Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il
seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato:
Delega al Governo per la definizione di norme generali sull'istruzione e dei
livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione
professionale; e delle abbinate proposte di legge d'iniziativa dei deputati
Stefani; Sospiri; Alberta De Simone; Alberta De Simone; Martinat ed altri;
Angela Napoli; Angela Napoli; Angela Napoli; Angela Napoli; Bianchi Clerici;
Serena; Angela Napoli; Angela Napoli; Angela Napoli; Malgieri; Angela Napoli;
Landolfi; Alboni ed altri; Parodi ed altri; Parodi ed altri; Parodi ed altri;
Serena; Sasso ed altri; Rizzo ed altri.
Ricordo che nella seduta del 13 febbraio scorso è stato respinto, da ultimo,
l'emendamento Capitelli 2.195.
PRESIDENTE. Riprendiamo, dunque, l'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 3387 sezione 1).
Nessuno chiedendo di parlare, dovremmo procedere alla votazione degli identici
emendamenti Capitelli 2.196 e Carra 2.197.
Avverto che i deputati del gruppo dei Democratici di sinistra hanno chiesto la
votazione nominale mediante procedimento elettronico.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta
potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da
questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti
dall'articolo 49, comma 5, del regolamento.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la
seduta che riprenderà alle 16,30.
La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,30.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Colleghi, se ritenete, vi prego di affrettarvi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici
emendamenti Capitelli 2.196 e Carra 2.197, non accettati dalla Commissione né
dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge ().
(Presenti 310
Votanti 309
Astenuti 1
Maggioranza 155
Hanno votato sì 126
Hanno votato no 183).
Prendo atto che l'onorevole Lezza non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Titti De Simone 2.92.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Titti De Simone. Ne
ha facoltà.
TITTI DE SIMONE. Signor Presidente,
siamo arrivati al cuore della proposta di riforma perché stiamo affrontando
esattamente gli aspetti che riguardano il riordino dei cicli. Noi ci
contrapponiamo nettamente alla proposta qui formulata dal Governo per una serie
di ragioni che rivendicano il ruolo ed il carattere fondamentalmente unitario
del sistema scolastico, a partire dalla funzione strategica del primo ciclo, che
è quello riguardante la formazione e lo sviluppo dei bambini e delle bambine. PRESIDENTE. Saluto gli insegnanti e gli
studenti delle quinte classi dell'istituto tecnico commerciale per geometri di
Roseto degli Abruzzi che assistono ai nostri lavori (Generali applausi). Dichiaro chiusa la votazione. Prendo atto che gli onorevoli Brusco e Lezza non sono riusciti a votare. LUANA ZANELLA. Signor Presidente, con
questo emendamento vogliamo proporre la soppressione delle parole «morale» e
«religioso». Infatti, gli obiettivi generali di questo disegno di legge,
oltreché essere espressi in modo generico, si prestano anche ad un'ulteriore
applicazione piuttosto ambigua. Come abbiamo già visto in precedenza, quando
abbiamo cominciato l'esame dei vari emendamenti, ci si richiama, in modo troppo
poco netto e preciso, ai principi costituzionali. Vi è la parola «anche» che
introduce un elemento di ambiguità quando, invece, i principi costituzionali
dovrebbero essere il fondamento dell'istruzione e della formazione pubblica e
non solo, visto che stiamo trattando del patto fondante, cioè la stessa
democrazia. Invece, alle lettere b) ed e) si preferisce far
riferimento al conseguimento di una formazione spirituale e morale. È ovvio che
si deve pensare alla formazione spirituale, morale e religiosa quando si parla
di formazione delle giovani generazioni, ma si tratta anche di capire come poi
si declinano questi concetti. Per esempio, come si accentuano l'appartenenza e
le radici senza la necessaria, indispensabile apertura all'alterità ed alle
differenze? Oggi abbiamo una ministra donna: come si può non sottolineare la
necessità, per esempio, di svolgere un ragionamento sulla differenza sessuale?
Molto è stato PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto l'onorevole Gerardo Bianco. Ne ha facoltà.
GERARDO BIANCO. Signor Presidente,
preannuncio l'espressione del mio voto contrario sull'emendamento in esame.
Vorrei, inoltre, ricordare che i più alti spiriti laici del Risorgimento (Applausi
di deputati del gruppo di Forza Italia) vollero inserire all'interno del
sistema scolastico l'insegnamento della religione. Ricordo un nome per tutti:
Francesco De Santis (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Prendo atto che l'onorevole Brusco non è riuscito a votare e che l'onorevole
Frigato avrebbe voluto esprimere un voto contrario. ALBERTA DE SIMONE. Signor Presidente,
vi è un'esigenza di riflessione sulla scuola dell'infanzia con riferimento
all'elemento più allarmante dei nostri tempi, quello della caduta verticale
della natalità di cui una delle cause principale è rappresentata dalla
difficoltà enorme delle donne di conciliare il loro lavoro esterno con i
compiti gravi della riproduzione e della cura. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Prendo atto che l'onorevole Brusco non è riuscito ad esprimere il proprio
voto. PIERA CAPITELLI. Signor Presidente,
onorevoli colleghi, vorrei illustrare brevemente le ragioni della nostra
proposta complessiva in merito alla scuola dell'infanzia. La legge n. 30,
inserendo la scuola dell'infanzia nel sistema nazionale di istruzione e
formazione, aveva rappresentato - dico aveva perché stiamo assistendo ad una
lenta agonia della legge n. 30 - per questo grado scolastico una grande
occasione per qualificare la propria azione formativa. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Passiamo alla votazione dell'emendamento Grignaffini 2.201. ALBA SASSO. Signor Presidente, onorevoli
colleghi, intervengo a titolo personale per dire che sulla questione
dell'anticipo vorrei prendere per buona l'affermazione del ministro. È una
facoltà attribuita alle famiglie, ma voi state creando aspettative nelle
famiglie alle quali le scuole ed i comuni non potranno far fronte, anche in
considerazione dei «tagli» previsti dall'ultima legge finanziaria. L'ANCI lo
ha sottolineato più volte: con quali risorse i comuni potranno far fronte alla
presenza di bambini di due anni e quattro mesi nelle scuole pensate per bambini
più grandi? Noi sappiamo che proprio per questa mancanza di risorse e per le
difficoltà organizzative la sperimentazione che voi avete avviato lo scorso
anno non è andata bene e voi tacete su questa valutazione. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gambale. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE GAMBALE. Signor Presidente,
intervengo a titolo personale e approfitto di questo emendamento per esprimere
la mia posizione, che è contraria rispetto a quella del mio gruppo, in
riferimento all'anticipo dell'iscrizione. Non ho una posizione ideologicamente
contraria, come quella che emerge da parte dell'Ulivo su questo argomento:
ritengo sia giusto ed equo offrire alle famiglie la facoltà, la possibilità di
mandare a scuola i loro figli anche prima dei tre anni. Credo che le famiglie
debbano avere l'opportunità di scegliere quello che è meglio per i loro figli. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Valpiana. Ne ha facoltà.
TIZIANA VALPIANA. Signor Presidente,
intervengo a titolo personale. Credo che questo Governo, tra le tante confusioni
che sta creando in vari ambiti della vita, ne stia creando anche qui, con
conseguenze estremamente gravi. Infatti, mentre viene proposta questa
anticipazione dell'ingresso nella scuola materna a bambini che non hanno alcuna
possibilità - pensiamo, ad esempio, al controllo sfinteriale - di essere
inseriti nell'ambito e negli spazi di una scuola materna, in Commissione affari
sociali stiamo elaborando una proposta di legge - all'interno della quale è
stato inserito anche un PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bimbi. Ne ha facoltà.
FRANCA BIMBI. Signor Presidente,
intervengo a titolo personale. Signor ministro, colleghi, non è un motivo
ideologico quello per il quale la Margherita e l'Ulivo hanno fatto questa
scelta, ma è un motivo che muove da un dibattito scientifico di cui noi abbiamo
preso atto. Sostanzialmente, la critica nei confronti dell'anticipo scolastico
è la critica verso un approccio troppo rigidamente cognitivo nel rapporto tra
bambini e apprendimento scolastico. Noi sappiamo benissimo che si tratta di
questo. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto l'onorevole Francesca Martini. Ne ha facoltà.
FRANCESCA MARTINI. Signor
Presidente, onorevole ministro, mi trovo a dover confutare quanto affermato
dalla collega, onorevole Valpiana. Infatti, con riferimento alla legge approvata
dalla Commissione Affari sociali - di cui sono relatore - in tema di servizi
socioeducativi per la prima infanzia, si contempla la fascia di età dai 3 ai 36
mesi perché si offre una gamma diversificata di servizi che riguardano proprio
tale fascia di età ancora molto bisognosa di un'offerta diversificata e
flessibile. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grignaffini. Ne ha facoltà.
GIOVANNA GRIGNAFFINI. Signor
Presidente, intervengo per ricordare che, con riferimento al provvedimento al
nostro esame, non ci troviamo solo di fronte alla possibilità, offerta alle
famiglie, di scegliere (è un diritto sacrosanto, come ha riconosciuto il
collega Gambale). Offrendo quest'opportunità, legittima in sé, di fatto, si
produce una modificazione della strutturazione dell'idea, del percorso e della
filosofia della scuola dell'infanzia. Per un'opportunità di una libertà di
scelta, si determina la distruzione di quell'elemento nevralgico del sistema
formativo che è la scuola dell'infanzia impostata secondo l'idea di percorsi
evolutivi umanistici non legati alla logica del successo e della
verifica-analisi che ha ricordato la collega Bimbi.
PRESIDENTE. Onorevole Grignaffini...
GIOVANNA GRIGNAFFINI. In questo
settore nevralgico si interviene senza aver acquisito i dati della
sperimentazione. Ciò è gravissimo perché, nel caso della rottura di un
sistema equilibrato come la scuola dell'infanzia, il vostro richiamo
all'efficienza e all'efficacia avrebbe dovuto imporre una valutazione dei
risultati, una valutazione delle potenzialità nuove che questi risultati sono
in grado di promuovere e non una costrizione per legge di una generalizzazione,
di una sperimentazione che distrugge ciò che tutti i paesi europei ci indicano,
vale a dire la nostra scuola dell'infanzia.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Passiamo alla votazione dell'emendamento Titti De Simone 2.111. TITTI DE SIMONE. Signor Presidente, la
ringrazio anche per il suo richiamo così preciso e puntuale. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Passiamo alla votazione dell'emendamento Colasio 2.203. PIERA CAPITELLI. Signor Presidente,
vorrei spiegare che questo emendamento sarebbe pienamente accettabile anche in
un impianto fortemente antitetico al nostro. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Villetti 2.208. ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente,
questo è il secondo dei tre emendamenti che noi abbiamo presentato insieme ad
Intini e Buemi per compiere un intervento chirurgico sulla delega. La nostra
impostazione è rivolta ad assicurare a tutti il diritto ad una istruzione
uguale per almeno dieci anni, nonché il diritto alla formazione professionale
sino al conseguimento di una qualifica per almeno altri tre anni. Ciò può
essere assicurato anticipando a cinque anni l'accesso alla scuole elementare, in
essa individuando un periodo di due anni teso al raggiungimento della
strumentalità di base. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Prendo atto che i deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo
hanno erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere
voto contrario. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Detomas 2.119, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Prendo atto che i deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo
hanno erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere
voto contrario ANTONIO RUSCONI. Signor Presidente,
questo è un altro nodo fondamentale della riforma, che è rappresentato dalla
proposta di anticipo scolastico a due anni e quattro mesi - vorrei sottolineare
dal 30 aprile al 1o settembre - per la scuola materna, e a cinque
anni e 4 mesi per la scuola elementare. Non si tratta soltanto dell'infanzia
rubata, ma della assurdità presente nel testo circa l'obbligatorietà
dell'iscrizione fino al 31 agosto e la facoltatività dell'anticipo a partire
dal 1o settembre sino al 30 aprile dell'anno successivo. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gambale. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE GAMBALE. Signor Presidente,
credo sia evidente che si tratta di una posizione ideologica e non motivata per
il fatto che l'Ulivo ha votato a favore dell'emendamento Villetti che prevede
l'anticipo per l'inserimento nella scuola a 5 anni e anche a favore
dell'emendamento Detomas, Brugger, Bressa e altri che prevedeva di ampliare la
facoltà che il Governo propone di iscrivere anticipatamente i bambini a scuola.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sasso. Ne ha facoltà.
ALBA SASSO. Signor Presidente, qui non
stiamo facendo un dibattito pedagogico sull'anticipo o meno: ci sono alcuni
favorevoli altri contrari; il problema è un altro: la scuola dello Stato ha le
risorse e le condizioni per garantire che questo anticipo che venga fatto nel
migliore dei modi e che i bambini e i ragazzi siano accolti a scuola in classi
che non vedano la presenza di bambini dai 5 ai 7 anni? Perché questo non
funziona.
VALENTINA APREA, Sottosegretario di
Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Ci proviamo!
