Sperimentazione
Il Ministro Letizia Moratti risponde al C.N.P.I. sulla bozza di
Decreto
La sperimentazione riguarda la scuola dell'infanzia e il primo anno della scuola
elementare e si sviluppa su due fronti di intervento: l'uno didattico
pedagogico, l'altro concernente anche l'anticipo delle iscrizioni.
Le motivazioni che sorreggono l'iniziativa attengono all'esigenza di
accompagnare il delicato processo di riforma tuttora all'esame del Parlamento,
attraverso l'apporto di un circuito di scuole che consenta di verificare i
contenuti della riforma per la parte concernente i due primi segmenti formativi.
La finalità della sperimentazione è proprio quella di accertare sul campo se i
nodi critici segnalati dal gruppo redazionale del C.N.P.I., sotto il profilo
pedagogico, didattico ed organizzativo, possano essere, nella pratica, superati
attraverso l'impegno attivo e partecipato della sperimentazione.
In sostanza, nel rispetto di un metodo di lavoro che ha scelto la strada di un
ampio dibattito da parte di tutte le componenti scolastiche interessate, quale
linea di riferimento per un'azione riformatrice, l'iniziativa sperimentale tende
proprio a verificare e a far esprimere dalle scuole quali siano i fabbisogni in
termini di strutture, personale e finanziamenti di cui la scuola stessa ha
bisogno per realizzare la riorganizzazione complessiva del sistema scolastico.
Si deve aggiungere, a tal proposito, che il dibattito parlamentare sul disegno
di legge delega, rappresenta un'occasione utile per un'informazione- formazione
sulle linee ispiratrici del disegno riformatore, in modo tale da evitare il
rischio di una riforma calata dall'alto senza prendere a riferimento esperienze
già vissute e compiutamente maturate nelle scuole.
Si tratta in sostanza di cogliere l'occasione di una partecipazione attiva e di
un reale protagonismo delle scuole nel processo di riforma; occasione questa che
sembra essere condivisa dal C.N.P.I., il quale giustamente individua nell'art.
11 del D.P.R. n. 275/99 uno strumento di valorizzazione delle potenzialità
dell'autonomia scolastica.
Fatta questa premessa sembra necessario soffermarsi sulle criticità evidenziate
nel documento del gruppo redazionale del C.N.P.I..
I temi da affrontare sono riconducibili agli aspetti concernenti i tempi per
l'attuazione della sperimentazione, il problema della riapertura delle
iscrizioni, le risorse professionali e finanziarie, alcuni aspetti pedagogici,
metodologici e didattici della riforma, i momenti e gli strumenti di
monitoraggio e verifica della sperimentazione, e le azioni di formazione e
aggiornamento del personale scolastico.
La preoccupazione espressa dal C.N.P.I., in ordine alla ristrettezza dei tempi
rappresenta un giusto richiamo.
Tuttavia, l'obiettivo strategico al quale si faceva in precedenza riferimento,
di inserire il processo di riforma in un effettivo circuito di sperimentazione
che ne verifichi via via i vari aspetti, ha determinato l'esigenza di non
rinviare l'avvio dell'iniziativa sperimentale.
Inoltre, le azioni già poste in essere e quelle che si svilupperanno a seguito
dell'espressione del formale parere del C.N.P.I., consentono di poter affermare
che non vi saranno conseguenze sull'ordinato svolgimento dell'anno scolastico e
che la scelta delle scuole possa essere effettuata con scrupolo e rigore, non
condizionata dalla brevità dei termini.
A seguito della richiesta di parere al Consiglio Nazionale della Pubblica
Istruzione, i documenti relativi alla sperimentazione (bozza di provvedimento,
Indicazioni nazionali e Raccomandazioni) sono stati portati a conoscenza dei
Direttori regionali affinché potessero attivare le iniziative preliminari alla
individuazione delle scuole. Tali iniziative si sono concretate nella richiesta
di adesione alla sperimentazione di circa un migliaio di istituti.
Tale richiesta è avvenuta da parte dei dirigenti scolastici, fatto questo che
non rappresenta di per sé l'adesione della scuola al progetto la quale,
viceversa, va formalizzata attraverso la delibera degli organi collegiali
(collegio docenti, consiglio di istituto).
