Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale

Disegno di legge

 

ISTRUZIONE (7a)

MERCOLEDI' 31 LUGLIO 2002
116a Seduta

Presidenza del Presidente
ASCIUTTI


Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Valentina Aprea.

La seduta inizia alle ore 14,40.


SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE

Il presidente ASCIUTTI avverte che la Presidenza del Senato ha nuovamente assegnato alla Commissione, in sede deliberante, il disegno di legge n. 1270, concernente interventi in materia di beni culturali. L'ordine del giorno delle sedute già previste per la settimana in corso è pertanto integrato con la discussione del predetto provvedimento e dei disegni di legge ad esso abbinati.

Il senatore D'ANDREA chiede ragguagli sull'iter del disegno di legge n. 1122 e degli altri provvedimenti connessi, relativi al personale precario del Ministero per i beni e le attività culturali.

Il presidente ASCIUTTI, al riguardo, fa presente di aver avuto durante la mattina un incontro con i rappresentanti del Governo interessati alla materia e rende noto che è stata trovata un'idonea soluzione per i problemi di copertura finanziaria, che si è tradotta nella predisposizione di un apposito emendamento, su cui verrà acquisito il parere della Commissione bilancio. L'esame del provvedimento riprenderà pertanto, presumibilmente, nella seduta di domani.


IN SEDE REFERENTE

(1251) CORTIANA ed altri. - Legge-quadro in materia di riordino dei cicli dell'istruzione
(1306) Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale
- e petizione n. 349 ad essi attinente
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta pomeridiana di ieri, nel corso della quale era iniziata la votazione degli emendamenti all'articolo 3 del disegno di legge n. 1306.

Prende preliminarmente la parola sull'ordine dei lavori la senatrice ACCIARINI, la quale sottolinea che l'opposizione incontra delle difficoltà nel proseguire l'esame dei provvedimenti in titolo a fronte di un comportamento del Ministro che – stando alle notizie di stampa – continua ad assumere iniziative prescindendo dalle posizioni emerse in Parlamento. Né il Ministro ha raccolto l'invito a partecipare tempestivamente alle sedute della Commissione, a differenza di altri membri del Governo, certamente non meno importanti, che seguono da vicino i loro provvedimenti nelle aule parlamentari. Ciò, nonostante che l'opposizione avesse chiaramente richiesto la presenza del Ministro in via pregiudiziaria rispetto al prosieguo dei disegni di legge di riforma scolastica. Inoltre, risulta che il Consiglio nazionale della pubblica istruzione (CNPI), nel corso della mattina, non abbia ancora ricevuto la nota correttiva dell'atto di convocazione del Consiglio stesso illustrata ieri dal Sottosegretario.

Il senatore D'ANDREA esprime a sua volta le proprie perplessità nei confronti del comportamento del Ministro, precisando che non si tratta di mancanza di considerazione nei riguardi del Sottosegretario, bensì del riconoscimento che dal dibattito sono emerse questioni concernenti la politica complessiva del Ministero e la sua correlazione con la riforma dei cicli scolastici. In altri termini, occorre comprendere in che modo le decisioni della Commissione sui cicli scolastici si compenetrino poi con la strategia complessiva seguita dal Ministero, alla luce di iniziative assunte autonomamente dal Governo e senza che il Parlamento ne sia informato.
Ritiene sia peraltro interesse del Ministro fornire il proprio apporto affinché il provvedimento di riforma proceda più celermente, come probabilmente sarebbe accaduto se avesse preso parte alle sedute della Commissione con atteggiamento di disponibilità. In proposito, la richiesta dell'opposizione non è affatto inconsueta e non può essere accantonata proseguendo l'esame del provvedimento in attesa della risposta del Ministro.

Il presidente relatore ASCIUTTI comunica che il ministro Moratti ha assicurato la propria presenza in Commissione alla ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa estiva, più esattamente il giorno 17 settembre, alle ore 14,30.

Il sottosegretario Valentina APREA afferma che la nota correttiva dell'atto di convocazione del CNPI è stata già inviata ai membri del Consiglio; comunque garantisce che ad apertura dei lavori, prevista per il pomeriggio di oggi, ella stessa darà lettura della nota in questione.

Riprende la votazione degli emendamenti all'articolo 3, già pubblicati in allegato al resoconto della seduta del 26 luglio scorso.

