Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale
MERCOLEDI' 24 LUGLIO 2002
109a
Seduta (pomeridiana)
Presidenza del Presidente
ASCIUTTI
..........
IN SEDE REFERENTE
(1251) CORTIANA
ed altri. - Legge-quadro in materia di riordino dei cicli dell'istruzione.
(1306) Delega
al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli
essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione
professionale.
- e petizione n. 349 ad essi attinente
(Seguito dell'esame congiunto dei disegni
di legge n. 1251 e 1306, congiunzione con l'esame della petizione n. 349 e
rinvio)
Riprende l'esame congiunto, sospeso nella
seduta notturna di ieri.
Il presidente relatore ASCIUTTI dà
preliminarmente conto della petizione n. 349, sottoscritta da oltre 200.000
cittadini, con la quale si manifesta decisa contrarietà al ricorso alla delega
per la riforma scolastica e se ne chiede il ritiro. Ne propone conseguentemente
l'abbinamento con i disegni di legge in titolo.
Conviene la Commissione.
Il presidente relatore ASCIUTTI avverte
quindi che si procederà nella votazione degli emendamenti all'articolo 2 del
disegno di legge n. 1306, pubblicati in allegato al resoconto della seduta
notturna del 17 luglio scorso.
La senatrice ACCIARINI dichiara il suo
voto favorevole all'emendamento 2.108 (identico al 2.511), interamente
soppressivo della lettera d).
Tale lettera, oltre a ripartire la scuola secondaria in due gradi collocandone
peraltro uno nel primo ciclo e l'altro nel secondo ciclo, opera infatti una
netta ripartizione fra il sistema dei licei e quello dell'istruzione e
formazione professionale nient'affatto condivisibile e in netta controtendenza
rispetto all'evoluzione della scuola italiana coronata dalla legge n. 30. Essa
determina così un elemento di forte selezione sociale attraverso la formazione,
distinguendo fra percorso scolastico destinato a chi proseguirà gli studi e
percorso formativo destinato a chi entrerà nel mondo del lavoro, secondo una
dicotomia fondante nella riforma Gentile ma ormai da tempo superata. Non che sia
realistico eliminare ogni differenza fra percorsi formativi alternativi; una
biforcazione così rigida e precoce allontana tuttavia irrimediabilmente
l'integrazione fra i diversi sistemi che pure aveva rappresentato
un'acquisizione di grande rilievo della scuola italiana. Né tale separazione può
dirsi addebitabile al nuovo Titolo V della Costituzione, che attribuisce la
competenza sull'istruzione alla legislazione concorrente fra Stato e regioni e
quella sull'istruzione e formazione professionale alla competenza esclusiva
delle regioni. Da ciò non deriva infatti in alcun modo l'esigenza di una
separazione così netta, né tantomeno il trasferimento alle regioni degli
istituti professionali di Stato che la legge n. 30 aveva invece inserito a pieno
titolo nel sistema dei licei.
Anche il senatore CORTIANA considera la
lettera d)
un punto cruciale dell'intero provvedimento, frutto peraltro di una scelta
affrettata del Governo, incapace di raccogliere la sfida conseguente alle
reazioni suscitate dalla riforma Berlinguer. Il ministro Moratti ha inoltre
sommato a tale ritorno al passato la scelta di una canalizzazione precoce degli
studi, cui si lega la collocazione della scuola secondaria di primo grado nel
ciclo primario. Si tratta in questo caso di una scelta a suo giudizio colpevole,
nei confronti della quale manifesta netta contrarietà raccomandando la
soppressione della lettera d).
Assai preferibile appare invece ribadire l'articolazione prevista dalla legge n.
30 ed in tal senso preannuncia fin d'ora il suo voto favorevole sull'emendamento
2.109.
Posto ai voti, l'emendamento 2.108
(identico al 2.511) viene respinto.
