Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale

Disegno di legge

 

ISTRUZIONE (7a)

MARTEDI' 30 LUGLIO 2002
114a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente
ASCIUTTI


Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Valentina Aprea.

La seduta inizia alle ore 14,40.

IN SEDE REFERENTE

(1251) CORTIANA ed altri. - Legge-quadro in materia di riordino dei cicli dell'istruzione
(1306) Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione professionale
- e petizione n. 349 ad essi attinente
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)


Si riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta di ieri, nel corso della quale - ricorda il presidente relatore ASCIUTTI - erano stati resi i pareri sugli emendamenti all'articolo 3.

Richiamandosi al dibattito sull'ordine dei lavori svoltosi nella seduta di ieri, prende innanzi tutto la parola il sottosegretario Valentina APREA, che riferisce di una nota predisposta in data odierna dal Ministero allo scopo di fornire alcune precisazioni relativamente all'atto di convocazione del Consiglio nazionale della pubblica istruzione (CNPI) per l'espressione del parere sul progetto nazionale di sperimentazione. Al riguardo, la nota in questione precisa che il richiamato ordine del giorno del 25 luglio è da ascriversi alle forze di maggioranza e non alla 7^ Commissione del Senato. Viene altresì specificato che il punto 1 dell'atto di convocazione - concernente l'adesione all'iniziativa di sperimentazione - s'intende riferito anche alla scuola dell'infanzia e che è stato riformulato. Ed inoltre si rendono note le ragioni che hanno indotto il Ministero ad allegare agli atti il documento "Profilo educativo, culturale e professionale dello studente alla fine del I ciclo d'istruzione".
Dopo aver assicurato che della nota verrà data lettura domani in apertura del Consiglio nazionale della pubblica istruzione, ella garantisce che il Ministro è ben consapevole del rilievo che rivestono i lavori parlamentari e che pertanto, accogliendo le sollecitazioni dell'opposizione, concorderà con il presidente Asciutti la data della sua partecipazione in Commissione.

Sulle comunicazioni testè rese dal rappresentante del Governo, interviene la senatrice ACCIARINI, la quale prende atto positivamente della rettifica operata dal Ministero e riconosce che nella nota citata vengono messi a punto gli elementi essenziali richiamati dall'opposizione nella seduta di ieri. Ricorda però nel contempo che, oltre alla richiesta di correggere l'atto di convocazione del Consiglio nazionale della pubblica istruzione, la minoranza aveva altresì avanzato l'esigenza di avere un rapporto più diretto con il Ministro, al fine di ottenere chiarimenti sul disegno di legge in esame, sulle iniziative di sperimentazione anche in relazione al ruolo svolto dalle regioni e su alcune notizie diffuse dalla stampa in merito all'istituzione di due commissioni ministeriali con il compito di revisionare i programmi e gli ordinamenti scolastici.
Nella considerazione della rilevanza del progetto di riforma nell'ambito della politica perseguita dal Ministero, appare dunque chiaramente insufficiente la mera disponibilità del Ministro a calendarizzare una sua partecipazione ai lavori della Commissione. In proposito, sottolinea che l'opposizione non si è limitata a richiedere una sorta di colloquio con il ministro Moratti, ma ne ha sollecitato l'attiva partecipazione al procedimento legislativo, che dovrebbe concludersi con l'approvazione del disegno di legge di riforma del sistema d'istruzione.

Anche la senatrice PAGANO apprezza la nota del Ministero di cui ha dato conto il Sottosegretario. Tuttavia, rileva come, una volta chiarito che l'ordine del giorno presentato il 25 luglio non può essere attribuito alla Commissione istruzione del Senato, non abbia alcun significato citare nell'atto di convocazione del CNPI un atto di indirizzo presentato dalla maggioranza, che non ha ancora alcun valore. In questo modo, si pone ancor più in risalto che si tratta semplicemente di un rimedio alla scorrettezza precedentemente perpetrata ai danni del Parlamento.

