Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale
B I L A N C I O (5a)
MARTEDI' 9 LUGLIO 2002
150a
Seduta (notturna)
Presidenza del Presidente
AZZOLLINI
........
IN SEDE CONSULTIVA
(1306) Delega
al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli
essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale
(Parere alla 7a
Commissione sul testo e sugli emendamenti. Seguito dell'esame e rinvio.)
Il sottosegretario VEGAS fa presente che,
per una maggiore garanzia in ordine alla sostenibilità finanziaria
dell'iniziativa concernente l'ingresso anticipato dei bambini alla scuola
dell'infanzia e al primo anno della scuola primaria di cui all'articolo 7, commi
4 e 5, si potrebbe prevedere che le risorse ivi individuate - pari a 12.731
migliaia di euro per l'anno 2002, 45.829 migliaia di euro per l'anno 2003 e
66.198 migliaia di euro a decorrere dall'anno 2004 - costituiscano limite
massimo di spesa, tenuto conto della possibilità che il Ministero
dell'istruzione moduli gradualmente le suddette anticipazioni. Per quanto
concerne, poi, il comma 8 dell'articolo 7, ribadisce che la periodica verifica
da effettuarsi da parte dei Ministri dell'istruzione e dell'economia, ha lo
scopo di monitorare le spese scaturenti dagli interventi programmati nell'ambito
della stessa legge, affinché queste rientrino nei preordinati finanziamenti,
considerata la notevole rilevanza della riforma ed i considerevoli tempi di
attuazione della stessa. Rileva che ciò vale anche in relazione all'ipotesi
testè formulata in merito all'articolo 7, commi 4 e 5, considerata la
dipendenza della sostenibilità del limite di spesa suddetto dalla gradualità
con la quale verrebbe attuato l'ingresso anticipato dei bambini alla scuola
dell'infanzia e alla scuola primaria. Il ricorso, quindi, al meccanismo
disciplinato dall'articolo 11-ter
della legge n. 468 del 1978
rivestirà, in effetti, carattere eccezionale e sarà attivato solo qualora
subentrino particolari fattori di rigidità della spesa che la rendano
incomprimibile.
Interviene quindi il senatore MORANDO, il
quale rileva che il provvedimento presenta problemi di notevole portata
finanziaria che necessitano di approfondimento. In primo luogo, per quanto
riguarda l'anticipo previsto per la frequenza della scuola dell'infanzia e della
scuola primaria, la relazione tecnica appare ampiamente lacunosa e sottostima
l'onere, in quanto presenta gravi imprecisioni. Inoltre, problemi di più ampia
portata presenta il meccanismo di copertura prospettata per le norme di delega
previste dall'articolo 1. Viene poi impropriamente richiamato l'articolo 11-ter
della legge n.468 del 1978 come
forma di copertura ex
ante,
mentre tale disposizione prevede solo una procedura di monitoraggio della spesa.
A suo avviso, inoltre, mentre il vincolo per la scuola materna comunale potrebbe
teoricamente essere sostenibile, con apposite precisazioni, la relazioni tecnica
ignora completamente le scuole materne statali, per le quali potrebbero
determinarsi maggiori oneri non quantificati, né coperti. La relazione tecnica
si basa, infatti, su dati completamente infondati, tenuto conto delle
statistiche fornite al riguardo dall'ISTAT che indica in 161 mila i potenziali
iscritti. Ritiene che sussista una domanda molto estesa di anticipo scolastico
e, quindi, occorrono stime più precise, che tengano comunque conto del numero
effettivo dei bambini in età scolare. Il Governo riconosce l'esistenza del
problema e propone di trasformare la clausola di copertura, tanto per la scuola
dell'infanzia che per la scuola primaria, in un tetto di spesa, graduando la
data di ingresso in modo da garantirne il rispetto. Tale meccanismo, tuttavia,
se rimane ferma la data del 30 aprile e se resta prefigurata l'esistenza di un
diritto soggettivo, rischia di non funzionare. Occorre, pertanto, a suo avviso,
prevedere un meccanismo che individui la copertura per la scuola materna statale
e riformuli le norme sulla scuola materna comunale che mettono a rischio il
patto di stabilità interno. Per quanto riguarda la scuola elementare, deve
essere chiarito che non si attribuiscono dei diritti soggettivi perché
altrimenti il tetto di spesa non funziona. Passando al problema - a suo avviso -
ben più grave della copertura finanziaria dei decreti legislativi, i cui
contenuti e obiettivi prefigurano una riforma organica del sistema scolastico
italiano, rileva che tale copertura fa riferimento ad un meccanismo di rinvio
alle leggi finanziarie, ponendo, in ogni caso, problemi di coordinamento
temporale. Tale questione, sebbene già valutata positivamente in sede di
discussione degli emendamenti al disegno di legge n. 848, può risolversi solo
nel presupposto che ci sia flessibilità degli oneri e assenza di diritti
soggettivi, lasciando alla finanziaria il necessario grado di discrezionalità.