ALBA SASSO. Voglio dire un'ultima cosa. Per
quanto riguarda l'anticipo nella scuola elementare, ministro, col finanziamento
previsto i comuni potranno sostenere la spesa per 16 mila bambini che compiranno
gli anni entro il 28 febbraio; gli aventi diritto sarebbero ottantamila. Lascio
a voi pensare cosa succederà una volta riaperte le iscrizioni. Su questo punto
la legge torna al Senato. Possiamo sapere se ci sono i soldi per garantire
tutti?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Colasio 2.205, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Passiamo alla votazione dell'emendamento Titti De Simone 2.128. TITTI DE SIMONE. Signor Presidente,
poiché voi considerate l'istruzione non come un diritto, ma come un bene di
consumo (sostanzialmente come una merce) è evidente e quindi consequenziale,
che il vostro modello di riferimento soprattutto su un passaggio così cruciale
come quello del secondo ciclo dell'istruzione di cui ora trattiamo, sia proprio
il mondo dell'impresa. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Passiamo alla votazione dell'emendamento Villetti 2.211. ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente,
signor ministro, onorevoli colleghi, quello al nostro esame è il terzo ed
ultimo emendamento che presentiamo per effettuare un intervento, che ho definito
chirurgico, sul provvedimento di delega Moratti. Cercherò nel modo più
semplice di spiegare il nostro punto di vista sulla questione. A nostro
giudizio, devono essere create, per quanto riguarda i giovani e le ragazze, pari
opportunità. Siamo del tutto contrari a coloro che pensano che la selezione e
la competizione sociale debbano avvenire al di sotto dei 15 anni di età. A
nostro giudizio, quindi, tali obiettivi si raggiungono per il PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Passiamo alla votazione dell'emendamento Colasio 2.210. ANTONIO RUSCONI. Signor Presidente,
parlo a titolo personale. Con questo emendamento mi sembra venga offerto un
contributo serio affinché funzioni lo scambio tra i due sistemi e si eviti la
presenza di una scuola di serie A, PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Passiamo alla votazione dell'emendamento Grignaffini 2.209. ALBA SASSO. Signor Presidente, non
condividiamo la proposta contenuta in questo provvedimento di canalizzazione
precoce, di scelta a 13 anni. Infatti, dai 13 ai 15 anni si acquisiscono e si
consolidano proprio quelle conoscenze che permettono di continuare ad imparare,
poter passare da un canale all'altro, di accedere alla preparazione al lavoro
senza essere penalizzati quando il lavoro cambia e cambia il sapere del lavoro.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Bulgarelli 2.21, non accettato dalla Commissione né dal
Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Prendo atto che l'onorevole Pinto non è riuscita ad esprimere il proprio
voto. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Colasio 2.213, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Colasio 2.214, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Prendo atto che l'onorevole Mondello non è riuscita ad esprimere il proprio
voto. PIERA CAPITELLI. Questo emendamento,
signor Presidente, ci riporta al problema dell'effettivo rispetto della legge
sull'autonomia didattica delle scuole, ma ci riporta anche su una tematica più
complessa. Vi è un'operazione fondamentale preparatoria alla discussione di
qualunque riforma della scuola: la riflessione sul riordino del sistema dei
saperi per l'individuazione del curricolo di base. Invece di curricolo non si
parla più in questo disegno di legge. Prendiamo quindi atto che si ritorna
irrimediabilmente ai programmi. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Sasso. Ne ha facoltà.
ALBA SASSO. Con questa lettera l)
del comma 1 dell'articolo 2 si chiarisce bene quello che avevamo già detto in
Commissione, cioè come questa legge vada di pari passo con la proposta di devolution
già approvata dal Senato. Voi sostenete che la competenza su una parte del
curricolo viene affidata direttamente alla competenza regionale. Insomma non
sono le scuole ad arricchire il curricolo nel confronto con la cultura locale,
ma è il potere politico locale che decide quote di sapere della scuola. Questo
è davvero un bel colpo all'autonomia culturale del sistema, all'autonomia delle
scuole e dei soggetti e tutto questo a favore di un neocentralismo regionale e
di una divisione del sistema unitario in 20 sottosistemi destinati ad aumentare
divisioni e differenze territoriali.
PRESIDENTE. L'onorevole Grignaffini ha
chiesto di parlare per dichiarazione di voto, ma non posso darle la parola perché
ha già parlato sull'articolo 2 e sul complesso delle proposte emendative
presentate. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli
identici emendamenti Colasio 2.216 e Capitelli 2.217, non accettati dalla
Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Capitelli 2.218 e Colasio
2.219. ANTONIO RUSCONI. Intervengo a titolo
personale perché vorrei che ci rendessimo conto tutti, in questa Assemblea, che
qualora questo emendamento fosse respinto di fatto la riforma umilierebbe
l'autonomia degli istituti. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'articolo 2. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'articolo aggiuntivo Bulgarelli 2.01, non accettato dalla Commissione né
dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere
contrario. Dichiaro chiusa la votazione. PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo
3 e delle proposte
emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 3387 sezione 2). ANGELA NAPOLI, Relatore per la
maggioranza. La Commissione esprime parere contrario su tutti gli
emendamenti riferiti all'articolo 3, ad eccezione degli emendamenti Sterpa 3.15
e Fiori 3.18 sui quali formula un invito al ritiro, proponendo di trasfonderne
il contenuto in ordini del giorno.
PRESIDENTE. Il Governo?
LETIZIA MORATTI, Ministro
dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Il Governo concorda con
il parere espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Passiamo alla votazione dell'emendamento Colasio 3.26. ANTONIO RUSCONI. È il tipico
emendamento - mi rivolgo soprattutto al ministro - con il quale vorremmo capire
se la discussione continua ad essere, come in Commissione, una mera ritualità
oppure se, dall'obbligo proveniente dalla Commissione bilancio di far tornare il
provvedimento al Senato, ne consegue una volontà di migliorare la riforma. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto l'onorevole Sasso. Ne ha facoltà.
ALBA SASSO. Signor Presidente, intervengo a
titolo personale per sottolineare che la questione della valutazione
apparentemente può sembrare una questione marginale, mentre in realtà
costituisce un tema centrale del percorso di apprendimento e di insegnamento. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Squeglia. Ne ha facoltà.
PIETRO SQUEGLIA. Signor Presidente,
dobbiamo dire che, in generale, il testo si presenta confuso e contraddittorio.
In questo caso, tanto per fare un esempio, il testo in esame non tiene conto che
la valutazione deve essere articolata e che, se c'è una valutazione del sistema
in generale, c'è anche quella delle singole istituzioni scolastiche, quella
degli insegnanti e quella degli studenti. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Prendo atto che gli onorevoli Ciro Alfano, Emerenzio Barbieri, Cima,
Maninetti, Mereu e Mondello non sono riusciti a votare. PIERA CAPITELLI. Signor Presidente,
vorrei cominciare a porre un problema già sollevato, implicitamente,
dall'onorevole Sasso: con l'introduzione del voto di condotta all'articolo 3,
comma 1, lettera a), andiamo contro la ratio complessiva di una
legge. Ricordo che lo statuto delle studentesse e degli studenti è legge.
Vorrei ricordarlo al ministro, che tanto tiene a questo concetto: si tratta di
una legge che ha messo al primo posto la centralità dell'alunno come persona.
Cosa si fa di queste leggi? Le abroghiamo o le punzecchiamo qui e là? Questo mi
viene da chiedere. Lo statuto delle studentesse e degli studenti che, come hanno
già detto i colleghi, ha abolito, correttamente, il voto di condotta, oltre a
mettere in rilievo la centralità dell'alunno come persona, esplicita diritti e
anche doveri degli alunni. Vogliamo tenere conto di questa legge e del suo
significato complessivo? PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto l'onorevole Titti De Simone, alla quale ricordo che ha un
minuto a disposizione. Ne ha facoltà.
TITTI DE SIMONE. Signor Presidente,
vorrei ricordare al Parlamento che il percorso di costruzione di questa
legge-delega ha visto, proprio su questo punto ma non solo, una incapacità (noi
riteniamo probabilmente una non volontà) di questo Governo di confrontarsi con
quegli esponenti e quei soggetti attori del mondo della scuola, in particolare,
per quanto attiene al mondo degli studenti, che avevano sollevato su questo
elemento molti rilievi critici, insieme al mondo degli insegnanti. Infatti, è
evidente che su questo punto noi aggiungiamo ad una scuola che divide, per le
ragioni che qui abbiamo già esposto, un'idea di una scuola che punisce
completamente difforme da quella di una scuola che promuove che rimuove gli
ostacoli che si frappongono ad un pieno sviluppo e ad una piena affermazione
delle proprie qualità, delle proprie vocazioni PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Onorevole Sterpa, intende accedere all'invito al ritiro del suo emendamento
3.14 formulato dal relatore per la maggioranza?
EGIDIO STERPA. Sì, signor Presidente, e
annuncio di aver già presentato un ordine del giorno di impegno per il Governo
nel quale viene trasfuso il contenuto del mio emendamento. In sede di
dichiarazione di voto spiegherò i motivi che mi inducono a ritenere che,
nell'esercizio della delega, possa essere tenuto presente il punto di vista che
mi ha mosso a presentare questi emendamenti e quindi successivamente l'ordine
del giorno. Spiegherò tutto questo in sede dichiarazione di voto.
Nella proposta del Governo qui avanzata non solo andiamo verso una
frammentazione del carattere unitario del sistema scolastico - che verrà
ripresa in modo dirompente, con elementi di esclusione selettivi e classisti,
laddove nei passaggi successivi si fa riferimento alla canalizzazione a 13 anni
e, quindi, alla divisione tra il percorso dell'istruzione e quello della
formazione -, ma anche verso la frammentazione dovuta all'anticipo, tra l'altro
facoltativo, delle iscrizioni alla scuola dell'infanzia e alla scuola
elementare. Siamo fermamente convinti che si stia cercando di avanzare una
proposta del tutto demagogica, che non tiene in nessuna considerazione i tempi e
le esigenze dei bambini e delle bambine. Noi siamo nettamente contrari
all'anticipo e lo diciamo perché la discrezionalità delle famiglie sull'età
di iscrizione non solo metterà nei guai le maestre che si troveranno alunni
anche con 18 mesi di differenza di età - che per i più piccoli è un abisso -,
ma anche in quanto è un chiaro omaggio demagogico alla volontà sovrana delle
famiglie e al criterio della flessibilità a tutti i costi che si vuole inserire
anche nel vostro brutto modello di scuola. Si tratta di una flessibilità che,
come al solito, diventa «cadornismo»
verso quelle fanterie - in questo caso riferito al mondo della scuola e alla
sua necessità di autogoverno - che dovranno attuare gli ordini cervellotici e
le acrobazie del tutto fuori senso degli stati maggiori del ministero. Noi siamo
contro questo modello autoritario e di flessibilità che frammenta il ciclo
dell'istruzione.
Per questo motivo, alla vostra proposta noi contrapponiamo proposte
diametralmente alternative come, ad esempio, quella con la quale proponiamo che
la scuola dell'infanzia venga inserita e riconosciuta a pieno titolo nel sistema
nazionale dell'istruzione e che l'ultimo anno della scuola dell'infanzia diventi
il primo anno di espletamento dell'obbligo.
È una scelta che a nostro avviso sarebbe ormai matura e che avrebbe l'intento
di valorizzare un sistema dell'istruzione - quello riguardante l'infanzia -, in
cui l'esperienza italiana ha dimostrato di eccellere, salvaguardandone la
specificità, i ritmi evolutivi, i bisogni, le esigenze delle bambine e dei
bambini. Insomma, questa è una proposta che tende a valorizzare questo segmento
e a cui aggiungiamo nella nostra relazione di minoranza l'inserimento degli
asili nido nel sistema dell'istruzione nazionale.
Per queste ragioni, naturalmente, ci opponiamo al vostro disegno di
frammentazione, di selezione e di flessibilità che verrà pagato dalle famiglie
e, soprattutto, dallo sviluppo dei bambini e delle bambine.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Titti De Simone 2.92, non accettato dalla Commissione né dal
Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 354
Votanti 353
Astenuti 1
Maggioranza 177
Hanno votato sì 151
Hanno votato no 202).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bulgarelli 2.11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanella. Ne ha
facoltà.
Ci si appella agli aggettivi «morale» e «religioso», senza alcuna
articolazione e lasciando il tutto nella massima ambiguità. I valori, invece,
che la scuola, a nostro giudizio, è tenuta a veicolare sono quelli che si
ispirano ai principi comuni a tutti, in primis a quelli costituzionali.
La formazione morale e quella religiosa ritorna anche laddove si definiscono gli
obiettivi della scuola dell'infanzia. È un'espressione che va in una direzione
diametralmente opposta alla necessità di integrare sempre di più i bambini e
le bambine appartenenti a culture ed a religioni diverse, nonché all'obiettivo
prioritario di una scuola pubblica sempre più multietnica, soprattutto per
quanto riguarda le fasce più basse di età, e di formare persone capaci di
confrontarsi costantemente con gli altri e di mettere in comune, in connessione,
a confronto i vari punti di vista.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Bulgarelli 2.11, non accettato dalla Commissione né dal
Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 386
Votanti 381
Astenuti 5
Maggioranza 191
Hanno votato sì 144
Hanno votato no 237).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Alberta De Simone 2.12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alberta De Simone.
Ne ha facoltà.
Vorrei aggiungere che questo elemento produrrà conseguenze molto gravi sul
sistema del welfare e delle protezioni sociali, come previsto
attualmente. La legge istitutiva degli asili-nido presenta un grave difetto: si
tratta, infatti, di un servizio a domanda individuale (non è per tutti, né
risulta coperto dalla fiscalità generale). Credo che il problema non possa
essere risolto mediante l'istituzione di asili nido aziendali o altre
scorciatoie poiché occorre oggi più che mai un asilo nido territoriale che
fornisca una risposta all'esigenza delle donne di conciliare il
Pertanto, anche data la disponibilità di locali su tutto il territorio
nazionale e di personale della scuola materna inutilizzato per il crollo delle
iscrizioni dovuto alla denatalità, propongo che venga aperta presso la scuola
materna, nei luoghi in cui non è stato mai istituito il nido, su decisione
autonoma dell'ente locale, condivisa dalla gestione autonoma delle scuole, una
sezione nido per la fascia di età dai due ai tre anni.
Volevo spiegare il senso di questo mio emendamento che traduce una mia proposta
di legge accompagnata da una relazione esplicativa in merito.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Alberta De Simone 2.12, non accettato dalla Commissione né dal
Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 396
Votanti 387
Astenuti 9
Maggioranza 194
Hanno votato sì 165
Hanno votato no 222).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Rusconi 2.202 e Capitelli
2.200.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitelli. Ne ha
facoltà.
Intraprendere un'efficace azione di generalizzazione significava elaborare un
piano di interventi migliorativi nei confronti di questa scuola e costituire
anche un ulteriore sviluppo per la sua affermazione sull'intero territorio
nazionale.
Dobbiamo ammettere che questo disegno di legge non accantona la proposta, ma noi
temiamo che non sarà applicata, anche perché la generalizzazione è stata
lettera morta per ben due anni; infatti, non vi è stata una sola sezione di
scuola dell'infanzia in più in questi anni.
Questo disegno di legge riconosce il carattere unitario della scuola
dell'infanzia, ma ne indebolisce il profilo pedagogico con artificiose proposte
di anticipo. Inoltre, non la riconosce come luogo importante per una prima
elaborazione culturale, oltre che per la valorizzazione dell'esperienza ludica
del bambino. L'anticipo a due anni e mezzo ne rompe poi l'unitarietà educativa,
l'assimila ad una istituzione, - l'asilo nido -, educativa certo, ma ancora
concepita come assistenziale, come già prevedeva l'intervento precedente. Tale
anticipo avrà conseguenze sul futuro dell'intera scuola dell'infanzia e non
solo, perché è destinata a mettere in atto una spinta all'accelerazione
dell'apprendimento scolastico a danno del diritto del bambino ad uno sviluppo
equilibrato, ad un ambiente educativo pensato e costruito in relazione alle
diverse fasi evolutive e rispettoso dei ritmi di apprendimento.