Sull'emendamento 2.109, esprime il suo
voto favorevole il senatore D'ANDREA, il quale stigmatizza la soluzione confusa
offerta dalla lettera d)
nel testo del Governo, che pare non tener conto non solo del nuovo Titolo V
della Costituzione ma neanche del decreto del Presidente della Repubblica n. 616
del 1977, sovrapponendo competenze statali a competenze regionali senza alcuna
articolazione.
Posto ai voti, l'emendamento 2.109 viene
respinto.
Sull'emendamento 2.512, esprime il voto
favorevole la senatrice Vittoria FRANCO, la quale sollecita a sua volta la
modifica della lettera d),
in quanto punto qualificante di un disegno socialmente selettivo fra scuola di élite
e scuola per studenti svantaggiati. Auspica conseguentemente un più lungo
periodo di istruzione comune, nella prospettiva della costruzione di una
cittadinanza uguale per tutti.
Posto ai voti, l'emendamento 2.512 viene
respinto, così come – con separata votazione – il 2.110.
Sull'emendamento 2.111, esprime un
convinto voto favorevole la senatrice ACCIARINI, la quale richiama il dibattito
in corso sugli organi collegiali della scuola e sottolinea l'importanza della
rappresentanza della componente studentesca.
Si associa il senatore CORTIANA, il quale
esprime perplessità in ordine alla scelta operata a suo tempo dal
Centro-sinistra di incentrare la riforma della scuola sulle funzioni dei
direttori scolastici e sul conseguente conferimento della dirigenza. Si è
trattato infatti di un profilo indubbiamente nevralgico, ma discutibile quanto
all'efficacia. Le figure centrali della scuola sono per contro gli insegnanti e
gli studenti, cui devono essere assicurati gli strumenti per una partecipazione
attiva alla vita scolastica. Considerato che l'emendamento non stravolge
l'impianto del testo governativo, ne raccomanda pertanto l'approvazione.
Dissente il senatore COMPAGNA, il quale
osserva che in tal caso occorrerebbe assicurare altrettanta tutela ad altre
componenti attive dell'educazione dei giovani, fra cui i nonni.
Posto ai voti, l'emendamento 2.111 viene
respinto, così come – con separata votazione – il 2.112.
Dichiara il suo voto favorevole
sull'emendamento 2.113 la senatrice ACCIARINI, la quale ricorda l'esperienza
positiva degli istituti comprensivi nata nell'ambito della legge quadro sulle
zone montane e poi diffusasi sul territorio con crescente credibilità. Ad oggi,
gli istituti comprensivi sono infatti oltre 3.200, pari a circa il 42 per cento
delle unità scolastiche del ciclo di base, e – pur presentando luci ed ombre
– sono sempre espressione di un elevato impegno didattico.
Il senatore BRIGNONE si dichiara ben
consapevole dell'importanza del processo di verticalizzazione connesso agli
istituti comprensivi. Al riguardo, ricorda l'interrogazione da lui presentata
all'allora ministro De Mauro nella scorsa legislatura sui risultati di tale
esperienza, cui purtroppo non ha mai avuto risposta. Ricorda altresì il suo
personale impegno per la riduzione dei parametri dimensionali ai fini della
dirigenza scolastica, che ha comportato un incremento del processo stesso.
Preannuncia pertanto voto contrario rammentando che nella scorsa legislatura il
Centro-sinistra non aveva dimostrato altrettanta sensibilità.
Posto ai voti, l'emendamento 2.113 viene
respinto, così come – con separate votazioni – il 2.114, il 2.115 e il
2.116.
Il senatore BRIGNONE, accedendo all'invito
del Presidente relatore, ritira l'emendamento 2.117.
Il seguito dell'esame congiunto è quindi
rinviato.
MODIFICA DELL'ORARIO DI CONVOCAZIONE
DELLA SEDUTA NOTTURNA
Il PRESIDENTE avverte che, in
considerazione del nuovo calendario dei lavori dell'Assemblea, la seduta
notturna della Commissione, già convocata per le ore 20,30, avrà inizio al
termine dei lavori dell'Aula.
Prende atto la Commissione.
La seduta termina alle ore 16,30.
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2002