La senatrice SOLIANI prende, a sua volta, atto della nota del Ministero, ma evidenzia come ancora non si sia risolta la questione dei rapporti istituzionali tra la Commissione e il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il quale si è limitato ad adottare la soluzione più semplice, vale a dire la precisazione di carattere formale-amministrativo. Il ministro Moratti avrebbe invece dovuto dimostrare la propria sensibilità al problema intervenendo tempestivamente in Commissione, mentre la nota amministrativa prodotta in data odierna ha valore solo nei confronti del Consiglio nazionale della pubblica istruzione.
La rinnovata indisponibilità del Ministro, peraltro, assume ulteriore gravità in ragione del fatto che la discussione sul disegno di legge verrà nel corso del tempo sempre più affiancata da altre iniziative che avvieranno concretamente le sperimentazioni, anche con riferimento all'obbligo, così svuotando di significato e attenuando di valore la riforma all'esame del Parlamento.

Il presidente relatore ASCIUTTI osserva che non è possibile sindacare l'attività del Governo sotto il profilo di poteri che sono nella sua piena disponibilità, come avviene nel caso di istituzione di commissioni governative o di iniziative volte ad avviare la sperimentazione. Quanto alla partecipazione del Ministro alle sedute della Commissione, fa presente di aver già avanzato per iscritto la relativa richiesta e che il titolare del Dicastero, attualmente assorbito da impegni precedentemente assunti, si è reso senz'altro disponibile a intervenire alla ripresa dei lavori parlamentari in settembre.

Si passa alla votazione degli emendamenti all'articolo 3, pubblicati in allegato al resoconto della seduta di venerdì 26 luglio scorso.

La senatrice ACCIARINI dichiara il proprio voto convinto a favore dell'emendamento 3.1 e rinnova contestualmente le valutazioni fermamente critiche nei confronti dell'articolo 3, con il quale si ricorre alla delega legislativa su una materia assai delicata, peraltro indicando principi e criteri direttivi da un lato eccessivamente puntuali e dall'altro lacunosi.
Nel merito poi dell'articolo che l'emendamento intende sopprimere, ella esprime la propria contrarietà alla reintroduzione della valutazione del comportamento degli allievi e comunque ritiene semplicistica la soluzione che si è intesa dare ai problemi della valutazione in senso generale. Troppo generica è inoltre la definizione delle funzioni dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema d'istruzione, cui non segue l'indicazione di contenuti che indirizzino il Governo nell'esercizio della funzione legislativa, come richiesto dalla normativa costituzionale; in particolare, appare vago il riferimento alle verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli allievi e sulla qualità complessiva dell'offerta formativa delle istituzioni scolastiche.
Ella nutre peraltro forti perplessità anche riguardo alla lettera c) dell'articolo. Infatti, già la legge finanziaria per il 2002 aveva pesantemente alterato l'equilibrio e l'organicità della legislazione vigente in materia di esami di Stato. Ora si torna qui a rivederne la disciplina, ma non si comprende quale incidenza questa disposizione avrà sulla normativa vigente.
In definitiva, l'articolo 3 andrebbe totalmente riscritto, evitando l'introduzione di una disciplina per alcuni aspetti eccessivamente dettagliata e nel contempo astenendosi dal ricorrere ancora una volta a interventi di carattere parziale.