Tutto questo significa l'anticipazione e la sperimentazione contenute in tale
proposta. Come è ovvio, noi chiediamo a tutti di votare per la soppressione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici
emendamenti Rusconi 2.202 e Capitelli 2.200, non accettati dalla Commissione né
dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 399
Votanti 398
Astenuti 1
Maggioranza 200
Hanno votato sì 167
Hanno votato no 231).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole
Sasso. Ne ha facoltà.
Non c'è che dire, tre risultati in un solo colpo: distruggere la qualità di
quella scuola dell'infanzia che ci viene invidiata nel mondo, illudere le
famiglie e far pagare questa scelta ai bambini, ai loro percorsi di crescita.
Aggiungo anche che oggi i bambini vanno alla scuola statale, comunale, all'età
di tre anni, mentre nelle scuole private - spesso gestite da esponenti che fanno
riferimento alla nostra cultura - i bambini vengono accolti, a pagamento, anche
prima di questa età e credo che ciò non sia giusto.
Credo che questa anticipazione, ovvero iscrivere i bambini con un rapporto tra
bambini e operatori estremamente più alto del rapporto «uno a sei» che è
previsto per gli asili nido, vuol dire non prestare attenzione alla relazione
fra adulto e bambino che, a questa età, è assolutamente indispensabile. Ciò
vuol dire, inoltre, comportarsi in maniera scorretta, a mio avviso, nei
confronti delle famiglie alle quali evidentemente viene proposto di iscrivere i
bambini anticipatamente ad una scuola inadatta, ma che costa meno.
Credo, quindi, che questo non vada a vantaggio dei bambini, ma neanche in aiuto
alle famiglie. L'unica soluzione è quella di creare, su tutto il territorio
nazionale, degli asili nido di qualità e con un rapporto giusto fra bambini ed
operatori adulti e che siano servizi sociali, non più servizi a domanda
individuale con i costi altissimi che hanno oggi.
È vero, le famiglie devono scegliere ed io stessa sono andata a scuola prima
dell'età legale. Il problema però è che, da una parte, c'è la libertà delle
famiglie, dall'altra c'è una società che costringe le famiglie a premere sui
figli, affinché apprendano sempre più e crescano con l'ideologia del successo
(il che poi, chiaramente, conduce i bambini alla depressione, all'iperattività
e a non saper sostenere le frustrazioni).
Su questo argomento è in atto un dibattito scientifico ed è per questa ragione
che noi scegliamo un approccio più umanistico, più vicino ai ritmi di
crescita, a sostegno della diversità dei ritmi di crescita dei bambini e della
prima infanzia in generale e rifiutiamo un approccio troppo strettamente
cognitivo. Quindi, queste sono le nostre motivazioni e non ci sembrano
assolutamente ideologiche.
Per quanto riguarda, invece, la riforma dei cicli, ritengo che l'opportunità di
inserire bambini prima dei tre anni sarà assolutamente valutata anche dalle
famiglie. È un'opportunità in più. Come già ricordato in Commissione affari
sociali durante l'espressione del parere favorevole da parte della Commissione
stessa, abbiamo evidenziato che si tratta di una sperimentazione che, in ogni
caso, richiederà ovviamente la presenza di personale adeguato per seguire
opportunamente questi bambini. Ritengo, dunque, che questo sia un processo
importante che va nella direzione della diversificazione e dell'arricchimento
dell'offerta, un processo, comunque, seguito e mediato dagli insegnanti, dalle
istituzioni scolastiche e dalle famiglie.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Grignaffini 2.201, non accettato dalla Commissione né dal
Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 409
Votanti 399
Astenuti 10
Maggioranza 200
Hanno votato sì 167
Hanno votato no 232).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Titti De Simone,
alla quale ricordo che ha un esaurito i suoi tempi come relatore di minoranza. I
tempi verranno conteggiati nei pochi minuti ancora a disposizione del suo
gruppo. Ne ha facoltà.
Vogliamo indicare i nostri elementi di contrarietà, entrando nel merito delle
proposte che la riforma introduce con riferimento al primo ciclo del sistema
dell'istruzione.
Ci troviamo, sostanzialmente, di fronte ad una cancellazione delle riforme più
innovative che il sistema della scuola, per quanto attiene al primo ciclo
dell'istruzione, ha prodotto in quarant'anni di scuola pubblica e di processi di
democratizzazione della stessa.
Sostanzialmente, mi riferisco alla riforma della scuola elementare: con questo
disegno di legge, si completa il progetto di una cancellazione di quella riforma
(quindi, anche di un ritorno al maestro unico, al maestro prevalente) e si va
nella direzione di una riduzione del percorso di studi universale da tredici a
dodici anni che non è per tutti, il che rivela la connotazione classista e
selettiva del provvedimento.
Entreremo nel merito nel corso dell'esame. Ci preme sottolineare, in questo
momento, quello che per noi è l'elemento di maggiore pericolosità: è in
questo primo ciclo che si segna quella scissione
Per queste ragioni, naturalmente, invitiamo a votare a favore degli emendamenti
proposti dal gruppo di Rifondazione comunista.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Titti De Simone 2.111, non accettato dalla Commissione né dal
Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 405
Votanti 403
Astenuti 2
Maggioranza 202
Hanno votato sì 174
Hanno votato no 229).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitelli. Ne ha
facoltà.
Ricordo all'onorevole Vito che noi dell'Ulivo un impianto l'abbiamo: basterebbe
che il collega, ed altri con lui, andassero a leggersi gli emendamenti
presentati dalle nostre componenti per capire che una sua proposta l'Ulivo ce
l'ha! Inoltre, poiché siamo disponibili a confrontarci con altre proposte,
presentiamo emendamenti del tipo di quello che è ora al nostro esame, anche se
temiamo di essere destinati a rimanere inascoltati (forse, verrà accettato
qualche ordine del giorno...).
Nel testo Moratti, scuola elementare e scuola media sono due entità totalmente
separate e talmente disgiunte che non è nemmeno previsto un anno-ponte
finalizzato ad un lavoro comune; è addirittura prevista una scansione - uno più
due più due - che è molto discutibile e dannosa e, soprattutto, superflua. Era
quanto meno auspicabile che ci si astenesse dall'esplicitare un'articolazione a
sfondo didattico, per lasciare spazio alla piena applicazione del regolamento di
autonomia didattica.
Al contrario, si poteva introdurre qualche parola forte che indicasse un
criterio, una linea capace di favorire continuità ed unitarietà del percorso
scuola elementare-scuola media. Questa linea ve l'abbiamo suggerita con il
nostro emendamento. Diciamo: si parli di ciclo unitario continuo e lo si
favorisca tramite la generalizzazione degli istituti comprensivi. Di questo c'è
bisogno! Abbiamo dato senso compiuto ad un concetto, appena abbozzata nel testo,
che riconosce che c'è un primo ciclo di istruzione comprendente scuola
elementare e scuola media; solo che il concetto, se non verrà approvato il
nostro emendamento, verrà contraddetto nei fatti.
Noi individuiamo nella generalizzazione degli istituti comprensivi uno strumento
per la riduzione del danno: separate pure scuola elementare e scuola media; ma
che siano unite nella costruzione di un unico piano di offerta formativa e in un
unico curricolo! Avreste potuto almeno fare questo per arrecare minor danno alla
scuola!
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Colasio 2.203, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti e Votanti 398
Maggioranza 200
Hanno votato sì 171
Hanno votato no 227).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villetti. Ne ha
facoltà.
L'anticipo a cinque anni, onorevoli colleghi, non è una novità; non è una
novità nell'ambito del movimento socialista e non è neanche una novità nel
dibattito che c'è stato nella sinistra italiana sull'argomento. Voglio
ricordare che questa scelta fu fatta dal PSI sotto l'impulso di Codignola nel
1970, e lo stesso Codignola, con un contributo a Rinascita di tre anni
dopo, sostenne che la scelta a cinque anni era fondamentale per arrivare ad un
corso di studi che consentisse l'uscita a 18. Noi pensiamo questo sia un punto
fondamentale.
Siamo avversi, signor ministro - e vogliamo in qualche modo rivolgere al Governo
un avvertimento, che è anche un consiglio -, ad un sistema di accessi mobili
che porti a differenziare l'età degli alunni nella stessa classe di ben oltre
un anno. Questa è una non scelta.
Aggiungo poi che nell'articolo 7 la possibilità di accesso è anche limitata
dalle risorse economiche a disposizione. Quindi, ci troviamo di fronte ad una
mobilità che è una mobilità di opportunità che riguarda le scelte della
famiglia e che riguarda anche le risorse finanziarie. Noi siamo nettamente
avversi a questa mobilità. Si faccia la scelta dell'inizio a cinque anni e
della conclusione a 18. È una scelta molto importante, molto innovativa, che
noi sosteniamo. Queste considerazioni riguardano il secondo emendamento;
interverrò successivamente sul terzo, che considero quello più rilevante sulla
delega al ministro Moratti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Villetti 2.208, non accettato dalla Commissione né dal
Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti e Votanti 405
Maggioranza 203
Hanno votato sì 162
Hanno votato no 243).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Sasso 2.204, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti e Votanti 406
Maggioranza 204
Hanno votato sì 170
Hanno votato no 236).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 412
Votanti 410
Astenuti 2
Maggioranza 206
Hanno votato sì 170
Hanno votato no 240).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Sasso 2.206 e Rusconi 2.207.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rusconi. Ne ha
facoltà.
Questo non è mai accaduto in nessun paese europeo. La facoltatività di quasi
un anno di scelta porterà al risultato che vi saranno bambini di 5 anni insieme
a bambini di 7, dunque, con quasi due anni di differenza. Pensate al problema
degli enti locali e delle scuole materne paritarie e comunali per quanto
riguarda le aule del sonno e per il personale ATA che non viene neppure
calcolato nella nota tecnica allegata; pensate al personale ausiliario di
sostegno che la legge finanziaria ha già tagliato anche per i disabili
certificati dalle ASL.
Vedo che in aula sono presenti il ministro e l'onorevole sottosegretario Aprea.
Li invito a leggere i documenti delle ANCI regionali e nazionali nonché
l'invito, che le assemblee ci stanno rivolgendo in questi giorni, a rinviare
l'applicazione almeno fino al 2004-2005 perché i comuni non sono in grado di
affrontare tale impegno.
Credo, cari onorevoli Bimbi ed altri, che non si tratti tanto di motivi di puro
mercato o che vanno contro i valori dell'umanesimo tanto è vero che la
stragrande maggioranza delle scuole cattoliche per l'infanzia iscrive nelle loro
scuole i bambini di età inferiore ai tre anni. Ritengo che mandare i bambini a
scuola a socializzare non sia certamente un'incentivazione alla cultura del
successo anzi credo li sottragga all'uso della televisione nelle loro famiglie e
nelle loro case. Credo che dare alle famiglie la possibilità - non l'obbligo,
la possibilità - di inserire i bambini a scuola anticipatamente faciliti la
socializzazione; almeno questa è l'idea che io ho della scuola statale, della
scuola italiana (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici
emendamenti Sasso 2.206 e Rusconi 2.207, non accettati dalla Commissione né dal
Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti e Votanti 425
Maggioranza 213
Hanno votato sì 178
Hanno votato no 247).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 416
Votanti 413
Astenuti 3
Maggioranza 207
Hanno votato sì 169
Hanno votato no 244).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Titti De Simone. Ne
ha facoltà.
Voi, cioè, con questa riforma, trasformate l'impresa in scuola, trasformate
l'impresa in un luogo formativo, fate della flessibilità e dell'apologia del
mercato un riferimento culturale, politico, sociale, al quale la scuola italiana
deve, in primis, attenersi.
Tutto ciò rappresenta un disegno, un'idea di scuola totalmente subalterna, come
noi crediamo, al mondo del lavoro; questo, del resto, è ben esplicitato nella
vostra proposta di divisione, di alternanza scuola-lavoro già a 15 anni,
proposta che di fatto abbassa, cosa che non avviene in nessun altro paese
europeo, il limite legale previsto per il lavoro minorile. Voi, infatti,
prevedete che gli studenti, già a 15 anni, possano svolgere stage e
lavori di apprendistato nelle imprese. In tal modo, si riconduce la scuola
italiana ad una situazione gentiliana, con un ritorno a
Vorrei però ricordare - mi rivolgo anche ai colleghi del centrosinistra - che
sono proprio questi gli aspetti (in particolare quelli che riguardano la
divisione del percorso tra istruzione e formazione; l'espletamento dell'obbligo
scolastico anche nella formazione professionale; la riduzione del secondo ciclo
della scuola superiore) che più si avvicinano a quella riforma voluta dal
ministro Berlinguer, ed alla quale egli aveva preparato il paese, e che, per
fortuna, il mondo della scuola ha rispedito al mittente.
Noi proponiamo soluzioni concretamente e coerentemente alternative ad un modello
che si ispira più ad una concezione della scuola come merce e come luogo
subalterno agli interessi del mercato che a quella di una scuola quale momento
strategico sul piano dello sviluppo, della formazione, dell'investimento e delle
pari opportunità (cioè di quei criteri di uguaglianza sanciti nella nostra
Costituzione). Contestiamo con proposte diametralmente opposte le soluzioni
prospettate nella riforma Moratti; lo facciamo quando affermiamo che bisogna
innalzare l'obbligo scolastico a 18 anni; quando diciamo che l'obbligo
scolastico non può essere assolto all'interno della formazione professionale;
quando sosteniamo - noi di Rifondazione comunista - che la scuola non è una
merce né un'impresa e che la formazione professionale deve esclusivamente
seguire un ciclo di istruzione unitario per tutto e per tutti.
Rispetto alla riforma Berlinguer, rispetto alla riforma Moratti, sappiamo che
stiamo sostenendo, qui in Parlamento e nel mondo della scuola, una proposta
concretamente alternativa al modello proposto. Su tale questione vogliamo
rilanciare un dibattito, anche all'interno delle forze dell'opposizione:
crediamo infatti che su tali aspetti sia necessario riaprire - a partire dai
limiti, dalle contraddizioni esplicitate dalla riforma Berlinguer - un
confronto; riteniamo, cioè, sia necessario rimettere in discussione ciò che
ieri, con la riforma Berlinguer, è stato avanzato come proposta e che oggi, con
l'attuale Governo, rischia di aprire un'autostrada, non semplicemente una
passerella, verso un modello di scuola che la vedrebbe totalmente subalterna
all'impresa.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Titti De Simone 2.128, non accettato dalla Commissione né dal
Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 424
Votanti 297
Astenuti 127
Maggioranza 149
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 275).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villetti. Ne ha
facoltà.