La senatrice ACCIARINI dichiara il proprio voto convinto a favore dell'emendamento 3.9, osservando che, se è ormai acquisito che i fattori comportamentali influiscono sul rendimento, è però grave che il comportamento sia considerato elemento della valutazione. L'aspetto comportamentale infatti non deve essere affrontato con criterio sanzionatorio, bensì preso in considerazione in modo tale da favorire i processi di crescita e di apprendimento.
Dopo aver ricordato gli effetti che nel vecchio ordinamento produceva il voto in condotta riguardo al percorso scolastico degli allievi, evidenzia come già negli ultimi anni precedenti l'abolizione di quel voto ormai non fosse più in uso sanzionare negativamente il comportamento. Ciò significa che vi erano ragioni fondate dietro la decisione di abolire il voto in condotta, nel senso che era ormai andata perduta la concezione punitiva del comportamento che potesse incidere anche sulla valutazione di profitto. Ella auspica pertanto che non venga abbandonato l'orientamento volto a considerare l'elemento comportamentale come una forma di ausilio per la didattica.

La senatrice SOLIANI ritiene che la formulazione della lettera a) dell'articolo corrisponda a una precisa scelta culturale e pedagogica, oltre che politica, tendente ad associare la valutazione dell'apprendimento a quella del comportamento; scelta che appare ancor più grave in considerazione della frequenza periodica e annuale della valutazione stessa. Richiama pertanto i senatori a una maggiore lucidità sulla rilevante questione sociale rappresentata dal comportamento dei giovani studenti. Dovrebbe infatti essere preoccupazione fondamentale del legislatore comprendere appieno le difficoltà proprie dell'età adolescenziale, anche sotto il profilo del rapporto con il mondo degli adulti. Ella non condivide invece i richiami alle ragioni di contrasto generazionale del "Sessantotto", poiché qui non si tratta di assumere atteggiamenti lassisti o repressivi a fini punitivi e di controllo nei confronti del comportamento degli studenti. Quest'ultimo dovrebbe semmai rientrare nell'ambito educativo, e non valutativo, delle relazioni intercorrenti fra insegnanti e allievi, alle quali dovrebbero essere associate le famiglie.
Rileva inoltre che la valutazione del comportamento non compare fra i criteri direttivi elencati all'articolo 2, né viene menzionata nel successivo emendamento 3.11 del Presidente relatore. Osserva peraltro che la periodicità annuale di tale valutazione rappresenta un ulteriore aspetto negativo della disposizione in oggetto, a fronte della instabilità del personale docente, che può variare di anno in anno, e in considerazione dei criteri soggettivi che, a suo avviso, presiedono alla valutazione medesima. Inoltre, un rapporto così stretto tra i due tipi di valutazione comporta il rischio che il giudizio negativo sul comportamento degli allievi si tramuti anche in un loro rifiuto verso l'apprendimento culturale.
Sarebbe allora preferibile lasciare il profilo del comportamento al libero rapporto educativo fra docenti e studenti, con l'aiuto e il coinvolgimento delle famiglie, nell'ambito di istituzioni scolastiche che assicurino agli allievi dei risultati in materia di apprendimento delle conoscenze. La reintroduzione del voto in condotta è stata invece ispirata da una concezione autoritaria, più che autorevole, della scuola; una concezione peraltro non aliena da forme di controllo anche sui docenti, divergente da quella prevalente fra gli operatori della scuola italiana.

Il senatore CORTIANA si esprime in senso favorevole sull'emendamento in esame, ritenendo che la reintroduzione del voto di condotta sia una scelta inefficace e a carattere regressivo. E' stata semmai perduta un'utile opportunità per prevedere una analisi di sistema circa le dinamiche relazionali in cui l'allievo si inserisce e agisce.

Posto ai voti, l'emendamento 3.9, viene respinto; la Commissione accoglie invece con distinta votazione e previa dichiarazione di astensione del senatore BRIGNONE, il successivo emendamento 3.10.

Riguardo all'emendamento 3.11, il senatore CORTIANA dichiara di condividerne le ragioni di fondo, in quanto la continuità didattica consente una valutazione coerente connessa alla conoscenza degli allievi. Ritiene però eccessivamente indeterminato il riferimento a una "congrua permanenza" dei docenti, proponendo che venga inserita la previsione di almeno un biennio di permanenza degli insegnanti nella loro sede.