La senatrice SOLIANI si dichiara a favore dell'emendamento e rinvia alle osservazioni critiche già espresse sull'articolo 3 in sede di dibattito generale. Ribadisce tuttavia in questa sede la propria contrarietà alla cultura sottesa al sistema di valutazione introdotto dall'articolo, che si sostanzia in una visione riduttiva e antimoderna del concetto stesso di valutazione, qui esclusivamente diretto a giudicare l'apprendimento e il comportamento degli allievi. Sarebbe invece opportuno un approccio culturale completamente diverso, che ponga al centro la valutazione della qualità dell'offerta formativa e dei percorsi scolastici, intesi come processi e non solo dal punto di vista dei risultati ottenuti sugli allievi.
Se infatti il sistema di valutazione facesse riferimento ai processi di crescita, non assumerebbe rilievo il comportamento degli allievi, come invece accade se ci si attiene a una concezione vecchia della scuola improntata ai valori dell'ordine e dell'autorità. Viceversa, il processo educativo dovrebbe essere inteso come un cammino verso l'acquisizione della libertà e della responsabilità e in tal senso il suo obiettivo primario dovrebbe essere che nessuno venga espulso dal sistema d'istruzione dopo eventuali insuccessi sin dai primi anni scolastici.
Nè appare condivisibile la formulazione della lettera a) dell'articolo, che affida la valutazione ai docenti, anche tenendo conto che contemporaneamente si va affermando la precarizzazione del corpo docenti, per cui gli insegnanti non sono più in grado di lavorare su tempi medio-lunghi che facciano riferimento a processi di crescita pluriennali. Lo stesso principio dell'autonomia risulta inoltre pregiudicato dall'articolo in questione e sarebbe auspicabile che venissero piuttosto richiamate le competenze di autovalutazione degli istituti scolastici autonomi. E infine anche la lettera c) dell'articolo si configura come un'occasione mancata per rimettere mano alla disciplina degli esami di Stato al fine di scardinare un sistema angusto e chiuso in se stesso, ridotto strettamente al rapporto fra docente e allievo.

Il senatore CORTIANA, nel dichiarare di votare a favore dell'emendamento, rileva che nell'articolo 3 manca quell'analisi di sistema che la rubrica sembrerebbe evocare. Si afferma invece un meccanismo autoreferenziale e incentrato sulla valutazione degli allievi, anche mediante il recupero del giudizio sul comportamento; vago ed indeterminato appare poi il riferimento all'Istituto nazionale per la valutazione, che andrebbe seriamente riformato.
A suo avviso, un'analisi di sistema richiederebbe infatti una compenetrazione del settore dell'istruzione con gli altri comparti interessati, tenendo conto in particolare degli ambiti territoriali e delle organizzazioni famigliari di diverso tipo esistenti nel paese, senza escludere una comparazione a livello internazionale soprattutto riguardo agli Stati partner dell'Unione europea. Se il Governo allora credesse davvero in questa concezione complessiva del sistema di valutazione, dovrebbe accogliere il successivo emendamento 3.4, sostitutivo dell'articolo, e in ogni caso dovrebbe aprire quell'approfondito confronto nel merito con la minoranza che invece è finora mancato.

La senatrice MANIERI apprezza l'attenzione dedicata nel provvedimento ai problemi della valutazione. Il diritto all'istruzione in una società moderna si traduce infatti in un diritto alla qualità dell'istruzione e quindi la valutazione assume un carattere centrale. Tuttavia, pur essendo ben posto ed individuato il problema, la risposta appare carente, in quanto la qualità dell'istruzione è principio diverso e ben più complesso della concezione arcaica ancorata al rendimento individuale e alla capacità di apprendimento dei singoli: esso chiama in causa i processi educativi, l'offerta formativa, l'ambiente sociale e familiare, il livello delle istituzioni scolastiche e la qualità dell'insegnamento. In altri termini, dovrebbe essere affrontata in modo serio e rigoroso la questione della produttività delle istituzioni scolastiche e della qualità delle risorse umane. In proposito, contestando una delle conclusioni della relazione della cosiddetta commissione Bertagna, ella ritiene che stia nella capacità delle istituzioni scolastiche il compito di correggere i dislivelli e le disuguaglianze determinati non solo dalle differenze socio-economiche e territoriali, bensì anche da quelle scolastiche. Diversi sono infatti i percorsi educativi e quindi i destini individuali a fronte di istituzioni scolastiche e dei docenti di valore disuguale. Occorre dunque non solamente puntare sull'efficienza del sistema d'istruzione, ma anche impegnarsi per garantire l'uguaglianza delle opportunità.

Posti congiuntamente ai voti, gli emendamenti 3.1, 3.2, 3.3 e 3.500, identici nel contenuto, vengono respinti.