Il problema del sistema di istruzione può essere così sintetizzato: quanti
anni di istruzione devono essere obbligatori? Da quale età e fino a quale età
si estende l'istruzione obbligatoria? Quali sono l'età ed il livello di studi
rispetto ai quali deve iniziare la differenziazione dei corsi? A quale età e
con quale livello di studi si può accedere all'istruzione professionale?
La scuola media unica del 1963 è stata una vera e propria rivoluzione del
sistema scolastico: otto anni di istruzione uguale per tutti da 6 a 15 anni,
inizio della differenziazione degli studi a 14 anni. Oggi, l'idea ugualitaria
insita nell'istituzione della scuola media unica deve essere ulteriormente
sviluppata. Gli anni di istruzione obbligatoria devono essere complessivamente
dieci e sottrarre qualsiasi anno a questo primo periodo significa sottrarlo
principalmente alle classi che hanno minor reddito e minore cultura.
L'istruzione obbligatoria deve iniziare a 5 anni e terminare a 15 e la
differenziazione degli studi deve iniziare a 15 anni, dopo dieci anni di
istruzione uguale per tutti.
In via transitoria, abbiamo previsto che si possa prevedere, fino ad una
conferenza nazionale convocata dal ministro, l'istituzione di un ginnasio
articolato in un indirizzo umanistico ed in un indirizzo scientifico, ma ciò al
solo fine di arrivare con la necessaria gradualità all'unificazione per un
periodo di dieci anni. L'accesso all'istruzione professionale può avvenire solo
se si è conseguito il certificato che attesta gli studi obbligatori per dieci
anni, il che implica l'istituzione di corsi di sostegno pomeridiani affinché
sia raggiunto tale obiettivo. Non vi devono essere più scuole differenziate
fino a 15 anni.
Le scuole elementari dureranno cinque anni, il ginnasio durerà cinque anni, il
liceo tre anni, come è previsto dalla legge del 1859, la legge Casati. In
questo modo avremo risolto, signor ministro, un problema che ci portiamo
appresso da tempo. Non è stato risolto dalla riforma Gentile del 1923, non è
stato risolto dalla riforma Bottai del 1939 ed era insito nella legge Casati,
l'unica vera grande legge di tutto il sistema di istruzione scolastico ed
universitario.
Penso che sulla scuola primaria, sulla scuola di base e sulle pari opportunità
si debba essere rivoluzionari, cambiare realmente la situazione e dare a tutti i
cittadini la possibilità di emanciparsi, di concorrere, di entrare nel mercato
e di affermarsi. Non vogliamo un gioco falsato, ma vero: tutti i fanciulli e le
fanciulle devono avere le stesse opportunità nella propria vita (Applausi
dei deputati del gruppo Misto-Socialisti democratici italiani).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Villetti 2.211, non accettato dalla Commissione né dal Governo
e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 423
Votanti 269
Astenuti 154
Maggioranza 135
Hanno votato sì 26
Hanno votato no 243).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rusconi. Ne ha
facoltà.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Colasio 2.210, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 405
Votanti 403
Astenuti 2
Maggioranza 202
Hanno votato sì 169
Hanno votato no 234).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sasso. Ne ha facoltà.
Più volte nel nostro dibattito in Commissione si è fatto l'esempio
dell'artigiano di Cantù: lì c'è lavoro, e garantiamo ai giovani un accesso
veloce al mondo del lavoro. Tuttavia, oggi anche l'artigiano di Cantù, se vuole
essere competitivo con l'industria del mobile usa e getta, deve conoscere più
matematica, più geometria, più fisica. Quello che si impara negli otto anni
della scuola di base non basta più. Assecondare un precoce avviamento al lavoro
significa avviare ad un futuro di precarietà e di incertezza.
Continuate a parlare di libera scelta delle famiglie, ma a 13 anni, per una
larga parte di bambini, sceglie la condizione sociale delle famiglie. Cosa
saranno costrette a scegliere le famiglie dei quartieri spagnoli di Napoli,
dello Zen di Palermo, della città vecchia di Bari? Vi sono tante situazioni di
assenza di un sistema qualificato di formazione professionale. Ministro, lei
conosce bene l'esperienza dei maestri di strada di Napoli, quelli che
sottraggono i bambini, le loro intelligenza ed i loro talenti alla povertà
delle famiglie, quelle famiglie che già oggi evadono l'obbligo. Provi a
spiegare loro che dovranno parlare a quelle famiglie di diritto-dovere e non di
obbligo.
Pensiamo che l'istruzione debba essere un bene a disposizione solo di chi se lo
può permettere? No, noi pensiamo sia una forma di ricchezza e che spetti al
sistema pubblico garantire uguali possibilità per tutti (Applausi dei
deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita,
DL-l'Ulivo).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Grignaffini 2.209, non accettato dalla Commissione né dal
Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti e Votanti 422
Maggioranza 212
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 243).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 409
Votanti 398
Astenuti 11
Maggioranza 200
Hanno votato sì 164
Hanno votato no 234).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Sasso 2.212, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 420
Votanti 419
Astenuti 1
Maggioranza 210
Hanno votato sì 180
Hanno votato no 239).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti e Votanti 415
Maggioranza 208
Hanno votato sì 177
Hanno votato no 238).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 425
Votanti 417
Astenuti 8
Maggioranza 209
Hanno votato sì 176
Hanno votato no 241).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Grignaffini 2.215.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitelli. Ne ha
facoltà.
Attribuire alle regioni una parte del curricolo significa confermare che si
vuole limitare l'autonomia delle scuole. Anche di questo prendiamo atto e non
possiamo non dire che parlare di piani di studio personalizzati per noi oggi non
significa più niente.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Grignaffini 2.215, non accettato dalla Commissione né dal
Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti e Votanti 411
Maggioranza 206
Hanno votato sì 178
Hanno votato no 233).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 417
Votanti 411
Astenuti 6
Maggioranza 206
Hanno votato sì 174
Hanno votato no 237).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rusconi. Ne ha
facoltà.
Si insegue un regionalismo antistorico, che richiama la prossima legge sulla devolution,
su cui il Governo, il ministro, il sottosegretario Aprea e la maggioranza, in
sede di audizione in Commissione, nonostante le numerose richieste, non hanno
fornito alcuna risposta in termini di chiarezza. Inoltre, si umilia il
riconoscimento alle autonomie locali previsto direttamente dalla Costituzione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici
emendamenti Capitelli 2.218 e Colasio 2.219, non accettati dalla Commissione né
dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti e Votanti 410
Maggioranza 206
Hanno votato sì 177
Hanno votato no 233).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva .
(Presenti 426
Votanti 423
Astenuti 3
Maggioranza 212
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 179).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 416
Votanti 397
Astenuti 19
Maggioranza 199
Hanno votato sì 158
Hanno votato no 239).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere
il parere della Commissione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici
emendamenti Titti De Simone 3.1 e Sasso 3.25, non accettati dalla Commissione né
dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti e Votanti 405
Maggioranza 203
Hanno votato sì 174
Hanno votato no 231).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rusconi. Ne ha
facoltà.
Vorrei ricordare che le preiscrizioni a tutte le classi sono già terminate il
25 gennaio scorso. Quindi, non comprendo la fretta per una riforma che dovrà
comunque tornare al Senato. Da parte nostra non si intende banalizzare il valore
del comportamento, come fattore educativo fondamentale, ma riteniamo negativo il
ritorno ad un atteggiamento anacronistico
È noto, infatti, che attualmente il consiglio di classe, nella sua complessità,
decide dell'idoneità degli alunni alla classe superiore anche sulla base della
motivazione, dell'interesse, dell'apprendimento e dell'impegno dimostrato.
L'idea di ripristinare un atto punitivo al di fuori di una collegialità, a
nostro avviso, esula dalla preoccupazione di educare, cioè di responsabilizzare
l'alunno rispetto alle sue capacità.
Siamo d'accordo su un sistema di valutazione, su un istituto nazionale di
valutazione, ma la pensiamo in maniera diversa circa le funzioni di questo
sistema e di questo istituto.
Pensiamo ad un sistema di valutazione che sia strumento di informazione alle
scuole, per metterle in grado di correggere il proprio lavoro e di capire se si
sta operando bene o meno. Insomma, pensiamo ad un sistema che aiuti la scuola a
cogliere i pregi ed i difetti del proprio lavoro e ad autovalutarsi, perché non
si sviluppa una cultura della valutazione se non c'è capacità di
autovalutarsi.
Invece, con le scelte contenute nella vostra proposta, voi non migliorate il
sistema scolastico, ma riportate la scuola indietro rispetto al lavoro avviato a
partire dal 1979 sulla valutazione formativa come strumento per migliorare non
solo l'apprendimento ma anche l'insegnamento. E la riportate indietro con
l'anacronistica reintroduzione del voto di condotta che, non a caso, è stato
eliminato, perché si è visto che non serviva. Oltretutto, nel frattempo è
stato approvato un regolamento, chiamato statuto delle studentesse e degli
studenti, che molto spesso dimenticate e che definisce diritti e doveri delle
studentesse e degli studenti, tra cui anche il dovere di tenere un corretto
comportamento. Con il voto di condotta non si affrontano e non si risolvono
problemi molto più gravi, quali il bullismo o la delinquenza comune. Non si
combattono questi problemi con l'arma spuntata del sette in condotta. Libro,
possibilmente uno solo, e bacchetta è la vostra anacronistica proposta (Applausi
dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
In particolare, la lettera a) del comma 1 dell'articolo 3 prevede che la
valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti e del comportamento degli
studenti sia affidata ai docenti delle istituzioni. L'emendamento mira ad
eliminare la parola «comportamento», in quanto si ritiene che la valutazione
degli alunni debba essere unitaria e complessiva. Non si può scindere
l'apprendimento dal comportamento. L'allievo va valutato nella sua complessità
e nella sua unitarietà. Il comportamento dello studente va, sicuramente, tenuto
presente, anzi, è da esso che bisogna partire per costruire un progetto
educativo di sostegno e di crescita. Tuttavia, questo comportamento non può
essere valutato in modo a sé stante
Insomma, il testo, così come proposto, rappresenta secondo noi un grosso passo
indietro della scuola italiana (Applausi dei deputati del gruppo della
Margherita, DL-l'Ulivo).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Colasio 3.26, non accettato dalla Commissione né dal Governo e
sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 373
Votanti 370
Astenuti 3
Maggioranza 186
Hanno votato sì 156
Hanno votato no 214).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Colasio 3.19 e Capitelli
3.27.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitelli. Ne ha
facoltà.
Quella legge dettava alle scuole le condizioni per realizzare i diritti ed
esplicitare i doveri degli allievi. Io credo non si possa fare sempre carta
straccia delle leggi proposte dai governi precedenti e che, se c'è bisogno di
rivisitarle, si debba procedere con altri strumenti. Sicuramente, non con lo
strumento della delega e non con le punzecchiature, beccando qui e là, e
estrapolando un punto qui e un punto là per snaturarle.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici
emendamenti Colasio 3.19 e Capitelli 3.27, non accettati dalla Commissione né
dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 381
Votanti 380
Astenuti 1
Maggioranza 191
Hanno votato sì 157
Hanno votato no 223).
PRESIDENTE. Sta bene l'onorevole Sterpa
quindi accede all'invito al ritiro del suo emendamento 3.15.
Onorevole Fiori, intende accedere all'invito al ritiro del suo emendamento 3.18,
formulato dal relatore?
PUBLIO FIORI. Signor Presidente, se ho ben compreso, il Governo si dichiara fin d'ora disponibile ad accettare un ordine del giorno nel quale venisse trasfuso il contenuto del mio emendamento. Pertanto, ritiro il mio emendamento 3.18 e chiedo di aggiungere la mia firma all'ordine del giorno presentato dal collega Sterpa.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Colasio 3.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti e Votanti 392
Maggioranza 197
Hanno votato sì 163
Hanno votato no 229).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Grignaffini 3.28, non accettato dalla Commissione né dal
Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti e Votanti 397
Maggioranza 199
Hanno votato sì 169
Hanno votato no 228).
Prendo atto che l'onorevole Sterpa ritira i suoi emendamenti 3.16 e 3.17.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo
3.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva .
(Presenti 403
Votanti 400
Astenuti 3
Maggioranza 201
Hanno votato sì 236
Hanno votato no 164).
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo
4 e delle proposte
emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 3387 sezione 3).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Nicola Rossi. Ne ha facoltà.
NICOLA ROSSI. Signor Presidente,
naturalmente è inutile tornare a sottolineare l'importanza di questo articolo 4
e della questione relativa all'alternanza scuola-lavoro. Vorrei solo far
osservare che, attraverso questo articolo, anticipiamo in maniera considerevole
la scelta - che viene lasciata ai ragazzi - del percorso formativo da seguire.
L'anticipazione di questa scelta implica delle conseguenze particolarmente
gravi; vorrei soffermarmi proprio su questo per sottolineare come questo
articolo - alla pari di altri, in realtà - nasconda un disegno molto preciso
della società italiana e meriti di essere soppresso, se non considerevolmente
emendato. PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di
parlare sull'articolo 4 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito
il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
ANGELA NAPOLI, Relatore per la
maggioranza. Il parere della Commissione è contrario su tutte le proposte
emendative presentate.
PRESIDENTE. Il Governo?
VALENTINA APREA, Sottosegretario di
Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Il parere del Governo è
conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli
identici emendamenti Bulgarelli 4.1, Titti De Simone 4.2 e Capitelli 4.31. ALBA SASSO. Signor Presidente, intervengo a
titolo personale per dire che la scuola ha bisogno di un rapporto con il mondo e
con i saperi del lavoro. Comunque, noi pensiamo che la vostra soluzione
rappresenti, come sempre, una scorciatoia. Si prevedono percorsi nel mondo del
lavoro solo per alcuni, magari per i più deboli. Si tratta proprio della
riproposizione di quell'idea tardo gentiliana della separazione fisica in
percorsi separati: la scuola del conoscere e del teorizzare da una parte e la
scuola del fare, del produrre, dell'operare e del costruire dall'altra. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Onorevole Cima, aspetto che prenda posizione, non sia mai detto.
Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Villetti 4.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo
e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Colasio 4.25, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Sasso 4.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Grignaffini 4.35, non accettato dalla Commissione né dal
Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Capitelli 4.34, non accettato dalla Commissione né dal
Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Colasio 4.26, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Colasio 4.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Colasio 4.28, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Colasio 4.29, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli
identici emendamenti Colasio 4.30 e Grignaffini 4.36, non accettati dalla
Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'articolo 4. Dichiaro chiusa la votazione. Prendo atto che l'onorevole Garagnani avrebbe voluto esprimere un voto
favorevole. PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo
5 e delle proposte
emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 3387 sezione 4). FRANCA BIMBI. Signor Presidente, nelle
esperienze europee la formazione degli insegnanti costituisce un percorso a sé,
distinta dalla formazione disciplinare sic et simpliciter, vale a dire da
quella non rivolta all'insegnamento e per ciò prevede contenuti che, al di là
dei saperi specifici, comprendono non solo le didattiche disciplinari,
corrispondenti ai laboratori, ma anche la didattica generale e la preparazione
psicopedagogica nelle scienze sociali. PRESIDENTE. Onorevole colleghi, vi prego di
tenere conto del tempo!
FRANCA BIMBI. Lo si può capire in base al
percorso prescelto. Il tirocinio, così come previsto alla lettera e),
letta alla luce della lettera d), preannuncia o sembra preannunciare
anche una precarizzazione sistematica dei futuri insegnanti, PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l'onorevole Cima. Ne ha facoltà.
LAURA CIMA. Signor Presidente, onorevoli
colleghi, con questo articolo 5, in riferimento al quale noi abbiamo presentato
diversi emendamenti, compreso uno che mira alla soppressione dell'articolo
stesso, si conclude la logica di questa riforma nel modo più verticistico
possibile. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l'onorevole Martella. Ne ha facoltà.
ANDREA MARTELLA. Signor Presidente, lo
abbiamo detto in tutti i modi: PRESIDENTE. Onorevole Martella...
ANDREA MARTELLA. Mi avvio alla
conclusione, signor Presidente, ricordando che, con l'articolo 5, vediamo
abbandonare quelle esperienze positive di integrazione tra scuola ed università.
Di fatto, vengono smantellate le scuole di specializzazione. Si prospetta una
formazione esclusivamente teorica, priva di ogni intreccio con il sapere
professionale della scuola. Si introduce un percorso pericoloso di chiamata
diretta degli insegnanti. Con le nostre proposte emendative abbiamo voluto dare
pari dignità e durata, per tutti i docenti, al percorso di formazione
universitaria ed abbiamo indicato la necessità di sgombrare il campo da quella
formula equivoca del Governo riguardante la laurea specialistica. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l'onorevole Titti De Simone, alla quale ricordo che ha un minuto di tempo a sua
disposizione. Ne ha facoltà.
TITTI DE SIMONE. Signor Presidente, la
prima cosa che è necessario dire con riferimento all'articolo 5 è la seguente:
la normativa relativa alla formazione dei docenti, a nostro avviso, dovrebbe
trovare collocazione in un altro provvedimento e non, quindi, in un testo di
legge delega che, tra l'altro, prefigura elementi di indebita interferenza - lo
abbiamo ricordato nel corso di altri interventi - soprattutto per quanto
riguarda le materie relative alla contrattazione, al reclutamento, allo stato
giuridico degli insegnanti. Le nostre contrarietà, dunque, sono di metodo e di
merito rispetto all'articolo 5. PRESIDENTE. Onorevole Titti De Simone...
TITTI DE SIMONE. ...si torni al titolo
di studio di durata diversa - tipo il diploma magistrale - con relative ricadute
anche sul piano contrattuale e retributivo. PRESIDENTE. Onorevole Titti De Simone...
TITTI DE SIMONE. Ci sarebbe bisogno di
certezza di norme e di rispetto dei diritti acquisiti per gli insegnanti,
soprattutto per i precari storici, di quella certezza di norme, di quel rispetto
dei diritti acquisiti che, invece, voi andate togliendo giorno per giorno.
PRESIDENTE. Se si tratta di una persona così
cortese, che non disturba quasi mai e che non parla quasi mai, concederle un
minuto in più non è un problema. Non esageriamo nell'essere fiscali! ANGELA NAPOLI, Relatore per la
maggioranza. Signor Presidente, il parere della Commissione è contrario su
tutte le proposte emendative presentate all'articolo 5, fatta eccezione per gli
emendamenti Colasio 5.67, Bindi 5.68 e Grignaffini 5.75: invito i presentatori a
ritirare questi ultimi ed a trasfonderne il contenuto in eventuali ordini del
giorno.
PRESIDENTE. Il Governo?
VALENTINA APREA, Sottosegretario di
Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il
parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la
maggioranza.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Passiamo alla votazione dell'emendamento Grignaffini 5.62. PIERA CAPITELLI. Signor Presidente,
considerato che abbiamo presentato un emendamento soppressivo dell'articolo 5,
voglio segnalare all'onorevole Vito che ci siamo fatti carico di indicare le
nostre proposte. Con questo emendamento, ci preoccupiamo, contestualmente, della
formazione iniziale dei docenti e del sistema di reclutamento. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Prendo atto che l'onorevole Carbonella non è riuscito a votare. ANTONIO BOCCIA. Chiedo di parlare
sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BOCCIA. Signor Presidente, io
devo riferirle in merito ad un episodio molto spiacevole. Mi auguro che lei non
sia il coperchio di questa pentola. Esattamente alle 17,50, io ho chiesto di
conoscere chi fossero gli iscritti a parlare sulla questione dell'Iraq, la cui
discussione è prevista per domani pomeriggio, atteso che la Conferenza dei
capigruppo e la Presidenza avevano fatto sapere che si sarebbe parlato secondo
l'ordine di iscrizione. Ora, Presidente, non ne faccio un caso particolare, ma
sottopongo a lei la questione come fatto generale: l'ordine di iscrizione,
quando è libero, non è segreto, non può essere segreto. Ogni deputato ha il
diritto di sapere esattamente chi si iscriva, quando si iscriva, quale sia il
turno delle iscrizioni. Sono passati 30 minuti, io ho chiesto più volte
chiarimenti al riguardo ma non sono riuscito a conoscere l'elenco degli
iscritti.
CESARE RIZZI. Ma stiamo votando sul
provvedimento!
PRESIDENTE. Sgarbi, Rutelli, Fiori: questo
è l'elenco; comunque non è segreto.
ANTONIO BOCCIA. Non credo che uno debba
prendere la parola per saperlo.
PRESIDENTE. No, ma infatti i funzionari, che
si sono comportati come sempre in modo encomiabile e perfetto, hanno chiesto al
Presidente della Camera come intendesse organizzarlo ed io, appena ho saputo di
questa sua richiesta, come sempre di fronte ad ogni sua richiesta, l'ho
soddisfatta, non so se nel modo da lei desiderato. Sgarbi, Rutelli, Publio
Fiori: questo è l'elenco. Poi gli altri si possono iscrivere qui al banco della
Presidenza. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge . Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Maran 5.1 e Bimbi 5.66. ALBA SASSO. Signor Presidente, il nostro
emendamento dice una cosa precisa: la formazione degli insegnanti deve avere
pari dignità, pari durata in qualsiasi ordine di scuola si trovino, perché noi
siamo convinti che la qualità della scuola la fa la qualità dei suoi docenti e
le competenze professionali che oggi servono ai docenti sono molto più
complesse di una semplice preparazione disciplinare. Ecco, rispetto a questo
problema la proposta del Governo ha eliminato il tirocinio nella formazione dei
docenti, ha eliminato il rapporto scuola-università con la figura dei
supervisori, ha eliminato il rapporto con la scuola, le attività laboratoriali,
le attività di tirocinio, insomma, riappare e riaffiora l'idea di una
preparazione tutta disciplinare, si dice in percorsi anche finalizzati
all'insegnamento. E viene eliminata anche l'ipotesi di una struttura interfacoltà
che garantisca gli aspetti comuni della formazione dovunque questa formazione si
faccia. Allora, noi ci chiediamo: questa voluta genericità, questo tornare
indietro rispetto all'esperienza delle scuole di specializzazione, questo non
parlare del reclutamento dalle graduatorie non nasconde forse l'idea di un
reclutamento a chiamata diretta da parte delle scuole, con buona pace dei
diritti acquisiti, della responsabilità pubblica, della libertà di
insegnamento? Io credo che valorizzare, come il ministro spesso dice, gli
insegnanti, valorizzare i dirigenti scolastici, tutti gli operatori della scuola
sia un'altra cosa. Significa riconoscere la dignità del loro ruolo, della loro
funzione, non decidere della loro sorte, del loro lavoro con le leggi
finanziarie, con decisioni affrettate e burocratiche, come ci sembra sia quella,
che sta venendo fuori, di una modifica per legge dello stato giuridico degli
insegnanti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Prendo atto che gli onorevoli Perrotta e Santori non sono riusciti a votare. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grignaffini 5.63, non accettato dalla Commissione né dal
Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento
Colasio 5.67.
ANTONIO RUSCONI. No, Presidente, e
chiedo di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, su questo
emendamento e sul successivo emendamento Bimbi 5.68, che non intendiamo
ritirare, per informare l'Assemblea della cronistoria di questi due emendamenti.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Brevemente.
ANTONIO RUSCONI. Grazie, Presidente. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Bimbi 5.68, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. (Presenti 414 Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Grignaffini 5.75 non
aderiscono all'invito al ritiro formulato dal relatore per la maggioranza. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Grignaffini 5.78, non accettato dalla Commissione né dal
Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Capitelli 5.77, non accettato dalla Commissione né dal
Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Passiamo alla votazione dell'emendamento Carra 5.72. ENZO CARRA. Signor Presidente, avremmo
preferito che la formazione di base degli insegnanti si realizzasse con corsi di
specializzazione e non con una laurea specialistica, per due ordini di motivi:
l'esperienza delle scuole di specializzazione all'insegnamento secondario è
stata complessivamente positiva e, in secondo luogo, il percorso sino alle
lauree specialistiche giunge a 300 crediti mentre i corsi di specializzazione
arrivano a 360. Dunque, organizzando in questo secondo modo si sarebbero
ottenuti, con uno sforzo non disumano, titoli spendibili sul mercato del lavoro;
cioè i giovani avrebbero potuto conseguire una laurea specialistica abilitante
all'insegnamento e una laurea disciplinare in più. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Tocci 5.82, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Bimbi 5.74, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Colasio 5.84, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli
identici emendamenti Sasso 5.79 e Colasio 5.85, non accettati dalla Commissione
né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Bimbi 5.69, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli
identici emendamenti Martella 5.80 e Bimbi 5.88, non accettati dalla Commissione
né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Bimbi 5.87, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Passiamo alla votazione dell'emendamento Capitelli 5.81. PIERA CAPITELLI. Signor Presidente,
intervengo solo per evidenziare come le nostre proposte siano molto coerenti.
Abbiamo sostenuto che in questo disegno di legge vi dovesse essere un interesse
non soltanto per i disabili, ma anche per coloro che sono affetti da disturbi
specifici di apprendimento. Non ci dimentichiamo di questo fatto e riteniamo
che, anche nella formazione dei docenti, si debba tenere conto di tale
peculiarità; tutti gli insegnanti dovrebbero cioè seguire moduli che li
rendano idonei ad insegnare agli alunni con disturbi specifici
dell'apprendimento, moduli che dovrebbero essere riconosciuti nel testo di legge
e non attraverso semplici ordini del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Bimbi 5.71, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli
identici emendamenti Detomas 5.33 e Bimbi 5.70, non accettati dalla Commissione
né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Bimbi 5.76, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Volpini 5.86, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Onorevoli colleghi, invito ognuno a votare per sé. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli
identici emendamenti Bimbi 5.89 e Sasso 5.91, non accettati dalla Commissione né
dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli
identici emendamenti Bimbi 5.92 e Capitelli 5.93, non accettati dalla
Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Grignaffini 5.58, non accettato dalla Commissione né dal
Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli
identici emendamenti Rusconi 5.95 e Grignaffini 5.96, non accettati dalla
Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli
identici emendamenti Bimbi 5.97 e Grignaffini 5.98, non accettati dalla
Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Prendo atto che l'onorevole D'Agrò non è riuscito a votare e che avrebbe
voluto esprimere un voto contrario. ALBA SASSO. Signor Presidente, questo
emendamento è simile alle precedenti proposte emendative appena respinte;
anch'esso, infatti, fa riferimento alla legge 27 ottobre 2000, n. 306, la quale
prevede che gli abilitati nelle scuole di specializzazione entrino nelle
graduatorie permanenti. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Bimbi 5.100, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Bimbi 5.101, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Sasso 5.102, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Capitelli 5.104, non accettato dalla Commissione né dal
Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Grignaffini 5.103, non accettato dalla Commissione né dal
Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Bimbi 5.105, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Bimbi 5.106, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli
identici emendamenti Bimbi 5.107 e Tocci 5.108 , non accettati dalla Commissione
né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Grignaffini 5.109, non accettato dalla Commissione né dal
Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Colasio 5.110, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Passiamo alla votazione dell'emendamento Gambale 5.111. GIUSEPPE GAMBALE. Signor Presidente,
intervengo per sottoporre al Governo la necessità di prendere una posizione
definitiva circa la situazione degli insegnanti di sostegno che sono in possesso
del titolo di specializzazione, ma che non hanno l'abilitazione. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Passiamo alla votazione dell'emendamento Maran 5.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruzzante. Ne ha
facoltà.
PIERO RUZZANTE. Signor Presidente
intervengo semplicemente per chiedere di apporre la mia firma agli emendamenti
Maran 5.3, 5.4 e 5.5, che riguardano i tecnici di laboratorio. Si tratta dello
stesso argomento affrontato nel precedente emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Maran 5.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo e
sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Maran 5.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo e
sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'articolo 5. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'articolo aggiuntivo Sasso 5.01, non accettato dalla Commissione né dal
Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario. Dichiaro chiusa la votazione. Prendo atto che l'onorevole Pinto non è riuscita ad esprimere il proprio
voto. Dichiaro chiusa la votazione. PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo
6 e delle proposte
emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 3387 sezione 5). ANGELA NAPOLI, Relatore per la
maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario
sulle proposte emendative presentate all'articolo 6.
PRESIDENTE. Il Governo?
LETIZIA MORATTI, Ministro
dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Il parere del Governo è
conforme a quello del relatore.
PIERA CAPITELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIERA CAPITELLI. Signor Presidente,
vorrei ritirare il mio emendamento 6.3.
PRESIDENTE. Sta bene. Dichiaro chiusa la votazione. PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo
7 e delle proposte
emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 3387 sezione 6).
