Diritto

Il diritto pubblico

Il diritto è l'insieme delle leggi che regolano uno stato.

Il diritto privato è l'insieme delle leggi dello stato che regola i rapporti tra cittadini; per esempio le leggi sulla famiglia, sulla eredità, sulle imprese, sul lavoro appartengono al diritto privato; esso si suddivide in diritto civile, diritto commerciale, diritto del lavoro.

Il diritto pubblico è l'insieme delle leggi che regolano i rapporti tra stato e cittadini, tra enti statali e cittadini, tra enti statali tra di loro.

Il diritto pubblico è molto vasto e comprende altri diritti, tra cui:

1 - Diritto Costituzionale, cioè l'insieme delle leggi che regolano la costituzione dello stato. Fanno parte del diritto costituzionale sia la costituzione, sia le leggi e i decreti attuativi che riguardano il parlamento, le regioni, le provincie, i comuni, i prefetti; cioè i vari organi istituzionali dello stato.

2 - Diritto amministrativo, cioè l'insieme delle leggi che regolano i rapporti tra le varie amministrazioni dello stato e i cittadini, i rapporti delle varie amministrazioni tra di loro, i rapporti all'interno di una stessa amministrazione. Per esempio le leggi sulla scuola statale regolano i rapporti tra professori, alunni, famiglie, tra professori tra di loro ecc. Le leggi che riguardano la giustizia fanno parte del diritto amministrativo in quanto regolano i rapporti tra tribunale e cittadini, i rapporti tra avvocati e amministrazione della giustizia, ecc. Il processo amministrativo è da distinguersi dal processo civile e dal processo penale, in quanto il processo amministrativo regola i rapporti tra i dipendenti. Per esempio questo concorso fa parte del diritto amministrativo, in quanto l'argomento riguarda le modalità di assunzione del personale giudiziario mediante concorso.

3 - Diritto processuale civile, cioè l'insieme delle leggi che regolano i rapporti tra cittadini. Le modalità con cui si svolge un processo civile si dice procedura civile o processo civile. Per esempio le cause che riguardano i rapporti di lavoro in una azienda, i rapporti in famiglia, le separazioni, i divorzi, le cause sulla eredità fanno parte del diritto civile. Le modalità con cui si conducono queste cause fanno parte del codice processuale civile, detto codice di procedura civile. Qui occorre distinguere tra diritto civile e diritto processuale civile. Diritto civile da solo fa parte del diritto privato e non del diritto pubblico, per cui non rientra tra gli argomenti del concorso; invece diritto processuale civile fa parte del diritto pubblico e quindi anche di questo concorso.

4 - Diritto penale, cioè l'insieme delle leggi che riguardano i reati, cioè la inosservanza delle leggi che causa danni al cittadino, furti, rapine, uccisioni, stragi. Le modalità con cui si svolge un processo penale si dice procedura penale o diritto processuale penale.

5 - Ordinamento giudiziario, cioè l'insieme delle leggi che riguardano il ministero della giustizia.

6 - Diritto regionale, cioè l'insieme di leggi che riguardano le regioni in generale e le leggi regionali.

7 - Diritto tributario, l'insieme delle leggi che riguardano i tributi, le tasse le imposte.

Cominciamo questo corso con il diritto costituzionale, cioè quello che riguarda la costituzione italiana.

Diritto costituzionale

Quando si parla di diritto ci si richiama subito alla fonte, cioè il testo scritto che dà origine alla norma, che noi comunemente chiamiamo legge, ma che man mano che procediamo nello studio, vedremo la differenza tra legge, decreto e regolamento; tra tassa, imposta e tributo. La fonte del diritto costituzionale è proprio la Costituzione italiana

La costituzione è composta da 139 articoli; è entrata in vigore il 1° gennaio 1948; è stata cambiata numerose volte: nel 1963, 1967, 1989, 1991, 1992, 1999, 2000, 2001, 2002, 2007, 2012. E' divisa in diverse parti:

1) Principi fondamentali (dall'articolo 1 al 12)

2) PARTE I - DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI (dall'articolo 13 al 54)

3) PARTE II - ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA (dall'articolo 55 al 139)

Vediamo di fare una breve sintesi.

Principi fondamentali (dall'articolo 1 al 12)

L'articolo 1 decide la scelta tra monarchia e repubblica e dice che l'Italia è una repubblica; non può diventare monarchia, il quanto l'articolo 139, sempre della costituzione, vieta di cambiare questa forma di stato.

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

Leggere una legge o la costituzione non è semplice; in quanto essa è frutto di un compromesso tra partiti politici appoggiati dagli americani, la Democrazia cristiana, e partiti politici appoggiati dalla Russia, cioè il partito comunista italiano di allora. Ogni articolo della costituzione ha almeno due commi, cioè due paragrafi; nel primo paragrafo si dice una cosa ( quella voluta dalla DC), nel secondo paragrafo si nega la stessa cosa ( quella voluta dal PCI). Inoltre per capirla occorre mettersi nei panni del legislatore. Egli non poteva scrivere che l'Italia è fondata sulle tasse sul lavoro, sulle imposte sul lavoro, sui tributi sul lavoro, sull'IRAP sul lavoro, sull'IVA sul lavoro, ecc. ecc; era troppo lungo; ha tolto le imposte, dal testo, non dalla vita quotidiana del cittadino, ed è rimasto lavoro, ovviamente lavoro degli altri, cioè dei cittadini, lavoro del popolo.

E democratica?