Il senatore TESSITORE dichiara quindi il proprio voto favorevole sull'emendamento 3.4, la cui ragione di fondo sta nel maggior rilievo che s'intende attribuire ai criteri e all'oggetto, piuttosto che ai soggetti, della valutazione. Come evidenziato dalla senatrice Manieri, infatti, il disegno di legge pone una giusta attenzione sul tema della valutazione, ma poi non tiene conto dell'ampio dibattito sviluppatosi anche a livello internazionale che ha indotto a ripensare il concetto stesso di valutazione.
Peraltro, la questione si complica ulteriormente in un momento storico in cui - come tutti senz'altro concordano - non è possibile individuare una cultura prevalente, essendosi ormai diffuso e affermato il pluralismo culturale. Per queste ragioni, è senza dubbio più semplice puntare, come fa il Governo, sui soggetti della valutazione; ma i presentatori dell'emendamento, pur consapevoli delle difficoltà, tentano invece di ricercare un punto di equilibrio tra il merito personale e le dimensioni istituzionali della valutazione. Particolarmente convincente inoltre appare il richiamo all'Istituto nazionale per la valutazione del sistema d'istruzione, correttamente individuato come soggetto competente, ma senza entrare nel dettaglio delle sue funzioni, come invece fa sotto alcuni profili il testo governativo.

Anche il senatore BETTA annuncia il suo voto favorevole, richiamando la Carta dei servizi che ha introdotto una diversa metodologia nei rapporti tra scuola da un lato e mondo sociale, famiglie e studenti dall'altra, nonché l'esigenza di una certificazione di qualità sui servizi erogati che riguarda da vicino l'attività di valutazione. In particolare, esprime consenso per la lettera d) dell'articolo sostitutivo, in cui si fa riferimento alla soddisfazione dell'utenza, e per le autonome iniziative di valutazione delle singole istituzioni, richiamate alla successiva lettera e), che renderebbero il testo meno rigido rispetto all'impianto governativo.

Il senatore D'ANDREA osserva che, respinta la soppressione dell'articolo 3, l'articolo sostitutivo proposto con l'emendamento 3.4 resta comunque un'ipotesi assai migliore rispetto al testo del Governo. Lamenta peraltro che sia mancato ogni tentativo di ricercare una possibile convergenza, lasciando così all'opposizione la sola scelta di proporre visioni alternative. Sotto tale profilo, l'articolo sostitutivo presenta significativi vantaggi rispetto al testo governativo, con particolare riferimento agli esami di Stato (la cui disciplina conoscerebbe altrimenti l'ennesima modifica in un brevissimo arco di tempo) e all'ammissione alla formazione superiore, eliminando la contraddizione insita nell'attuale articolo 3.
Lo spessore dell'emendamento proposto - su cui annuncia un convinto voto favorevole - testimonia infine, a suo giudizio, il carattere non ostruzionistico dell'atteggiamento assunto dall'opposizione.

Il senatore BRIGNONE annuncia invece il suo voto contrario, soffermandosi sulle implicazioni sottese al concetto di valutazione e sul riferimento agli esami di Stato. A tale specifico riguardo, segnala l'importanza che la valutazione degli allievi riguardi le competenze acquisite sia nel corso sia al termine del ciclo di studi, anche nell'ottica di una valutazione complessiva della qualità del sistema.

Il senatore CORTIANA osserva che l'emendamento 3.4 non si pone in netto contrasto con l'impianto governativo, di cui non altererebbe il quadro complessivo. Esso contiene tuttavia alcune significative innovazioni finalizzate ad una maggiore responsabilizzazione delle singole parti del sistema educativo. In particolare, cita con favore l'inquadramento della valutazione nel contesto internazionale; l'attenzione dedicata alle cause di insuccesso e di dispersione scolastica; la valutazione sulla soddisfazione dell'utenza; la realizzazione di autonome iniziative di valutazione delle singole scuole. Ritiene peraltro ancor più rilevanti gli ultimi due criteri direttivi indicati dall'articolo sostitutivo, relativi rispettivamente agli esiti delle iniziative legislative sulla scuola e a quelli dei progetti in ambito nazionale.

Posto ai voti, l'emendamento 3.4 viene respinto.

Il presidente relatore ASCIUTTI ricorda che l'emendamento 3.5 è inammissibile.

Per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 3.6, prende la parola la senatrice ACCIARINI, la quale prende atto con soddisfazione del parere positivo reso sullo stesso dal Presidente relatore e dal rappresentante del Governo. Ritiene infatti indispensabile la modifica suggerita, pur lamentando che essa non si inserisca in un quadro di riferimento più ampio.

