Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale

Disegno di legge

 

 

ISTRUZIONE (7a)

MERCOLEDI' 3 LUGLIO 2002
96a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente
ASCIUTTI


Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Valentina Aprea.

La seduta inizia alle ore 8,30.


IN SEDE REFERENTE

(1251) CORTIANA ed altri. - Legge-quadro in materia di riordino dei cicli dell'istruzione
(1306) Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione professionale
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta notturna di ieri.

Il presidente relatore ASCIUTTI avverte che si procederà con l'illustrazione degli emendamenti riferiti all'articolo 1 del disegno di legge n. 1306, assunto quale testo base, pubblicati in allegato al resoconto della seduta notturna di ieri.

Il senatore BERLINGUER illustra gli emendamenti da lui presentati, soffermandosi in particolare sull'emendamento 1.1, soppressivo dell'intero articolo 1. Al riguardo, chiarisce che la proposta di soppressione, così come del resto gli altri emendamenti presentati sia dal Gruppo Democratici di Sinistra - L'Ulivo che unitariamente dai Gruppi dell'Ulivo, non va intesa in senso eversivo, non essendo in alcun modo diretta ad annullare il percorso di riforma e creare un vuoto normativo. Nonostante la fiera contrarietà dell'Ulivo nei confronti di alcuni aspetti salienti della riforma Moratti, la richiesta di soppressione dell'articolo 1 deriva infatti unicamente dal desiderio di evitare il ricorso alla delega in una materia tanto delicata. Il principio della delega legislativa è senz'altro del tutto legittimo e costituzionalmente disciplinato; tuttavia, nel caso specifico, appare in netta contraddizione con le dichiarazioni programmatiche del ministro Moratti e con la natura stessa del provvedimento, di attuazione costituzionale.
Il Gruppo Democratici di Sinistra - L'Ulivo nutre peraltro dubbi non solo con riferimento alla scelta di ricorrere alla delega, ma anche con riguardo alle modalità con cui essa è stata formulata. Benché sia infatti sempre difficile trovare il giusto rapporto fra individuazione di precisi principi e criteri direttivi ed esigenze di sommarietà, in questo caso la determinazione dei principi di cui all'articolo 1, comma 3, appare davvero eccessivamente sommaria e generica, accentuando oltre misura il trasferimento di poteri in capo all'Esecutivo.
Dopo aver richiamato la contrarietà recentemente espressa anche dall'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) al ricorso alla delega legislativa, egli critica poi la scelta del Centro-destra di porre al centro della politica scolastica l'abrogazione della legge n. 30, con un'enfasi a suo giudizio scarsamente motivata.
Al contrario, nella sua stagione di riforme, il Centro-sinistra aveva posto al centro del processo innovatore l'autonomia scolastica, considerata il passaggio più significativo dello sviluppo della cultura educativa e successivamente costituzionalizzata ad opera del terzo comma del nuovo articolo 117 della Costituzione.
Il primo compito del nuovo Governo avrebbe dunque dovuto essere, a suo avviso, quello di sostenere significativamente le scuole nella realizzazione dell'autonomia, in termini finanziari, politici e di comunicazione. La pesante volontà revisionistica del nuovo Governo, messa a punto in primo luogo con l'abrogazione della legge n. 30, determina invece un effetto diversivo, a testimonianza di un approccio alla politica scolastica che non tende all'incontro fra le diverse culture per il riordino dei cicli scolastici.

La senatrice ACCIARINI illustra quindi gli emendamenti a sua firma, chiarendo preliminarmente che quelli presentati da tutti i Gruppi parlamentari dell'Ulivo costituiscono un'organica proposta alternativa al testo del Governo, di cui l'emendamento 1.2 (interamente soppressivo dell'articolo 1) rappresenta solo il primo tassello. La soppressione dell'articolo, che prevede il ricorso alla delega legislativa, si inquadra infatti in una visione affatto diversa del dibattito parlamentare, atteso che – a suo giudizio – per abrogare una legge quadro votata dal Parlamento nella scorsa legislatura e quindi allo stato pienamente vigente, il nuovo Governo di Centro-destra avrebbe dovuto avere il coraggio di procedere con un dibattito parlamentare di pari livello, senza imboccare la scorciatoia della delega.
Il panorama politico è poi aggravato dal fatto che, mentre da un lato si discute con il presente disegno di legge dell'esercizio di una competenza affidata dal nuovo Titolo V della Costituzione alla legislazione esclusiva dello Stato, dall'altro il Governo sottopone al Parlamento un provvedimento di portata ben diversa, che investe pesantemente le medesime tematiche. Il disegno di legge n. 1187, in materia di devoluzione, prevede infatti che le regioni attivino una competenza esclusiva su profili che l'ordinamento vigente in parte affida all'autonomia scolastica (che, come già ricordato, è stata elevata al rango costituzionale dal terzo comma del nuovo articolo 117) e in parte rientrano nell'ambito di applicazione della riforma prefigurata dal disegno di legge n. 1306, attualmente in esame.
Risulta pertanto assai difficile intuire la linea politica del Governo, che da un lato chiede al Parlamento un'estesa delega per la definizione delle norme generali sull'istruzione, in attuazione del secondo comma del nuovo articolo 117, e dall'altro attiva un canale parallelo che modifica sensibilmente il rapporto fra Stato e regioni in materia scolastica. Ciò determina una imbarazzante confusione, tanto più a fronte di un quadro normativo che allo stato è invece estremamente chiaro sia sul piano legislativo che su quello amministrativo e regolamentare.
La confusione cresce poi se si considera che la scelta di abrogare la legge n. 30 e di chiedere al Parlamento una delega legislativa per la riforma scolastica è stata motivata proprio con l'esigenza di tenere conto delle novità introdotte nell'ordinamento con la modifica del Titolo V della Costituzione e di darvi sollecita attuazione.
Il ritiro dei provvedimenti applicativi della legge n. 30 e la tempistica della delega richiesta con il disegno di legge n. 1306 (ventiquattro mesi per i decreti legislativi, più altri diciotto mesi per eventuali ulteriori interventi correttivi) ha peraltro imposto una sospensione del processo riformatore, atteso da oltre trent'anni, che era invece pronto a decollare al 1° settembre 2001. Questo colpevole ritardo è addebitabile, a suo giudizio, alla scelta ideologica di abrogare ad ogni costo una legge vigente votata dall'ex maggioranza di Centro-sinistra. In tale contesto il Gruppo Democratici di Sinistra - L'Ulivo si fa carico di indicare al Governo un percorso che consenta di ovviare al pesante ritardo, dando intanto avvio – nell'attesa di scelte più chiare sulle riforme costituzionali in materia scolastica – a quegli atti che permetterebbero di far decollare la riforma, anche a partire dall'anno scolastico 2002-2003. A tal fine, appare indispensabile evitare in primo luogo il ricorso alla delega legislativa e discutere compiutamente in Parlamento sulle linee generali del processo riformatore.

