamento ha del resto modificato solo l'articolo 7, introducendo maggiori garanzie riconosciute anche dall'opposizione.
Egli sottolinea poi il carattere sostanziale della riforma, che opportunamente il Governo ha voluto approvare nella prima fase della legislatura onde poter gestire anche i decreti attuativi. Nega poi gli elementi di rigidità sociale sottolineati dalla senatrice Pagano, osservando che nella regione da cui proviene (il Veneto) la formazione professionale funziona assai bene, assicurando un'ottima preparazione.
Conviene infine sull'opportunità di ridurre al minimo il clima di incertezza inevitabilmente connesso ad un processo riformatore, da cui deriva la fretta del Governo di approvare la riforma. La causa primaria di tale clima di incertezza, nonché per alcuni versi di resistenza, è del resto rappresentato dal timore che si instaurino due canali rigidi di reclutamento dei docenti, uno di carattere statale e uno di carattere regionale. Al fine di fugare ogni dubbio, suggerisce quindi di procedere con speditezza verso la completa regionalizzazione del personale, anche in coerenza con gli indirizzi della devoluzione.

Il senatore COMPAGNA stigmatizza l'atteggiamento contraddittorio di chi considera ormai superato il bicameralismo in favore di un'accentuazione delle autonomie regionali, salvo poi lamentare solo in alcune circostanze un bicameralismo insufficiente.
A fronte delle limitate modifiche apportate dalla Camera dei deputati, egli conferma peraltro il voto positivo del Gruppo Unione democristiana e di Centro sulla riforma, senza tuttavia sottacere le preoccupazioni più volte espresse. Il Governo si è infatti inerpicato su una strada difficilissima, non a caso corredata da numerosi atti di indirizzo approvati presso l'altro ramo del Parlamento. Occorre pertanto che il Ministro risponda efficacemente alle argomentazioni svolte nella seduta antimeridiana dal senatore Morando, configurando una politica scolastica forte, atta a rendere inconsistenti le ficcanti critiche dell'opposizione.

Concluso il dibattito, agli intervenuti replica il presidente relatore ASCIUTTI, il quale si rammarica di non poter rispondere puntualmente alle singole osservazioni per ragioni di tempo. Ritiene comunque di cogliere, nelle modificazioni introdotte dalla Camera dei deputati, un elemento di grande rilievo, anche democratico. Esse determinano infatti un ulteriore confronto fra Parlamento e Governo sulle specifiche leggi di spesa che consentiranno l'avvio della riforma, configurando così una nuova occasione di dibattito.

Agli intervenuti replica altresì il sottosegretario Valentina APREA , la quale conferma che il disegno riformatore ha carattere di legislatura e si impone dopo la riforma del titolo V della Costituzione. Rammaricandosi a sua volta di non poter rispondere ai singoli interventi, si rivolge solo alla senatrice Pagano negando che il testo cristallizzi una condizione di rigidità del sistema. Al riguardo, assicura invece il proprio impegno ad un confronto costruttivo sui decreti attuativi al fine di individuare gli strumenti migliori per favorire il successo formativo dei giovani.

Su proposta del presidente relatore ASCIUTTI, la Commissione conviene infine di fissare a domani, giovedì 27 febbraio, alle ore 20, il termine per la presentazione di emendamenti.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

Guida scolastica   Discussioni    Informazioni

*** pubblicità ****

Abbonati alle notizie scolastiche!

*** pubblicità ***

Scuola Elettrica