Età moderna

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Storia - Classe 2a della scuola media, secondaria di  2° grado

L'età moderna va dal 1500 al 1800; all'incirca fino alla rivoluzione francese del 1789 o molto meglio fino alla nascita di Napoleone Bonaparte nel 1769 in Corsica. Questo periodo inizia con la riforma di Martin Lutero, cioè la divisione del potere cristiano in due parti, una detta cattolica e l'altra detta protestante. Il potere economico cattolico rimane in Spagna, Francia, Italia e America del Sud; il potere economico dei protestanti occupa buona parte del Nord Europa, tra cui Inghilterra e Germania, e l'America del Nord.

Lutero

La rivoluzione guidata da Lutero porta allo sviluppo della civiltà dei paesi dell'Europa del Nord, della Gran Bretagna, degli Stati Uniti di America; mentre al contrario, i paesi rimasti sottomessi alla religione cattolica, cioè Italia, Spagna ed America del Sud, restano ancorati a ottuse tradizioni millenarie, senza possibilità di crescita umana e sociale. Il potere politico apparente resta ancora in mano ad un imperatore, ma il potere reale economico, finanziario e sociale va in mano ad altri poteri. In particolare in Europa si riduce fortemente il potere persiano, greco e romano insito nelle religioni di allora, che erano poteri politici, economici e giudiziari veri sulle persone, in quanto l'arrivo dalle Americhe di metalli preziosi e lo sviluppo delle colonie europee in America fa nascere un nuovo potere economico mondiale che ha origine in questo periodo nell'America del Nord e porterà ad un potere economico immenso su tutto il pianeta da parte di Inghilterra e degli Stati Uniti di America.

Particolarmente danneggiata in questo periodo e per sempre fu soprattutto l'Italia, in quanto l'Italia nel Medioevo era importante per l'importazioni provenienti dall'Africa e dall'Oriente Indiano; con l'arrivo della supremazia delle americhe l'Italia viene da una parte privata di questi commerci africani e orientali e in aggiunta la religione cattolica impedisce agli italiani il notevole sviluppo della rivoluzione scientifica e tecnica derivante dalle nuove scoperte, detto prima rivoluzione industriale, sviluppo che avviene prevalentemente nei territori protestanti. In particolare in Inghilterra viene messo a punto un potente motore a vapore da Giacomo Watt nel 1765.

Galileo Galilei

La rivoluzione scientifica e tecnica non poteva assolutamente nascere nei paesi cattolici, in quanto gli scienziati venivano imprigionati e messi a morte dalla chiesa cattolica; emblematico è il caso di Galileo Galilei, che dovette dichiarare false le sue scoperte scientifiche, per evitare di essere messo a morte.

Anche lo stesso Copernico, vissuto prevalentemente in Polonia, fu da danneggiato dai cattolici nello studio della trigonometria e della messa a punto delle equazioni matematiche necessarie per descrivere il sistema eliocentrico, cioè il sistema in cui si mette il sole come punto di riferimento dei movimenti astronomici, invece che la terra, come nel sistema tolemaico sostenuto dai cattolici per motivi abbinati alla bibbia.

Questa è una storia che si ripete continuamente, anche ai nostri giorni, sia con Leonardo da Vinci, che dovette andare in Francia, sia con Guglielmo Marconi, tecnico delle onde radio nelle telecomunicazioni, che dovette andare in Inghilterra per sviluppare le sue tecniche, in quanto in Italia fu anche bocciato prima degli esami come privatista, quando decise di prendersi il diploma di maturità un Istituto Tecnico Industriale in Italia. E, purtroppo anche oggi, noi tecnici ed ingegneri, siamo derisi e oltraggiati e, unitamente a numerosi laureati italiani, costretti ad emigrare all'estero, in quanto in Italia la ricerca tecnica e scientifica è ostacolata in tutti i modi possibili dai cattolici, dominanti il sistema politico ed economico italiano.

Negli ultimi anni del 1700 si assiste nel globo alla nascita degli Stati Uniti di America. Le tre potenze europee Inghilterra, Francia e Spagna dopo anni di guerra contro i popoli dell'America del Nord, firmano il trattato di pace a Parigi il 3 settembre 1783. Con questo trattato, firmato nella sede dell'ambasciata inglese a Parigi, inizia quel periodo di dominazione americana dell'Europa e del mondo che vedrà la potenza americana alleata sempre con l'Inghilterra, contro il resto del mondo, come ai giorni nostri. Alla firma della trattato di pace è presente anche l'americano Beniamino Flanklin, una figura storica di scienziato, giornalista, editore, che ben rappresenta lo spirito americano di unire il sistema economico di un popolo con il sistema politico e militare di gestione dello stesso popolo.

La dominazione americana globale si basa sul detto romano "divide et impera" tradotto male. I romani antichi del periodo della repubblica il territorio  lo dividevano geograficamente in varie parti, dette provincie, in modo tale da gestirle meglio; i romani nelle guerre partivano con le navi e legioni di soldati e conquistavano tutto; gli antichi romani non hanno mai mandato soldi e finanziato guerre degli altri, come hanno fatto gli americani a partire dal trattato di Parigi del 1783. Con questo trattato, che è un compromesso tra Europa e America, gli americani iniziano a finanziare parte dei francesi, parte degli spagnoli, in modo tale da detenere il potere economico, politico e militare in tutta l'Europa.

Napoleone Bonaparte

 

Nelle varie guerre europee, sia nella rivoluzione francese, sia nella prima guerra mondiale e sia nella seconda guerra mondiale, gli americani hanno sempre finanziato una delle parti in guerra, in modo che avesse il sopravvento. Napoleone Bonaparte rappresenta il primo imperatore europeo che sfrutta simili finanziamenti americani e inglesi, come in seguito avverrà per  Giuseppe Garibaldi e Benito Mussolini in Italia e per Adolfo Hitler in Germania. Il "divide" americano si estrinseca nel senso di mettere un popolo in guerra civile, cioè finanziare ora l'una ora l'altra delle due fazioni in guerra, in modo che si distruggano tra di loro, e mettersi a sostenere con maggior forza quella che poi, chiaramente, alla fine risulterà la vincitrice di ogni guerra locale, nei vari stati nazionali.

A partire dal 3 settembre 1783 la politica francese entra di fatto nell'orbita americana; lo stile americano è quello di creare disordini di piazza e rivoluzioni popolari, in modo che il regnante, nel nostro caso il re Francese Luigi 16°, che impersonava un equilibrio tra Spagna, Francia e Germania, si renda conto che la ricreazione è finita, che il potere non dipende più da lui, e se non lo lascia viene ammazzato dagli americani, come poi avvenne per Luigi 16° il 21 gennaio 1793. Questi moti rivoluzionari francesi, generati ad arte di guerra, causano grandi danni all'intera Europa, e la assoggettano alla influenza americana.

Napoleone Bonaparte, invece, fu un politico realista, che seppe conciliare in un unica persona il potere americano ( trattato di Parigi del 30 aprile 1803 ), il potere francese,  il potere inglese ( trattato di Amiens del 25 marzo 1802 ) , il potere romano dei papi cattolici ( concordato del 15 luglio 1801 ) , il potere spagnolo, il potere tedesco ( trattato di Vienna del 14 ottobre 1809 ). Questo suo multiplo giogo riuscirà a mantenerlo al potere per diversi anni e a mantenere in vita se stesso, morendo in territorio allora francese, nell'Isola Sud Americana di Sant'Elena il 5 maggio 1821.


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2015

 

prof. Pietro De Paolis

 

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