Si associa la senatrice SOLIANI, la quale ritiene la modifica sottesa all'emendamento necessaria non solo da un punto di vista lessicale ma anche sostanziale, in linea con lo Statuto degli studenti.

Posto ai voti, l'emendamento 3.6 viene approvato.

Il senatore CORTIANA dichiara il voto favorevole sull'emendamento 3.7 (identico all'emendamento 3.8) che, ancora una volta, non ritiene eversivo rispetto all'impianto governativo. La proposta di sopprimere la lettera a), e il connesso richiamo alla valutazione del comportamento degli studenti, va infatti nel senso di una maggiore corresponsabilizzazione dei ragazzi anche laddove situazioni di disagio possono ingenerare devianza. Né una logica autoritaria può indurre a comportamenti diversi da reazioni distruttive ed antagoniste. Ad essa egli preferisce pertanto una logica di autorevolezza tale da corresponsabilizzare i ragazzi nel rispetto delle regole.

Anche la senatrice Vittoria FRANCO annuncia il voto favorevole, lamentando il carattere autoreferenziale dell'articolo 3 nel testo del Governo. La reintroduzione del voto di condotta le appare del resto, oltre che arcaica e inadeguata, anche limitante ed ingiusta, non tenendo conto che uno degli obiettivi della scuola dovrebbe essere la creazione di una uguale cittadinanza per tutti gli studenti.

La senatrice MANIERI ricorda che il "Sessantotto" ha frantumato l'allora prevalente concezione autoritaria della scuola, dei rapporti familiari, dei rapporti fra i sessi. La reintroduzione del voto di condotta sembra ora adombrare un ritorno ai costumi e ai rapporti interpersonali precedenti il "Sessantotto". Pare tuttavia risibile che essa possa di per sé ricondurre al rispetto delle regole, che invece attiene prevalentemente alla capacità educativa dei docenti. La valutazione del comportamento dei ragazzi appare inoltre tanto più inquietante in quanto letta alla luce dei compiti di formazione morale e spirituale che il disegno di legge governativo assegna alla scuola. Annuncia quindi il suo convinto voto favorevole all'emendamento.

La senatrice SOLIANI conviene a sua volta sulla proposta di sopprimere la lettera a), ritenendo inopportuno disciplinare con atto legislativo i profili di dettaglio in essa contenuti. Né appare chiaro sulla base di quali criteri saranno valutati i comportamenti degli alunni, attesa la loro mutevolezza nel tempo. Al contrario, l'autorevolezza della scuola dovrebbe essere recuperata con modalità ben diverse da un ritorno a strumenti propri di età oscure ed autoritarie, attraverso la comprensione delle ragioni e dei comportamenti, nonché l'esaltazione delle responsabilità. Conclude invitando a non caricare la valutazione sugli studenti, che rappresentano senz'altro l'anello più debole, bensì sul sistema, sugli insegnanti, sui dirigenti, cui compete di assicurare un servizio di qualità.

Posto ai voti, l'emendamento 3.7 (identico al 3.8) viene respinto.

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.


ANTICIPAZIONE DELL'ORARIO D'INIZIO DELLA SEDUTA NOTTURNA E CONVOCAZIONE DELLA SEDUTA DI GIOVEDI', 1 AGOSTO.


Il presidente ASCIUTTI avverte che la seduta notturna già convocata per oggi martedì 30 luglio 2002, alle 22, è anticipata alle ore 21,30. Nel corso della medesima non saranno peraltro esaminati i disegni di legge di riforma scolastica, bensì sarà data solo comunicazione in ordine all'eventuale trasferimento alla sede deliberante del disegno di legge n. 1270, recanti interventi in materia di beni culturali. Avverte altresì che un'ulteriore seduta è convocata per la giornata di giovedì, 1° agosto, alle ore 14,30 per il seguito dell'esame degli argomenti già previsti all'ordine del giorno.

Prende atto la Commissione.

La seduta termina alle ore 16,35.

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Scuola Elettrica

2002