Il senatore CORTIANA dà per illustrati molti dei suoi emendamenti, preannunciando di volersi soffermare in particolare su undici di essi. Fra questi, sottolinea in primo luogo l'1.13 che, come l'1.40, pone al comma 1 dell'articolo 1 alcuni riferimenti di valore: in particolare l'1.13 pone l'accento sulla costruzione dei valori di cittadinanza mondiale, europea e nazionale in un contesto di cultura planetaria che rifugge da logiche xenofobe e razziste; l'1.40 richiama invece la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, nell'ottica dell'adesione dell'Italia ai maggiori istituti internazionali.
Altri emendamenti riguardano invece il comma 2 dell'articolo 1. Fra questi, l'1.68, di evidente significato politico, prevede l'espressione di un parere vincolante da parte delle Commissioni parlamentari sugli schemi di decreti legislativi, al fine di restituire equilibrio e dignità alla dimensione parlamentare.
L'emendamento 1.86 sollecita invece lo studio scolastico dei sistemi operativi e dei software cosiddetti open source, nei quali il codice sorgente è noto e modificabile. Per contrastare tale emendamento, la Microsoft ha chiesto ed ottenuto un'audizione con l'Ufficio di Presidenza della Commissione, nel corso della quale ha espresso l'opinione che il Parlamento non dovesse intervenire su equilibri definiti dal mercato e ha contestato che nelle scuole si dovessero studiare i sistemi open source atteso che il sistema più diffuso è quello a software proprietario. Tali considerazioni sono a suo giudizio assai preoccupanti, non solo perché il Parlamento ha invece il diritto-dovere di intervenire per regolare le nuove tematiche che affiorano nella società, ma anche e soprattutto perché la scuola non può essere considerata un precoce terreno di caccia per futuri clienti, essendo invece un luogo di formazione e di costruzione della cittadinanza. In tal senso è dunque opportuno sollecitare lo studio scolastico dei diversi sistemi, al fine di consentire scelte meditate e fondate su un'approfondita conoscenza, anche critica. L'emendamento 1.86 è del resto in linea con le indicazioni del Ministro per l'innovazione tecnologica, ingegner Stanca, riaffermate anche nell'ultima Conferenza sull'e-government.
Dopo essersi soffermato sull'emendamento 1.101, relativo alla predisposizione di strumenti amministrativi atti a rendere tempestivo l'utilizzo delle risorse destinate all'edilizia scolastica, sulla scorta dell'esperienza passata che ha testimoniato una forte difficoltà in questo campo, il senatore Cortiana dà infine conto di alcuni emendamenti volti ad aggiungere nuovi capoversi al comma 3: l'1.105, sul potenziamento dell'insegnamento delle lingue comunitarie, a partire dall'inglese; l'1.106, sull'insegnamento obbligatorio della musica e della cultura musicale classica, moderna e contemporanea; l'1.107, sull'estensione della scuola dell'infanzia statale su tutto il territorio nazionale, non certo a danno delle scuole dell'infanzia private ma in quanto opportunità doverosamente garantita dallo Stato; l'1.109, sul potenziamento del diritto allo studio, nel solco dell'ordine del giorno approvato nella scorsa legislatura al fine di andare oltre la fornitura gratuita dei libri di testo; l'1.110, sul sostegno all'associazionismo e terzo settore, a proposito del quale egli richiama il suo impegno per la costituzione di una authority per il terzo settore; l'1.115, sull'apertura degli edifici scolastici per tutta la giornata, al fine di inserirli in una rete di altri sportelli atti ad offrire ai giovani un tessuto di valori di riferimento alternativi alla devianza.

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 9,40.

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