La scuola pubblica da quando è nata ha avuto un obiettivo molto preciso, e cioè
quello di recidere i rapporti che legano ognuno di noi con il proprio passato e
con il proprio presente. Sto parlando di quel filo sottilissimo - e pure così
resistente -, il quale fa sì che ancora oggi i figli provenienti da famiglie
con elevato capitale umano tendano ad accedere, molto più facilmente,
all'università e ad uscirne nella migliore maniera possibile e che, invece, i
figli di famiglie con ridotto capitale umano si trovino nelle condizioni di
dover scegliere, in maniera molto precoce, un percorso che li porterà, spesso e
volentieri, ai margini della società o del mondo del lavoro. Questo è
esattamente ciò che la scuola pubblica non dovrebbe permettere; questo è ciò
che accade da tempo in Italia, nonostante il grande lavoro svolto nella passata
legislatura, e ciò che continuerà ad accadere anche dopo l'approvazione di
questo provvedimento.
Sarebbe stato opportuno e desiderabile che il ministro Moratti si preoccupasse
anche di queste cose, oltre che di altre che sono oggetto del suo affanno. È
tragico rilevare che sulla specifica questione relativa alla stratificazione
sociale non sia stata spesa nemmeno una parola sia in quest'aula - da questa
maggioranza - sia all'interno degli altri documenti.
Naturalmente preoccuparsi di questo problema avrebbe comportato la trattazione
di alcune questioni molto semplici come, ad esempio, legare la scuola
dell'infanzia al percorso scolastico della scuola dell'obbligo, legame che
invece si è inteso recidere. Sarebbe stato necessario pensare ad una scuola a
tempo pieno e dotata di tutti i sostegni necessari, cosa che, ancora una volta,
si è tentato di fare nella passata legislatura e sulla quale, invece, si è
voluto tornare indietro attraverso questo provvedimento. Infine, sarebbe stato
necessario posporre il momento della scelta, per far in modo che i ragazzi
potessero scegliere, eventualmente anche in maniera difforme da quella voluta
dai loro genitori.
Così non è stato, così non avete voluto e ci consegnerete, a questo punto,
una società simile a quella che oggi è la società italiana: una società
statica e socialmente immobile. Non so se il Governo si rende conto che è
esattamente sotto questo profilo che ci mostriamo all'Europa come un caso
particolare. Il
grado di mobilità sociale degli italiani è molto più basso di quello di
altri partner europei. Appare strano e straordinario a molti europei il fatto
che sia la sinistra a preoccuparsi di dare un po' di dinamismo a questa società
e che, invece, sia la destra a rinunciarvi. Comunque, ciò, a ben vedere, non è
affatto strano: i conservatori siete voi (Applausi dei deputati del gruppo
dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sasso. Ne ha facoltà.
Noi abbiamo una diversa convinzione: pensiamo che non esista un sapere senza
abilità pratiche, operative ed esecutive e che non esistano competenze
professionali che non incorporino un sapere teorico e che non facciano
riferimento ad una consapevole visione del mondo e della società.
Per tale motivo, riteniamo che i percorsi di alternanza, di stage
nell'industria e via seguitando debbano sussistere per tutti gli indirizzi
scolastici e non solo per alcuni. Nel vostro provvedimento, onorevole Aprea, è
scritto esattamente il contrario!
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici
emendamenti Bulgarelli 4.1, Titti De Simone 4.2 e Capitelli 4.31, non accettati
dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 384
Votanti 383
Astenuti 1
Maggioranza 192
Hanno votato sì 162
Hanno votato no 221).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 396
Votanti 391
Astenuti 5
Maggioranza 196
Hanno votato sì 163
Hanno votato no 228).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 388
Votanti 383
Astenuti 5
Maggioranza 192
Hanno votato sì 162
Hanno votato no 221).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 394
Votanti 391
Astenuti 3
Maggioranza 196
Hanno votato sì 162
Hanno votato no 229).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 395
Votanti 394
Astenuti 1
Maggioranza 198
Hanno votato sì 168
Hanno votato no 226).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti e Votanti 397
Maggioranza 199
Hanno votato sì 168
Hanno votato no 229).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 394
Votanti 393
Astenuti 1
Maggioranza 197
Hanno votato sì 162
Hanno votato no 231).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 397
Votanti 392
Astenuti 5
Maggioranza 197
Hanno votato sì 164
Hanno votato no 228).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 405
Votanti 400
Astenuti 5
Maggioranza 201
Hanno votato sì 169
Hanno votato no 231).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti e Votanti 405
Maggioranza 203
Hanno votato sì 170
Hanno votato no 235).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 403
Votanti 401
Astenuti 2
Maggioranza 201
Hanno votato sì 171
Hanno votato no 230).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva .
(Presenti 404
Votanti 402
Astenuti 2
Maggioranza 202
Hanno votato sì 231
Hanno votato no 171).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Bimbi. Ne ha facoltà.
L'insegnante è un operatore intellettuale culturale e, nello stesso tempo, un
educatore che agisce sui processi di crescita dei più giovani, in una società
complessa; ciò richiede sia padronanza nella disciplina sia profonda
comprensione del ruolo che i linguaggi disciplinari hanno nel contesto sociale e
nella costruzione dell'etica pubblica. Si pensi al dibattito sulle frontiere
della scienza, della biotecnologia e della ricerca medica sui limiti della vita
o alla ricerca per usi militari. Si pensi anche al confronto tra le diverse
interpretazioni storiche non solo del passato recente, ma anche delle radici
culturali, ad esempio, dell'Europa, in confronto con altri modelli culturali e
di civilizzazione. Pertanto, all'insegnante non basta il sapere: occorre anche
la capacità critica di riflettere sugli usi sociali e sugli effetti dei saperi
che pratica e che trasmette.
Per svolgere il proprio ruolo, inoltre, nella relazione educativa occorre che ciò
che l'insegnante sa giunga alla mente razionale ed affettiva delle allieve e
degli allievi in maniera tale da suscitare la passione del sapere o almeno la
curiosità di capire o almeno il riconoscimento della fatica che si fa per
apprendere.
A questo approccio ci riportano i più appassionati tra i nostri maestri, da don
Milani a Mario Lodi, passando per una illustre tradizione puerocentrica che ha
tra gli antesignani un veneto: Vittorino da Feltre.
A volte capita anche ai professori universitari, anzi più ai professori
universitari che ai maestri elementari, che alla competenza nella propria
disciplina non corrisponda altrettanta capacità di docenza e di relazione
educativa. Per questo occorre chiedere a tutti gli insegnanti, anche nel secondo
ciclo, l'umiltà di misurarsi con l'approfondimento di competenze relazionali e
psicopedagogiche che, nella maggior parte dei casi, salvo rarissime eccezioni,
non sono possedute in natura. Questa non sembra la strada seguita dalla presente
proposta di legge - ripeterò spesso «non sembra» - perché noi speriamo che
in sede di adozione dei decreti delegati si ritorni su questo impianto. In
questa sede si dà per ora alla formazione degli insegnanti una preminente
finalità di approfondimento disciplinare. Questa non è una scelta felice, in
parte anche perché contraria alla vocazione europea che il ministro rivendica
nella sua riforma, ma perché sconfessa l'esperienza delle scuole di
specializzazione per l'insegnamento secondario che, come tutte le esperienze in
avvio, sarebbero da valutare bene, monitorare, modificare, ma certo non da
cancellare, dopo che faticosamente avevano imboccato la strada dell'integrazione
tra conoscenze specifiche, conoscenze psicopedagogiche e tirocinio.
Il paese ha bisogno di insegnanti più formati, formati anche in servizio,
formati ad assumersi tutto l'insieme delle responsabilità anche gestionali che
la scuola richiede, e per questo anche meglio pagati in relazione alla crescita
della loro formazione.
Per questo sarebbe stato bene - lo proponiamo negli emendamenti - che, al di là
della pari dignità, la formazione iniziale degli insegnanti fosse anche o
almeno di pari durata, dalla scuola dell'infanzia al secondo ciclo, creando
reali passerelle in prospettiva anche per il passaggio dai diversi ordini
dell'insegnamento. Dunque la proposta di legge sembra rinunciare ad una
formazione all'insegnamento vera e propria, soprattutto per i gradi secondari.
È grave, ma lo è di più per il fatto che il tirocinio sembra, ed anche in
questo caso speriamo ancora nei decreti delegati, espulso dalla formazione di
base, mentre pare chiaramente introdotto soltanto nel postlaurea specialistico.
Noi avremmo voluto lavorare per il meglio e per dare una formazione
professionale vera e propria a tutti gli insegnanti, voltando pagina con la
prospettiva del precariato. Invece siamo costretti a proporre soltanto alcuni
emendamenti per il «meno peggio» e speriamo che il paese misuri questo errore
anche in base ai risultati che saranno ottenuti (Applausi dei deputati del
gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo).
Infatti, non solo, come purtroppo è successo negli articoli precedenti, in
questa riforma viene svuotato il principio di una scuola laica e pluralista a
vantaggio di una scuola che deve favorire la formazione - si dice - spirituale e
morale; non solo viene introdotto un anticipo differenziato nella scuola di
infanzia e nella scuola elementare delineandosi percorsi personalizzati a più
velocità nella scuola di base, che ripropongono una scuola per i bravi ed una
scuola per chi non ce la fa; non soltanto viene, di fatto, ricreato il canale
parallelo della formazione professionale nell'istruzione secondaria superiore -
andando nella direzione opposta a quello che dovrebbe essere il primo obiettivo
della scuola: offrire più qualità a tutti -, ma in questo articolo viene messo
sotto tutela dell'università il mestiere degli insegnanti sia per quanto
riguarda la formazione iniziale, sia per quella in servizio, disconoscendo
l'autonomia dei professionisti della scuola.
Se infatti è positiva - ed è l'unica cosa che riconosciamo - la scelta
prevista nella lettera a) di conferire pari dignità e durata, per tutti
i docenti, ai corsi di laurea specialistica, è negativa la soluzione prevista
per l'accesso ai ruoli organici del personale docente, che continuerà a
riproporre peraltro il precariato e che creerà anche questo precedente di
affido alle università delle attività di tirocinio previste nella lettera e)
per i contratti di formazione e lavoro, attraverso la gestione di apposite
strutture di ateneo. Questo vuol dire non tener conto delle funzioni, delle
competenze e della cultura della scuola, che non può essere l'anello terminale,
che stipula convenzioni proposte dagli atenei, di decisioni prese dalle
università, su un terreno che peraltro non è di sua competenza.
Questa concezione gerarchica del rapporto fra scuola e università non tiene
conto dell'assoluta diversità esistente tra di esse e non tiene conto del fatto
che l'università non necessariamente ha interesse a gestire queste strutture o
ha le competenze necessarie per guidare lo svolgimento delle suddette attività.
Il criterio di affidare all'università la formazione in servizio dei docenti
annulla in definitiva il principio dell'autonomia di ricerca, sperimentazione e
sviluppo delle istituzioni scolastiche autonome.
Con gli emendamenti che abbiamo presentato come gruppo dei Verdi e con quelli
che abbiamo sottoscritto insieme ai colleghi dell'Ulivo abbiamo cercato di
correggere un'impostazione che, però, come abbiamo denunciato dall'inizio,
resta assolutamente elitaria.
Noi siamo convinti che riformare la scuola sia una necessità per rispondere più
efficacemente al bisogno diffuso di sapere, per elevare il livello culturale del
paese, per rilanciare lo sviluppo e l'occupazione, per rispondere alle sfide
delle società contemporanee. Il punto è, però, che questa vostra proposta non
è all'altezza di questi compiti: è una proposta regressiva, che rischia di
portare il nostro paese agli ultimi posti in Europa, una proposta che, di fatto,
riduce la competitività del nostro sistema, abbassa l'investimento sul capitale
umano, accentua le differenze fra le classi sociali e i territori, riduce i
diritti, le risorse, i docenti, gli operatori scolastici, il tempo scuola, la
partecipazione e la partecipazione democratica nel governo della scuola.
State approvando questo testo a colpi di maggioranza, senza alcun confronto con
il paese reale, con i docenti, con gli studenti, con le famiglie, un
provvedimento che neanche voi siete in grado di sostenere, perché non ha la
copertura finanziaria e quando una riforma non ha la copertura finanziaria vuol
dire che non è credibile, vuol dire che non rappresenta una priorità per il
paese.
È una proposta di legge «manifesto», che contrasta con un altro manifesto,
quello della devolution, che si muove in una direzione contraria alle
previsioni contenute in questo provvedimento. Oggi ci chiedete di dare una
delega al Governo sulla scuola; domani ci chiederete di dare la competenza
esclusiva, sui temi fondamentali relativi alla scuola, alle regioni. Ma con i
manifesti non si governa, e non c'è che da essere preoccupati.
La nostra preoccupazione si conferma anche nell'affrontare le norme contenute
nell'articolo 5, con le quali, di fatto, si determina il peggioramento della
formazione iniziale degli insegnanti, che è invece un punto fondamentale ai
fini della qualità complessiva del sistema scolastico. Questo punto non è
affrontato adeguatamente: l'articolo 5 non risponde alle reali esigenze e ai
reali problemi.
Noi riteniamo necessario, invece, rivalutare il ruolo professionale e sociale
degli insegnanti, anche attraverso l'adeguamento dei loro stipendi, come avviene
negli altri paesi europei. Ma le politiche che il Governo sta determinando hanno
solamente creato un peggioramento delle condizioni degli insegnanti: nessun
investimento, solo una pesante riduzione degli organici, la precarizzazione dei
rapporti di lavoro, la riduzione delle immissioni in ruolo, un atteggiamento
contraddittorio, confuso, sulle graduatorie permanenti.
Non avete compiuto alcun passo in avanti rispetto al contratto degli insegnanti!
State ponendo in una situazione di incertezza migliaia di lavoratori ATA.
Infine - è ancora più grave - state seriamente pregiudicando la libertà di
insegnamento nella scuola del nostro paese. Questo, onorevole sottosegretario -
mi dispiace che non sia presente il ministro - sono le scelte per le quali il
vostro ministero si è fin qui caratterizzato.
La prospettiva che indichiamo è quella di recuperare l'esperienza delle scuole
di specializzazione come centri finalizzati all'insegnamento perché hanno
potuto rappresentare fino ad ora un'esperienza significativa da tenere in
considerazione, il luogo d'incontro reale tra la scuola e l'università.