Allo stato attuale, risulta che una gran parte delle scuole che si sono proposte
per la sperimentazione hanno già formalizzato il loro interesse a partecipare.
Poiché le adesioni sono in numero superiore a quelle previste nella bozza di
decreto per l'attivazione della sperimentazione, è necessario individuare quali
siano le condizioni di fattibilità della sperimentazione stessa (disponibilità
di strutture logistiche, di personale e finanziarie).
I criteri per l'individuazione, specie per quanto riguarda le scuole
dell'infanzia, si stanno concordando con l'ANCI, con cui è aperto un tavolo
permanente di consultazione. Si è in attesa di ricevere le proposte che l'ANCI,
nell'incontro avuto il 29 agosto u.s., si è impegnato a far pervenire entro il
12 c.m. e cioè subito dopo la formalizzazione del parere del C.N.P.I..
Immediatamente dopo l'espressione del parere da parte del C.N.P.I. e le
indicazioni dell'ANCI saranno adottate tutte le soluzioni utili per l'avvio
della sperimentazione, in modo da assicurare anche la validità dell'anno
scolastico per quanto riguarda la durata prevista.
In concreto, a partire dalla stessa giornata del 12 settembre sono stati già
programmati incontri con i Direttori Generali regionali unitamente agli
ispettori tecnici della scuola dell'infanzia e della scuola elementare, per
illustrare nel dettaglio i contenuti del progetto sperimentale, fornendo tutte
le indicazioni utili per la definitiva scelta delle scuole presso cui attivare
la sperimentazione stessa e per la redazione del piano regionale delle
istituzioni scolastiche prescelte.
La verifica delle condizioni e l'esame attento da parte del corpo ispettivo
territoriale, il sostegno degli I.R.R.E., dei responsabili dei CSA e della
Direzione generale regionale dovrebbero consentire l'avvio effettivo della
sperimentazione entro la seconda decade del corrente mese.
Peraltro, sono già in programma conferenze di servizio con i dirigenti
scolastici interessati, in modo tale da offrire il massimo della consulenza
possibile sui contenuti, le procedure e gli obiettivi della sperimentazione.
Tali conferenze opereranno in stretto rapporto con una struttura centrale
specificatamente preposta alle azioni di interrelazione con il territorio.
Una delle condizioni necessarie per l'attivazione della sperimentazione, ferma
restando la libera adesione dei genitori, sarà soprattutto quella di non
comportare la riapertura dei termini di iscrizione dei bambini che compiono l'età
richiesta, rispettivamente tre e sei anni, entro il 28 febbraio 2003.
A tal fine, la scelta dovrebbe ricadere prioritariamente su scuole dell'infanzia
ed elementari aventi sede nel medesimo circolo didattico o istituto comprensivo
e, per quanto concerne la scuola dell'infanzia, nello stesso territorio in cui
opera un asilo nido.
Rimane il fatto che l'anticipo delle iscrizioni nella scuola dell'infanzia è
consentito solo nell'ipotesi che non vi siano, in lista d'attesa, bambini che
compiano i tre anni entro il 31.12.2002.
Per quanto riguarda la scuola elementare, nell'ipotesi in cui la richiesta di
frequenza anticipata non sia, per particolari condizioni ambientali, correlata
all'esistenza di una scuola dell'infanzia nello stesso circolo, la scelta dei
bambini sarà ovviamente rimessa all'autonoma valutazione delle scuole ed alle
compatibilità presenti nel territorio.
La sperimentazione non incide sulla determinazione degli organici del circolo
didattico o dell'istituto comprensivo coinvolto.
Una delle condizioni della sperimentazione è quella di non avere classi o
sezioni "sature".
L'incremento del numero di iscrizioni per l'anticipo sarà riassorbito
attraverso una distribuzione dei bambini sui posti disponibili in ciascuna
sezione o classe, fermo restando il tetto massimo di alunni per ciascuna sezione
o classe.
Per la scuola dell'infanzia il numero dei bambini che anticipano l'iscrizione
determinerà per ciascuna sezione la riduzione proporzionale del numero massimo
di iscrizioni consentite.