La senatrice ACCIARINI, pur condividendo a sua volta il principio della continuità didattica, si dichiara perplessa sulla formulazione dell'emendamento, che a suo avviso non si innesta in maniera lineare dopo l'ultima frase della lettera a) dell'articolo. Ritiene inoltre che sia assai difficile intervenire in questa materia, che è oggetto di contrattazione sindacale, in termini non invadenti e al tempo stesso in modo tale che le relative disposizioni non restino pure petizioni di principio, così da esporre la norma a serie difficoltà interpretative e applicative. Né l'emendamento in esame tiene conto del carattere collegiale che normalmente assume la valutazione degli apprendimenti.

La senatrice SOLIANI esprime apprezzamento per la proposta emendativa del Presidente relatore che introduce un linguaggio diverso da quello che pervade il testo governativo. Tuttavia, pur ponendo esplicitamente il problema dei titolari e delle modalità di valutazione, l'emendamento non può prospettare in proposito una soluzione definitiva. Infatti, non entra solo in gioco una materia di competenza della sede contrattuale, ma risulta direttamente coinvolta anche la politica del Governo nei confronti dell'organico dei docenti e conseguentemente la questione finanziaria. L'elemento della valutazione appare così strettamente correlato con la struttura globale del sistema di istruzione e il principio della continuità e della permanenza nella sede ai fini della valutazione stessa è messo a repentaglio dalla carenza delle risorse economiche. In questo senso, l'emendamento rimane un mero tentativo di migliorare il provvedimento in esame destinato a non avere effetti concretamente positivi.
Peraltro, proprio in ragione delle difficoltà di gestione della struttura complessiva che incontra il Ministro e in assenza di certezze riguardo al numero degli allievi e ai posti di insegnante da coprire, appare del tutto assurdo inserire anche l'ulteriore aspetto della valutazione del comportamento. Pur augurandosi di essere smentita, ella ritiene quindi che non vi sarà né riforma né modernizzazione della scuola, bensì un peggioramento delle condizioni di vita interne al sistema di istruzione, non solamente per i dirigenti e gli insegnanti, ma anche per gli allievi e le loro famiglie.

Il presidente relatore ASCIUTTI raccomanda l'approvazione dell'emendamento, cogliendo l'occasione per precisare al senatore Cortiana che, trattandosi di materia rimessa alla contrattazione sindacale, il legislatore non può entrare nei dettagli della disciplina ivi prevista. Quanto all'osservazione della senatrice Acciarini, ritiene che il testo da lui proposto si concordi perfettamente con la formulazione della lettera a) dell'articolo. Si aggiunge infatti un ulteriore criterio direttivo a quelli già previsti, come si conviene a un disegno di legge volto a dettare norme generali e a delegare al Governo l'esercizio della funzione legislativa.

Il senatore BRIGNONE dichiara il suo voto favorevole all'emendamento, rilevando la stretta connessione fra valutazione e continuità didattica, peraltro più volte affrontata anche nel corso dell'esame del disegno di legge poi divenuto la legge n. 30. Non va infatti dimenticato che alcune sedi presentano profili di indiscusso disagio e che già esistono incentivi alla permanenza nelle stesse, soprattutto mediante l'attribuzione di punteggi maggiorati ai fini del trasferimento ovvero il ricorso a fondi incentivanti a valere sui fondi perequativi. La continuità didattica è del resto indispensabile non solo ai fini della valutazione ma anche delle sperimentazioni e della copertura di incarichi di particolare rilievo, ad esempio negli organi collegiali. Dall'altro lato, si impongono tuttavia esigenze diverse, connesse al rispetto della vita personale del docente. Pur auspicando quindi una formulazione in parte diversa, che faccia esplicito riferimento ad incentivi per la permanenza nella medesima sede, raccomanda l'approvazione dell'emendamento ritenendolo indispensabile nell'economia del testo.

Anche il senatore BEVILACQUA annuncia il suo voto favorevole all'emendamento, proponendone tuttavia una riformulazione (pubblicata in allegato al presente resoconto), che viene accolta dal presidente relatore ASCIUTTI.

Posto ai voti, l'emendamento 3.11 (nuovo testo) viene approvato.