Crediamo sia necessario che nella scuola vi siano insegnanti competenti,
responsabili, liberi, con alto senso della propria funzione; la funzione di
grande responsabilità che è data agli insegnanti per trasmettere la conoscenza
deve essere sostenuta e valorizzata.
Purtroppo, nulla di ciò è previsto nell'articolo 5 ed anche per queste ragioni
il nostro dissenso a questo provvedimento è particolarmente grave in questo
punto (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
Con riferimento alle questioni di merito, vogliamo sottolineare sostanzialmente
che per l'insegnamento non è sufficiente una laurea, per quanto specialistica,
di sola natura disciplinare e con carattere esclusivamente contenutistico. È
necessaria, invece, una speciale formazione degli insegnanti che preveda
specifici elementi metodologici (anche con riferimento all'insegnamento di
sostegno) e specifici tirocini. Di conseguenza, è nostro interesse specificare
- lo abbiamo fatto attraverso le proposte emendative che questa maggioranza ha
respinto - un aspetto: quando si parla di laurea specialistica si deve
utilizzare una dizione che faccia esplicitamente riferimento alla formazione
degli insegnanti. Vogliamo evitare - come, invece, qui si sta facendo - che per
la formazione per l'insegnamento alla scuola elementare...
Siamo contrari al numero chiuso, al contingentamento del reclutamento, al
sistema di rigidità che va verso una riduzione del personale (Dai banchi dei
deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale si grida: «Tempo,
tempo, Presidente!») che sempre è sinonimo di dequalificazione - state calmi
colleghi - come, del resto, denotano tutti i provvedimenti fin qui adottati dal
Governo, anche con riferimento alla legge finanziaria.
Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 5 e sulle proposte emendative ad
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici
emendamenti Titti De Simone 5.8, Grignaffini 5.60 e Volpini 5.61, non accettati
dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti e Votanti 412
Maggioranza 207
Hanno votato sì 181
Hanno votato no 231).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitelli. Ne ha
facoltà.
In tutti i paesi del mondo, le procedure di formazione dei docenti vengono
disciplinate congiuntamente con quelle di reclutamento. L'esame conclusivo del
corso biennale di specializzazione a numero programmato, a cui si accede dopo la
laurea triennale previa selezione, che noi proponiamo, deve avere valore
concorsuale. Le normative attuali sulle graduatorie e la loro opinabile
applicazione, con i conseguenti ricorsi e controricorsi, hanno contribuito a
determinare situazioni difficilmente gestibili, che tutte le parti politiche e
sindacali chiedono di chiarire.
Ci è sembrata fondamentale un'adozione contestuale di norme a regime, basate
sull'abilitazione universitaria ed il pieno valore concorsuale dell'esame
finale, e di norme transitorie atte a tutelare i diritti acquisiti. Circa il
regime transitorio, ci è parsa ragionevole un'ipotesi che destini,
inizialmente, il 50 per cento dei posti ai «vecchi», cioè agli inseriti in
graduatorie che, da permanenti, diventerebbero ad esaurimento, ed il 50 per
cento (con progressivo aumento fino al 100 per cento) all'abilitazione
universitaria. Quest'ultima quota determinerebbe il numero programmato dei posti
per l'accesso alle scuole di specializzazione. Proponendo questa soluzione,
pensiamo di dare una risposta di prospettiva al personale oggi precario e dal
futuro confuso.
Siamo molto lontani dalle posizioni velatamente espresse in questo disegno di
legge delega che tanto fa intendere e poco definisce e che prospetta la chiamata
diretta dei docenti da parte delle scuole. Nel vostro testo dell'articolo 5 non
è chiaro se la chiamata avverrà sulla base di una graduatoria né si capisce
come e se saranno formate graduatorie. Crediamo che si voglia cambiare
radicalmente un sistema di reclutamento che, certo, è troppo complicato, ma è
anche fatto di regole e di diritti, a favore di un sistema molto semplice,
certo, ma che lascia il potere decisionale alla discrezionalità
I prossimi progetti di legge che perverranno al nostro esame, in quest'aula (e
che, forse, saranno approvati) riguarderanno i buoni scuola ed il gioco sarà
fatto: addio al sistema pubblico di istruzione!
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Grignaffini 5.62, non accettato dalla Commissione né dal
Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione)
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 419
Votanti 414
Astenuti 5
Maggioranza 208
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 230).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Rizzo 5.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo e
sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
(Presenti e Votanti 424
Maggioranza 213
Hanno votato sì 186
Hanno votato no 238).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole
Sasso. Ne ha facoltà.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici
emendamenti Maran 5.1 e Bimbi 5.66, non accettati dalla Commissione né dal
Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 379
Votanti 378
Astenuti 1
Maggioranza 190
Hanno votato sì 162
Hanno votato no 216).
Saluto i ragazzi della scuola media statale Gino Rocca di Feltre, in provincia
di Belluno, che sono qua presenti (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Maran 5.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti e Votanti 418
Maggioranza 210
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 229).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti e Votanti 420
Maggioranza 211
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 235).
Si tratta di due emendamenti originariamente riferiti all'articolo 1 che, su
invito del ministro e della sottosegretario che erano d'accordo sul contenuto,
sono stati trasferiti all'articolo 5: è stato detto che il Governo era
d'accordo ma chiedeva che il loro contenuto fosse trasfuso in ordini del giorno
perché non c'era tempo per una nuova approvazione da parte del Senato. Ora sta
accadendo un fatto gravissimo: il provvedimento dovrà comunque tornare al
Senato e, dopo quello che è stato detto in Commissione, si invitano comunque i
presentatori, pur essendo d'accordo, a ritirarli.
Riteniamo sia un diritto-dovere di tutti gli insegnanti aggiornarsi e
documentarsi sui temi del disturbo di apprendimento degli alunni e sui temi
dell'handicap. Si tratta di prestare, nei fatti e non a parole, più attenzione
alla persona e alle famiglie in difficoltà e su questo, su un'idea di scuola
come comunità educativa, vorremmo ritrovare il Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Colasio 5.67, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 413
Votanti 412
Astenuti 1
Maggioranza 207
Hanno votato sì 186
Hanno votato no 226).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
Votanti 413
Astenuti 1
Maggioranza 207
Hanno votato sì 186
Hanno votato no 227).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Grignaffini 5.75, non accettato dalla Commissione né dal
Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 415
Votanti 413
Astenuti 2
Maggioranza 207
Hanno votato sì 186
Hanno votato no 227).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 414
Votanti 411
Astenuti 3
Maggioranza 206
Hanno votato sì 183
Hanno votato no 228).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 414
Votanti 413
Astenuti 1
Maggioranza 207
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 229).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole
Carra. Ne ha facoltà.
Ci premeva sottolineare questo sforzo per andare incontro, come si dice, alle
esigenze della scuola e dell'università ma lo diciamo, soprattutto, per gli
insegnanti e per i giovani laureati.
Per queste ragioni ci saremmo aspettati che questo emendamento fosse accolto non
dico dal Governo, ma dalla maggioranza.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Carra 5.72, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 428
Votanti 422
Astenuti 6
Maggioranza 212
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 235).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 420
Votanti 416
Astenuti 4
Maggioranza 209
Hanno votato sì 183
Hanno votato no 233).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti e Votanti 410
Maggioranza 206
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 226).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 423
Votanti 417
Astenuti 6
Maggioranza 209
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 230).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 422
Votanti 419
Astenuti 3
Maggioranza 210
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 230).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 418
Votanti 417
Astenuti 1
Maggioranza 209
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 230).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 421
Votanti 420
Astenuti 1
Maggioranza 211
Hanno votato sì 190
Hanno votato no 230).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 419
Votanti 418
Astenuti 1
Maggioranza 210
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 231).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole
Capitelli. Ne ha facoltà.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Capitelli 5.81, non accettato dalla Commissione né dal
Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 422
Votanti 420
Astenuti 2
Maggioranza 211
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 228).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 417
Votanti 415
Astenuti 2
Maggioranza 208
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 228).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 425
Votanti 423
Astenuti 2
Maggioranza 212
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 234).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 413
Votanti 412
Astenuti 1
Maggioranza 207
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 227).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 419
Votanti 413
Astenuti 6
Maggioranza 207
Hanno votato sì 182
Hanno votato no 231).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Capitelli 5.90, non accettato dalla Commissione né dal
Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 394
Votanti 392
Astenuti 2
Maggioranza 197
Hanno votato sì 182
Hanno votato no 210).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 414
Votanti 407
Astenuti 7
Maggioranza 204
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 228).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 411
Votanti 409
Astenuti 2
Maggioranza 205
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 230).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 411
Votanti 410
Astenuti 1
Maggioranza 206
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 226).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 418
Votanti 417
Astenuti 1
Maggioranza 209
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 232).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 412
Votanti 405
Astenuti 7
Maggioranza 203
Hanno votato sì 176
Hanno votato no 229).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Capitelli 5.99.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole
Sasso. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, l'articolo 5 sta creando molta agitazione nel mondo dei
precari, precari altamente qualificati, cioè gli abilitati nelle scuole di
specializzazione, che vedono messa in discussione una conquista già acquisita:
la possibilità che l'esame finale dia loro accesso alle graduatorie permanenti.
Dato che nella proposta del Governo non si fa riferimento alla legge n. 306,
bensì alla legge n. 341, questi soggetti sono estremamente preoccupati dal
fatto che il titolo acquisito con la laurea specialistica non dia loro accesso
alle graduatorie permanenti.
La materia regolata con l'articolo 5, signor ministro, non può essere rinviata
ad una trattazione tramite ordini del giorno, perché noi abbiamo visto la sorte
toccata a quella risoluzione unitaria assunta in Commissione sul problema degli
insegnanti specializzati senza titolo di abilitazione! In questo caso è
necessaria una presa di posizione! È necessaria un'assunzione di responsabilità!
Stiamo parlando di persone che hanno lavorato, che si sono spese (gli abilitati
nelle scuole di specializzazione, i vincitori di concorso, i precari storici) e
che adesso vedono messo in discussione il loro diritto ad entrare nella scuola.
È una partita complessa rispetto alla quale dovete compiere scelte precise,
dire parole chiare, assumervi le vostre responsabilità.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Capitelli 5.99, non accettato dalla Commissione né dal
Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 423
Votanti 421
Astenuti 2
Maggioranza 211
Hanno votato sì 186
Hanno votato no 235).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 408
Votanti 406
Astenuti 2
Maggioranza 204
Hanno votato sì 177
Hanno votato no 229).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 415
Votanti 412
Astenuti 3
Maggioranza 207
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 227).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 419
Votanti 417
Astenuti 2
Maggioranza 209
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 233).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 415
Votanti 412
Astenuti 3
Maggioranza 207
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 228).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 415
Votanti 409
Astenuti 6
Maggioranza 205
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 230).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 413
Votanti 406
Astenuti 7
Maggioranza 204
Hanno votato sì 178
Hanno votato no 228).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 421
Votanti 418
Astenuti 3
Maggioranza 210
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 231).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 422
Votanti 420
Astenuti 2
Maggioranza 211
Hanno votato sì 188
Hanno votato no 232).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 414
Votanti 412
Astenuti 2
Maggioranza 207
Hanno votato sì 181
Hanno votato no 231).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 417
Votanti 414
Astenuti 3
Maggioranza 208
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 230).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gambale. Ricordo
all'onorevole Gambale che ha un minuto di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.
Signor ministro, come lei sa, abbiamo affrontato questo tema in Commissione
cultura dove è stata approvata all'unanimità una risoluzione. Però, di fatto,
anche le norme che stiamo varando non sono sufficienti a risolvere i problemi,
in quanto le università non sono disposte ad applicarle. Vorrei rivolgere un
appello, perché questi insegnanti si troveranno tragicamente ad uscire
dall'insegnamento: dal prossimo anno decine e decine di migliaia di insegnanti,
purtroppo, soprattutto nel Mezzogiorno, rimarranno senza posto di lavoro.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Gambale 5.111, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 411
Votanti 406
Astenuti 5
Maggioranza 204
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 227).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Maran 5.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo e
sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 409
Votanti 401
Astenuti 8
Maggioranza 201
Hanno votato sì 172
Hanno votato no 229).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 410
Votanti 402
Astenuti 8
Maggioranza 202
Hanno votato sì 174
Hanno votato no 228).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 409
Votanti 403
Astenuti 6
Maggioranza 202
Hanno votato sì 175
Hanno votato no 228).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva .
(Presenti 418
Votanti 414
Astenuti 4
Maggioranza 208
Hanno votato sì 235
Hanno votato no 179).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 405
Votanti 401
Astenuti 4
Maggioranza 201
Hanno votato sì 176
Hanno votato no 225).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici
articoli aggiuntivi Rusconi 5.02 e Sasso 5.03, non accettati dalla Commissione né
dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere
contrario.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 407
Votanti 403
Astenuti 4
Maggioranza 202
Hanno votato sì 182
Hanno votato no 221).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere
il parere della Commissione.
Pertanto, essendo l'unico emendamento rimasto interamente soppressivo
dell'articolo 6, metterò in votazione il mantenimento dell'articolo stesso.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo
6.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva .
(Presenti 421
Votanti 420
Astenuti 1
Maggioranza 211
Hanno votato sì 238
Hanno votato no 182).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Rusconi. Ne ha facoltà.
ANTONIO RUSCONI. Signor Presidente,
onorevoli colleghi, l'articolo 7 manifesta chiaramente l'impossibilità da parte
del Governo, per la mancanza palese del minimo di risorse adeguate, di dare atto
ed avvio alla riforma. È una dichiarazione pubblica che si è resa evidente
anche negli interventi in Commissione di autorevoli esponenti della maggioranza
che, nel confermare che si trattava comunque di un provvedimento blindato ed
indiscutibile, hanno richiesto quasi un atto di fede su ipotizzati provvedimenti
futuri, scelta che preferiamo destinare a più autorevoli e più alti scopi. In
effetti, basterebbe leggere la nota
n. 145 del servizio bilancio dello Stato per scoprire, solo dai titoletti
evidenziati, il giudizio tecnico assolutamente negativo sulla congruità delle
risorse destinate. Si parla di sottostima dell'esame relativo alla scuola
primaria, di maggiore numerosità dei soggetti interessati, mancata
considerazione di ulteriori oneri connessi all'aumento delle classi, mancata
considerazione degli oneri relativi alla scuola dell'infanzia. Di fatto,
possiamo dire oggi che l'unica certezza di discontinuità rispetto al Governo di
centrosinistra è che questa maggioranza ha ridotto le risorse ed i fondi della
scuola per bloccare la legge n. 30. Ciò è esemplare nella relazione alla nota
tecnica del bilancio. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l'onorevole Capitelli. Ne ha facoltà.