Le esigenze connesse alla presenza di bambini al di sotto dei tre anni potranno
essere soddisfatte attraverso una stretta interrelazione con il personale degli
asili nido ovvero anche mediante contratti di prestazione d'opera per il
reperimento di personale qualificato.
Per la scuola elementare la diversa organizzazione didattica, che prevede la
figura dell'insegnante tutor cui viene affidato un numero di ore di insegnamento
frontale oscillante tra le 18 e le 21, non altera il principio della pari dignità
dei docenti attualmente impegnati nei moduli (tre docenti per due classi),
atteso che al terzo docente verrebbe affidata la responsabilità di prestazioni
professionali correlate alla gestione dell'insegnamento frontale e dei
cosiddetti laboratori.
L'elaborazione dei criteri di scelta dell'insegnante tutor sarà rimessa
all'autonomia degli organi collegiali delle istituzioni scolastiche. A tale
riguardo, è appena il caso di far presente che la delibera degli organi
collegiali di adesione al progetto sperimentale già necessariamente prende a
riferimento la possibilità non solo di attivare la figura dell'insegnante tutor
- che rappresenta uno degli elementi caratterizzanti la sperimentazione sotto il
versante della metodologia e della didattica - ma anche di accertare la presenza
di docenti che possano impartire l'insegnamento della lingua inglese e della
prima alfabetizzazione informatica.
La sperimentazione sotto questi profili non comprime il principio dell'autonomia
scolastica, ma, anzi, responsabilizza le scuole nella elaborazione del progetto
finalizzato al raggiungimento di obiettivi specifici di apprendimento nel
rispetto del sistema nazionale di istruzione.
Rimane pieno e maggiormente responsabilizzato l'intervento didattico che si
avvale di strumenti di flessibilità organizzativa, di metodologie
diversificate, volti a favorire il successo formativo di ogni singolo alunno
facendo leva sulle potenzialità di ciascuno.
Uno degli strumenti attraverso i quali è possibile rilevare ed annotare i
percorsi seguiti e i progressi dei risultati raggiunti è rappresentato dal
Portfolio delle competenze.
Tale Portfolio, per la cui compilazione esistono numerose indicazioni
consolidate a livello internazionale, non costituisce un'incombenza esclusiva da
parte dell'insegnante tutor, quanto, invece, il risultato di una condivisione da
parte di tutti coloro che sono coinvolti nel processo educativo: docenti, alunni
e famiglie.
Per quel che riguarda le risorse finanziarie necessarie per eventuali esigenze
aggiuntive, sono stati già previsti specifici stanziamenti a sostegno del
processo di sperimentazione, sia nei provvedimenti attuativi della Legge n.
440/1997, che nella Direttiva sulla formazione, tenendo conto che la portata
della sperimentazione è contenuta e, pertanto, non comporta costi rilevanti.
In ogni caso, ad eventuali richieste di maggiore finanziamento si può far
fronte con il fondo allocato presso le Direzioni regionali - nella misura del
10% dei finanziamenti territoriali - che è disponibile proprio per le azioni
relative alle innovazioni e al potenziamento dell'offerta formativa.
L'attività di monitoraggio e di verifica sarà sostenuta dagli Osservatori
Nazionale e Regionali che si avvarranno, oltre che dei soggetti individuati
nella Bozza di provvedimento, soprattutto di docenti della scuola militante e di
docenti universitari esperti del settore, astenendosi dal definire criteri per
l'attuazione.
L'Amministrazione, d'intesa con l'INDIRE e gli IRRE, sta predisponendo percorsi
di informazione/formazione del personale della scuola, destinati non solo al
personale che opera nelle classi sperimentali, ma più in generale a tutti i
docenti.
Pertanto, fin dai primi giorni del mese di ottobre saranno sviluppate iniziative
secondo il modello di e-learning integrato già sperimentato per la formazione
dei 65.000 docenti assunti in prova nell'anno scolastico 2001/2002.
Per la documentazione di merito sulla formazione è evidente che un ruolo
specifico sarà svolto dalle scuole coinvolte nel processo sperimentale, che
potranno costituire un polo di riferimento ai fini della costruzione di una rete
di scuole.
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