Nel verificare se il disegno di legge in esame sia compatibile con quei
requisiti, ritiene che le deleghe non contengano quegli elementi di flessibilità
che consentono il rinvio della copertura dei decreti legislativi. Tale problema
sembra presentarsi con ricorrenza (da ultimo nelle deleghe previste dal
collegato fiscale), con rinvii della copertura, non perché sia incerto il quantum
dell'onere, bensì perché non si dispone delle risorse necessarie. La delega è
pienamente legittima, ma deve contenere l'adeguata copertura, a meno che si
tratti di oneri eventuali e assolutamente flessibili. In caso contrario, si ha
violazione dell'articolo 81 della Costituzione e delle relative norme di
contabilità. Ritiene che non si possa pensare che la riforma del sistema
scolastico non contenga elementi di rigidità, vista la natura degli oneri e
tenuto conto delle ingenti spese di personale e afferma, quindi, che si corrono
grandi rischi per la finanza pubblica se non vengono coperte le norme onerose.
Il sottosegretario Valentina APREA, pur
riconoscendo la valenza delle osservazioni del senatore Morando, rileva che, con
riferimento all'articolo 7, comma 4, proprio per non creare i problemi
paventati, l'anticipo è stato portato solo dal 31 dicembre al 28 febbraio e,
quindi, è di soli due mesi: non è detto che per gli anni successivi ci sarà
un anticipo maggiore. Fa inoltre presente che, a differenza della scuola
elementare, la frequenza alle scuole materne non è obbligatoria e quindi non
sorgono dei diritti soggettivi, anche perché già attualmente non tutti i
bambini hanno diritto a iscriversi alle scuole materne e, comunque, non ci sono
classi separate in base all'età. Per quanto riguarda la scuola elementare,
ritiene possibile integrare - se del caso - le garanzie e i vincoli già
previsti, ma assicura che già sussistono ampi margini di garanzia dovuti alla
notevole disponibilità di posti nelle classi esistenti. Rileva, infine, che la
legge n. 30 del 2000 presentava problemi finanziari ben più gravi di quelli
eventualmente posti dal disegno di legge in esame, al punto che non sono mai
stati calcolati i costi di quella riforma.
Il sottosegretario VEGAS, rilevato che non
ci sono maggiori oneri rispetto alla legge n. 30 del 2000, ritiene che si
potrebbe valutare l'opportunità di separare le norme dotate dei requisiti di
flessibilità e graduabilità da quelle che non abbiano tali caratteristiche in
modo che si rinviino alla copertura con la legge finanziaria solo le prime.
Il senatore CADDEO, pur apprezzando i
propositi manifestati nella risposta fornita dal sottosegretario Vegas, richiama
la necessità che le norme della delega siano flessibili perché si possa
attivare la copertura attraverso la legge finanziaria. Richiede, pertanto, che
venga predisposta una nuova relazione tecnica sul provvedimento, che, tenendo
anche conto della differenza tra dati ISTAT e quelli forniti dal Governo,
distingua gli oneri che siano graduabili da quelli che necessitano di una
copertura diretta.
Il senatore MICHELINI ritiene che
l'anticipo di due mesi dell'iscrizione alle scuole elementari è diversamente
valutabile a seconda che si faccia riferimento ai dati della relazione tecnica e
ai dati utilizzati dal Servizio del bilancio del Senato. Da questi ultimi, si
potrebbe, infatti, desumere la necessità di ampliare la quantificazione degli
oneri recati dal provvedimento. Quanto al meccanismo di copertura delle deleghe,
rileva che non tutte le disposizioni presentano margini di discrezionalità. Se
poi si dovesse dare attuazione ad un ordine del giorno approvato in 7a
Commissione sul contenuto economico del piano programmatico che indica
specifiche risorse finanziarie, sarebbe necessario provvedere direttamente nella
legge delega alla copertura degli oneri recati dagli emanandi decreti
legislativi.
Il senatore VIZZINI dichiara che le
osservazioni dell'opposizione introducono elementi di riflessione ai quali,
tuttavia, gli interventi dei rappresentanti del Governo sembrano aver fornito
validi elementi di risposta. A questo punto, sarebbe - a suo avviso - opportuno
prefigurare un parere - da predisporre in tempo utile per la prossima seduta
della Commissione - che ponga dei precisi vincoli a tutela dell'articolo 81
della Costituzione e delle norme di contabilità pubblica.
Il presidente AZZOLLINI dichiara di
condividere tale ultima affermazione e giudica pertanto opportuno che,
approfondite le questioni emerse, il relatore predisponga una ipotesi di parere
da sottoporre alla Commissione nel corso della prossima seduta.
Il seguito dell'esame viene quindi
rinviato.
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2002