Può avere due significati opposti; democrazia è un termine greco che significa: governo del popolo; resta l'equivoco: chi è il soggetto? Il soggetto non è il popolo, in quanto vi è la preposizione "del", che indica un complemento di specificazione; quindi non è il popolo a governare, ma sono loro, i potenti, il legislatore, che governa, guida, indirizza il popolo, verso le scelte e gli obblighi scritti nella costituzione, nelle leggi, nei decreti, nei regolamenti.

Non è quindi compito della Costituzione garantire il lavoro a tutti i cittadini, anzi, loro, i potenti che hanno scritto la costituzione, fanno di tutto per mettere un insieme di leggi, decreti, regolamenti, tasse, imposte, sbarramenti, in modo da evitare che una persona nata nel popolo, un tempo detto "mundus", cioè mondo, pulito, senza soldi, raggiunga il potere e li tolga dal loro posto, che si sono conquistati con il sangue dei loro genitori. E' compito della Costituzione, invece, regolare questi rapporti di lavoro tra i cittadini, in modo da garantire la permanenza della situazione attuale delle classi, in cui è diviso il popolo italiano. La stessa situazione avviene negli stati stranieri.

La emigrazione non risolve il problema economico del singolo; anzi nella maggior parte dei casi lo peggiora. Infatti l'emigrato quando emigra ha i soldi per pagare l'aereo, la nave, il traghetto, il gommone; ma dopo anni di permanenza nei ceti sociali più poveri dello stato straniero, non riesce più a ritornare in patria, in quanto non ha nemmeno i soldi per pagarsi il biglietto di ritorno, nemmeno di un gommone, figurati se ha i soldi per pagarsi il biglietto di un aereo.

Questo modo realista di intendere lo stato non è destabilizzante, anzi, serve per creare dipendenti statali che vivono nella realtà sociale. Molto spesso il dipendente statale si monta la testa e vessa il cittadino con più forza, di quanto aveva previsto la costituzione, la legge, il decreto, emanato dai potenti di turno. Questo avviene anche in campo giudiziario, in questo inizio del millennio. E' vero che non esiste la ghigliottina o la pena di morte. Ma purtroppo è vero, che molti padri di famiglia sono morti e continuano a morire anche oggi, uccisi per colpa grave di dipendenti statali, che applicano norme scritte nel secolo scorso e che il legislatore nemmeno conosce. Si tratta, infatti, di più di 300.000 norme in vigore; non basta una vita ad una persona, nemmeno per poterle leggere; figurati se un deputato o senatore, nei pochi anni in cui si trova al potere, in media circa un anno, massimo due anni, come al tempo dei consoli degli antichi romani, possa leggere le norme in vigore. Lui pensa di emanare una nuova legge, che eviti che i numerosi politici a lui sottomessi, lo caccino via, prima di un anno, e se gli va bene due anni.

Sta al buon senso del dipendente statale, trovare una via di mezzo, tra la pura osservanza della norma, che uccide veramente e non a scherzo, e la pura inosservanza, che porta al licenziamento e alla perdita del posto di lavoro, conquistato sudando le classiche sette camicie, come comporta questo concorso.

L'articolo 4 della costituzione al seconda comma dice:"Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società". Il lavoro è quindi consentito dal primo comma dell'articolo 4, ma è anche obbligatorio, sia come mezzo di sussistenza sia come utilità sociale.

L'articolo 7 riguarda i rapporti tra stato e chiesa; questo rappresenta uno dei punti negativi della costituzione. E' risaputo, infatti, che la chiesa ci tiene a che i poveri restino poveri. La chiesa detiene buona parte dei beni immobili e mobili del nostro paese; nessun governo, da duemila anni a questa parte, tranne il periodo avignonese, in cui il papa se ne andò finalmente da Roma, è riuscito a liberarsi da questo negativo dominio della chiesa cattolica. La chiesa cattolica è, in base a questa articolo, autonoma, cioè non soggetta alle leggi italiane, anche se opera in Italia; la chiesa cattolica è anche sovrana, cioè può emanare delle leggi valide sul territorio italiano. Col seguente articolo 8, le altre religioni non contano nulla; non sono vietate ma non sono autonome né indipendenti né sovrane. Questo è una fortuna; ma sarebbe stato opportuno abrogare l'articolo 7, in modo che tutte le religioni venissero considerate delle libere associazioni, sottomesse alle leggi italiane e non sovrane.

L'articolo 9 è il classico dualismo DC-PCI. Nel primo comma si dice: "La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica"; nel secondo comma si dice l'opposto:"Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione"; tutelare il paesaggio vuol dire, appunto, che la tecnologia e lo sviluppo economico e sociale è impedito, in quanto si vuole che la terra resti quella che era duemila anni fa, con gli stessi monumenti vecchi e decrepiti, da conservare per l'eternità. Diversamente si comportano le religioni protestanti, in Inghilterra, Germania e Stati Uniti, dove i palazzi antichi vengono facilmente demoliti e ricostruiti con le nuove tecnologie, che lo sviluppo tecnico mette a disposizione.

L'articolo 10 parla del diritto internazionale, cioè del rapporto dell'Italia con gli altri paesi stranieri; l'articolo 11 da un lato dice che "ripudia la guerra" dall'altro consente alle potenze straniere che occupano l'Italia di rimanere ad occupare l'Italia; lo scopo sembra nobile:"consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni", ma non si poteva e non si può tuttora agire altrimenti.

Termina questa prima parte della costituzione l'articolo 12: "La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano:verde, bianco e rosso, a tre bande verticali"; la bandiera è necessaria in caso di guerra, per distinguere le truppe che si combattono tra di loro.


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