Per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 3.12, prende la parola il senatore MONTICONE il quale rileva criticamente che, secondo l'articolo 3 del testo governativo, gli studenti sono sottoposti a tre ordini di valutazioni: quella dei docenti, di cui alla lettera a); quella dell'Istituto nazionale, di cui alla lettera b); gli esami di Stato di cui alla lettera c). Di queste, la seconda è senz'altro la più insidiosa, sia per gli studenti che per il valore stesso della valutazione.
Da un lato infatti appare assai incongruo, oltre che irrealistico, che l'Istituto nazionale proceda a valutazioni periodiche e sistematiche sulle conoscenze degli allievi anziché alla valutazione del sistema nel suo complesso. Al riguardo, egli ricorda come negli stessi atenei si svolgono solo due ordini di valutazioni, una interna all'ateneo e l'altra esterna, relativa al sistema complessivo e all'offerta formativa.
D'altro lato, la valutazione ad opera dell'Istituto nazionale mette in seria difficoltà il rapporto fra funzionalità degli istituti scolastici e la loro capacità di produrre studenti con conoscenze ed abilità adeguate, rischiando di ingenerare la tentazione per gli istituti di facilitare il percorso formativo.

A giudizio del senatore CORTIANA, nel migliore dei casi la valutazione dell'Istituto nazionale, di cui alla lettera b), rischia di rappresentare un doppione rispetto a quella dei docenti, di cui alla lettera a), non avendo gli ispettori esterni alcun elemento valutativo maggiore rispetto agli insegnanti. Al contrario, sarebbe stato preferibile sottoporre a valutazione il sistema nel suo complesso. In tal senso egli si esprime a favore della soppressione della lettera b) o, in subordine, ad una sua modifica nel senso già indicato dall'emendamento 3.4.

Anche la senatrice Vittoria FRANCO si esprime in senso favorevole alla soppressione della lettera b), giudicato un guscio vuoto che lascia spazio all'arbitrio anziché fornire regole precise. L'introduzione del sistema di valutazione è senz'altro condivisibile, tanto più in quanto connessa all'obiettivo del miglioramento del sistema scolastico. Ciò deve tuttavia avvenire sulla base di criteri certi e non autoreferenziali, in un sistema di controllo sociale in cui la scuola renda conto dei suoi risultati. Ad esempio, potrebbe essere introdotto il criterio del successo formativo, con particolare riferimento alle cause dell'insuccesso e della dispersione. Il testo non indica invece alcun criterio, se non in termini temporali prevedendo verifiche periodiche.

Posto ai voti, l'emendamento 3.12 (identico al 3.13) viene respinto.

Il sottosegretario Valentina APREA esprime soddisfazione per la mancata soppressione della lettera b), sottolineando l'importanza dell'introduzione, per la prima volta nell'ordinamento, di una valutazione esterna, diversa da quella tradizionale degli insegnanti. Si tratta in effetti di una novità assoluta per l'Italia, che pure vi arriva in ritardo rispetto agli altri paesi occidentali. A giudizio del Governo, essa dovrebbe peraltro garantire la tenuta del sistema nazionale sui livelli di apprendimento e va pertanto perseguita, nel modo più trasparente ed efficace possibile nonché con il massimo coinvolgimento delle istituzioni scolastiche, ai fini di una piena responsabilizzazione del sistema.

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.

CONVOCAZIONE DELLA SEDUTA ANTIMERIDIANA DI DOMANI E POSTICIPAZIONE DELL'ORARIO DI INIZIO DELLA SEDUTA POMERIDIANA

Il presidente ASCIUTTI, in considerazione della nuova assegnazione in sede deliberante del disegno di legge n.1270 in materia di beni culturali, avverte che la Commissione è convocata anche in seduta antimeridiana domani, giovedì 1° agosto, alle ore 9.

Il PRESIDENTE avverte inoltre che la seduta, già convocata domani alle ore 14,30, è posticipata alle ore15.

Prende atto la Commissione.

La seduta termina alle ore 16,20.

EMENDAMENTI AL DISEGNO DI LEGGE N. 1306

Art. 3


3.11 (nuovo testo)
ASCIUTTI, relatore

Al comma 1, lettera a), aggiungere in fine le seguenti parole: "il miglioramento dei processi di apprendimento, della relativa valutazione e la continuità didattica sono assicurati anche attraverso una congrua permanenza nella sede di titolarità;".

Guida scolastica                              Informazioni

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Scuola Elettrica

2002