L'arte della stampa

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Classe 3a media, scuola secondaria di  1° grado
Tecnologia   

Oggi vediamo come si è sviluppata la stampa nel tempo.

Oggi la stampa su carta non serve a nessuno, in quanto si usa il computer portatile o il tablet o lo smartphone, che contiene al suo interno tutto lo scibile umano, se si ha una connessione ad internet.

Ma non è stato sempre così.

Si usa ancora la copiatrice su carta.

Stampante e copiatrice

Con la copiatrice o una semplice stampante si possono stampare, cioè riprodurre su carta, molte copie dello stesso libro o dello stesso volantino. Il costo non è eccessivo.

Nel 1453 in Germania, il tipografo Giovanni Gutenberg mise a punto un meccanismo di stampa abbastanza economico, riuscendo a stampare in tre anni, dal 1453 al 1455, 180 copie in lingua latina del libro detto Bibbia, che significa raccolta di libri antichi del popolo ebraico.

Prima di Gutenberg si usava la stampa detta a litografia, cioè la matrice, cioè diciamo l'originale, era di legno morbido e conteneva sia testo che disegni, ma conteneva una sola pagina alla volta. Una volta incisa la matrice non la si poteva riutilizzare per stampare altro testo; per cui un testo di 100 pagine aveva 100 matrici diverse, che servivano solo per quel libro. Si usava il legno, per la matrice; ma doveva essere incisa alla rovescia, cioè le lettere erano a specchio, in modo che quando si metteva l'inchiostro sulla matrice e si premeva con una pressa sulla carta, il testo poi risultava scritto diritto. Il procedimento era lento e costoso, in quanto serviva una persona che non solo sapeva leggere e scrivere, ma doveva sapere incidere il legno con un punteruolo e inciderlo a specchio. Non era semplice correggere un errore di stampa.

La matrice poi si deteriorava man mano che la si usava, e quindi le stampe successive non erano perfette e nitide come le prime copie stampate.

Gutenberg si prese l'impegno di stampare con un nuovo metodo detto a lettere mobili; cioè la matrice era piccola, cioè conteneva una sola lettera dell'alfabeto; per cui una volta stampata una pagina, si toglievano le varie lettere e si riutilizzavano per la pagina successiva. Questo riduceva di molto il costo e il tempo della stampa.

Inoltre la matrice veniva incavata nel legno diritta e non rovescia, per cui il tipografo era più veloce e quindi la pagina meno costosa. La matrice della singola lettera non veniva usata per la stampa, ma solo per colare all'interno di essa un metallo fuso, composto da una lega di piombo, stagno e antimonio.

Il metallo era facile da lavorare e poco costoso; lo si fondeva, cioè riscaldandolo con la fiamma al carbone lo si rendeva liquido e lo si versava nel buco della matrice che conteneva la lettera da costruire. Una volta raffreddata la fusione, si toglieva la lettera, e si procedeva alla costruzione di un altro esemplare della stessa lettera.

Per cui nel comporre l'originale di una pagina si potevano disporre in linea retta, su di un supporto di legno o di metallo, le varie lettere allineate per scrivere la parola e distanziate per separare una parola dall'altra e poi un rigo di testo dall'altro. La matrice così composta, di una singola pagina, veniva inchiostrata con inchiostro ad olio, che non deteriorava il piombo, ma lo proteggeva dalla ruggine e rendeva il meccanismo lubrificato, cioè con poco attrito durante la pressione della matrice sulla carta. Una volta stampato il numero di copie di una singola pagina, le varie lettere venivano tolte e riutilizzate per comporre la matrice della pagina successiva o di altre pagine del libro.

Anche se viene sempre citato Gutenberg nella prima stampa europea a caratteri mobili, le persone coinvolte furono diverse. I soldi necessari era molti e il guadagno non veniva subito, in quanto era un lavoro di tre anni e si dovevano pagare ben 20 persone per tre anni ed acquistare tutto il metallo e le presse necessarie e i vari inchiostri.

Il finanziamento in fiorini olandesi fu fatto da Giovanni Fust, anche lui tedesco e tipografo. Inoltre il lavoro di incisione dei caratteri fu fatto da Pietro Schoeffer. Schoeffer conosceva la lingua latina, conoscenza necessaria per la stampa di un libro in latino.

Gutenberg pur riuscendo a stampare le 180 copie della Bibbia, non riuscì a venderle subito, in modo da restituire il denaro al finanziatore Giovanni Fust; il quale fece fallire dal punto di vista economico l'impresa di Gutenberg, che dovette dare al finanziatore parte dei macchinari utilizzati per la stampa della Bibbia. Giovanni Fust, invece, fece una società tipografica con Pietro Schoeffer; essi poi ottennero enormi ricavi dalla vendita dei loro libri stampati con la nuova tecnica a caratteri mobili.

prof. Pietro De Paolis

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