PIERA CAPITELLI. Signor Presidente,
risparmierò al ministro tutte le domande già rivoltele dall'onorevole Rusconi
circa il dopodomani del provvedimento. Cosa si farà di questa legge che non ha
finanziamento o, quanto meno, ne ha solo una parte? Quali saranno i criteri di
scelta di chi andrà anticipatamente, suo malgrado (Commenti dei deputati del
gruppo della Lega nord Padania)...
PRESIDENTE. Onorevole Capitelli, non si
lasci distogliere. Colleghi, per favore...
PIERA CAPITELLI. Risparmierò tutte
queste domande per farne altre che riguardano il versante della possibilità di
applicazione di questa riforma. Siamo arrivati all'epilogo. Finalmente il
linguaggio è chiaro: le leggi n. 30 del 2000 e n. 9 del 1999 sono abrogate, si
dice esplicitamente. PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di
parlare sull'articolo 7 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito
il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
ANGELA NAPOLI, Relatore per la
maggioranza. La Commissione esprime parere contrario su tutti gli
emendamenti all'articolo 7, ad eccezione degli emendamenti 7.100 e 7.101, che
vanno votati ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento sui
quali il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
LETIZIA MORATTI, Ministro
dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Il Governo esprime parere
conforme a quello del relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Grignaffini 7.49, non accettato dalla Commissione né dal
Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario. Dichiaro chiusa la votazione. Passiamo alla votazione dell'emendamento Capitelli 7.50. GIOVANNA GRIGNAFFINI. Signor
Presidente, intervengo a titolo personale per rivolgere due domande al ministro
Moratti. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Villetti 7.52, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli
identici emendamenti Colasio 7.45 e Capitelli 7.53, non accettati dalla
Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli
identici emendamenti Colasio 7.46 e Sasso 7.54, non accettati dalla Commissione
né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli
identici emendamenti Rusconi 7.47 e Sasso 7.55, non accettati dalla Commissione
né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Martella 7.57, non accettato dalla Commissione né dal Governo
e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Martella 7.56 non accettato dalla Commissione né dal Governo e
sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli
identici emendamenti Carra 7.44 e Grignaffini 7.58, non accettati dalla
Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Grignaffini 7.59, non accettato dalla Commissione né dal
Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Bulgarelli 7.2, non accettato dalla Commissione né dal
Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Detomas 7.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo e
sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Bulgarelli 7.3, non accettato dalla Commissione né dal
Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.100 (da votare ai sensi
dell'articolo 86, comma 4-bis del regolamento). GIANFRANCO MORGANDO. Signor
Presidente, intervengo molto brevemente. Questo è il primo dei due emendamenti
che la Commissione bilancio ha posto come condizione alla Commissione di merito.
Vogliamo soffermarci brevemente su questi due emendamenti. Tra l'altro, anticipo
che, pur avendo chiesto la parola anche sul successivo emendamento 7.101 PRESIDENTE. Onorevole Rizzi! Onorevole
Sasso!
CESARE RIZZI. Ma rompe le scatole!
PRESIDENTE. Non dica così, perché
l'oratore ha tutto il tempo per parlare. Onorevole Rizzi, lei non deve
richiamare l'oratore; ci pensa il Presidente. Prego, onorevole Morgando.
GIANFRANCO MORGANDO. Signor
Presidente, concludo (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita,
DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo). È assolutamente evidente
che ci troviamo di fronte alla riproposizione di una prassi che, ormai, viene
utilizzata quotidianamente dal Governo e dalla maggioranza: è la prassi della
presentazione, della discussione e dell'approvazione di provvedimenti manifesto,
di provvedimenti programmatici, che non hanno alcun fondamento finanziario né
alcuna caratteristica di reale operatività (Applausi dei deputati dei gruppi
della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo -
Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto l'onorevole Mariotti,al quale ricordo che ha un minuto di tempo a sua disposizione. Ne ha facoltà.
ARNALDO MARIOTTI. Signor Presidente,
in aggiunta alle argomentazioni espresse dall'onorevole Morgando, vorrei dire
che con questo articolo noi copriamo parzialmente il fabbisogno per dare la
possibilità di anticipare l'iscrizione alla prima elementare. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto l'onorevole Acquarone, al quale ricordo che ha un minuto a
disposizione. Ne ha facoltà.
LORENZO ACQUARONE. Signor
Presidente, vorrei ricordare all'Assemblea e che rimanesse a verbale che il
primo caso di rinvio alle Camere di un provvedimento legislativo è stato
operato per mancata copertura ex articolo 81 della Costituzione da un
Presidente della Repubblica che prima era stato Governatore della Banca
d'Italia. Ora, abbiamo un Presidente della Repubblica che è già stato
Governatore della Banca d'Italia. Non sarebbe male che Lo scrittoio del
Presidente fosse anche sui tavoli del Quirinale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto l'onorevole Sasso, al quale ricordo che ha un minuto a
disposizione. Ne ha facoltà.
ALBA SASSO. Signor Presidente, l'altra
sera, quando abbiamo concluso la nostra discussione, l'onorevole Boccia ha detto
che questa non è una legge: è un manifesto programmatico. Voglio riprendere
questa questione. Questa non è una legge perché non ha copertura finanziaria,
come è stato spiegato molto bene fin qui. Soprattutto, vorrei dire che questa
non è una riforma, perché una riforma migliora lo stato di cose esistenti.
Questa proposta di legge, invece, fa tornare la scuola indietro e non permette
l'elaborazione e la costituzione dei decreti attuativi e si limiterà dal
prossimo anno scolastico a scassare il sistema: la scuola dell'infanzia, la
scuola elementare e la diminuzione dell'obbligo. Quello che questo provvedimento
porta a casa è solo questo: non affronta nessun problema reale della scuola,
nessuna esigenza degli studenti, delle famiglie e del paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto l'onorevole Pennacchi, al quale ricordo che ha un minuto a
disposizione. Ne ha facoltà.
LAURA MARIA PENNACCHI. Signor
Presidente, onorevoli colleghi, la correzione della Commissione bilancio è
molto eloquente e tuttavia ne va evidenziato un significato implicito molto
rilevante. Infatti, nel momento in cui si impone che i decreti legislativi
possono essere emanati soltanto successivamente, si sta ammettendo la totale
assenza della copertura della delega, per quanto riguarda le misure che avranno
immediata operatività, per cui si è provveduto ad una parziale copertura, e
soprattutto per le misure prospettiche. In questo modo, noi stiamo cambiando
radicalmente il PRESIDENTE. Quel che si dice in quest'aula
resta sicuramente agli atti. ANTONIO RUSCONI. Signor Presidente,
intervengo brevemente a titolo personale. Tuttoscuola è una tra le
riviste via Internet più diffuse in materia ed afferma che con i finanziamenti
previsti vi sarà posto per 16 mila alunni in prima elementare. Viene calcolato
che 7 mila alunni saranno destinati ad una prima paritaria. Vorremmo sapere se
gli altri 64 mila - e secondo quale sorteggio - finiranno in classe o meno. Mi
sembra una domanda lecita da parte del mondo della scuola (Applausi dei
deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Avverto che l'emendamento Rusconi 7.48 risulta precluso. PIETRO MAURANDI. Signor Presidente,
questo emendamento della Commissione bilancio è frutto di una consapevolezza e,
contemporaneamente, di una mancanza di coraggio, o almeno di coerenza, da parte
della maggioranza della Commissione. Affermare che prima dei decreti delegati
bisogna approvare provvedimenti legislativi di copertura significa dire che
nella legge delega la copertura non è prevista. Ebbene, di fronte a questa
situazione, anziché rifiutare il metodo, ci si rifugia in una forma di
copertura anomala, cioè non contestuale, in violazione della Costituzione.
Infine, subordinare i decreti delegati a provvedimenti di copertura significa
che questo è un provvedimento non operativo, così detto «manifesto»; per di
più, ciò significa affidare gli interventi - peraltro sbagliati e
controriformatori - sulla scuola al Ministro dell'economia. Questa, in generale,
non è una buona politica e, nel caso specifico, lo è meno che mai se si fa
riferimento all'attuale ministro dell'economia. Ci troviamo di fronte ad un
implicito riconoscimento di inutilità di questo provvedimento e questo ci fa
piacere, ma contemporaneamente siamo di fronte ad un tentativo di rabberciare
una copertura che non vi è. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Carli, al quale ricordo
che ha un minuto a sua disposizione. Ne ha facoltà.
CARLO CARLI. Signor Presidente, signor
ministro, questo provvedimento è profondamente sbagliato; tante volte in
Commissione le abbiamo fatto presente che esso ci riporta molto indietro, quanto
meno a prima della legge istitutiva della scuola dell'obbligo e cioè, al 31
dicembre 1962. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grignaffini. Ne ha facoltà.
GIOVANNA GRIGNAFFINI. Signor
Presidente, stiamo votando un emendamento il quale afferma che tutto ciò che è
scritto in questo provvedimento, se non vi sarà un'altra legge che preveda una
copertura, non vale. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto l'onorevole Panattoni, a cui ricordo che ha a disposizione
un minuto di tempo. Ne ha facoltà.
GIORGIO PANATTONI. Signor
Presidente, intervengo a titolo personale. Signor ministro, lei che ha un'aria
molto gentile, perché vuole così male ai bambini ed ai ragazzi (Commenti
dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale e della Lega nord
Padania)? Quanti anni ci vorranno per realizzare una riforma di questo tipo
se, per ogni decreto legislativo, occorrerà varare una legge? Quanti anni di
incertezza stiamo dando ai nostri ragazzi? Perché si ostina a punirli così
duramente? Non dovremmo essere un pochino più buoni con i ragazzi che
costituiscono il nostro futuro? PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto l'onorevole Russo Spena, al quale ricordo che ha a
disposizione un minuto di tempo. Ne ha facoltà.
GIOVANNI RUSSO SPENA. Signor
Presidente, l'emendamento in esame è particolarmente importante e, pertanto, in
maniera determinata esprimeremo un voto contrario sul medesimo (abbiamo già
discusso a fondo in Commissione bilancio).A volte, vi sono proposte emendative che servono a chiarire un intero e
complesso discorso. Si tratta di un emendamento allusivo di una difficoltà, di
una contraddizione anche all'interno della compagine governativa, con tratti di
profonda incostituzionalità. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Morgando. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO MORGANDO. Signor
Presidente, intervengo brevemente a titolo personale perché le argomentazioni
le ho già svolte precedentemente. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Capitelli 7.60, non accettato dalla Commissione né dal
Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Sasso 7.61, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge . Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Colasio 7.62, non accettato dalla Commissione né dal Governo e
sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario. Dichiaro chiusa la votazione. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Grignaffini 7.63, non accettato dalla Commissione né dal
Governo. Dichiaro chiusa la votazione. Passiamo alla votazione dell'articolo 7.
GERARDO BIANCO. Chiedo di parlare
sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GERARDO BIANCO. Signor Presidente,
onorevoli colleghi, prima di passare agli ultimi voti, vorrei stigmatizzare il
clima assurdo nel quale si è svolto l'intero dibattito. Si trattava di un
argomento di grande rilievo e di grande importanza. Non vi è stata invece
alcuna ragionevolezza e non vi è stato nessun reale confronto. PRESIDENTE. La conclusione del dibattito
con Platone non è poca cosa! Prego i colleghi di apprezzarla! Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini
del giorno presentati (vedi l'allegato A - A.C. 3387 sezione 7). IVO COLLÈ. Signor Presidente, onorevoli
colleghi, il mio intervento riguarda l'ordine del giorno Palmieri n. 9/3387/43.
È un ordine del giorno che si riferisce in modo particolare alla Valle d'Aosta
e, se mi permettete, volevo brevemente analizzarlo. Al momento della
presentazione del programma di Governo, al Presidente del Consiglio dei ministri
fu fatta esplicita richiesta di considerare in modo particolare le specialità
delle autonomie. Il Presidente del Consiglio dei ministri ha fatto in quest'aula
esplicito richiamo alle nostre preoccupazioni dichiarando quanto segue: La
salvaguardia delle specificità delle regioni e delle province autonome e la
tutela delle minoranze linguistiche è un problema particolare a cui daremo
l'attenzione dovuta riguardo anche al carattere pattizio delle autonomie. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l'onorevole Capitelli. Ne ha facoltà.
PIERA CAPITELLI. Signor Presidente,
intervengo a nome di tutte le forze dell'Ulivo. Abbiamo portato avanti, tutti
insieme, un dibattito in Commissione molto interessante. È stata per noi una
battaglia, che però non abbiamo vinto, perché l'atteggiamento del Governo e
della maggioranza è stato di totale chiusura. PRESIDENTE. Comunque, onorevole Capitelli,
anche i deputati della maggioranza hanno diritto di presentare ordini del
giorno. LETIZIA MORATTI, Ministro
dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Il Governo accetta gli
ordini del giorno Fatuzzo n. 9/3387/1, Sterpa n. 9/3387/2 e Maggi n. 9/3387/3. PRESIDENTE. Ampia riformulazione, ministro.
LETIZIA MORATTI, Ministro
dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Sì, un'ampia
riformulazione. Il Governo accetta l'ordine del giorno Volontè n. 9/3387/7 a
condizione che sia soppressa la parola «ritardare». Il Governo accetta
l'ordine del giorno Laurentiis n. 9/3387/8, ove riformulato nel modo seguente:
«Impegna il Governo a valutare positivamente l'equiparazione dei tre titoli di
abilitazione (corsi riservati, di cui alle ordinanze ministeriali n. 153 del
1999, n. 33 del 2000 e n. 01 del 2001, concorso ordinario e di abilitazione
SSIS), attualmente valutabili all'atto di inserimento in graduatoria permanente
e, per ovviare alla mancata attuazione di una norma transitoria, impegna ad
attribuire per ogni percorso abilitante un punteggio aggiuntivo pari a 24 punti
e ad attribuire ai soggetti in possesso dell'abilitazione SSIS un ulteriore bonus
di 6 punti in accordo e nel rispetto dell'articolo 3 del decreto ministeriale 24
novembre 1998 ed un bonus di 3 punti per i soggetti in possesso
dell'abilitazione conseguita con il concorso ordinario, previo parere positivo
del CNPI e, comunque, senza compromettere l'inizio dell'anno scolastico
2003-2004». PRESIDENTE. Prendo atto che gli onorevoli
Fatuzzo, Sterpa e Maggi non insistono per la votazione dei loro ordini del
giorno n. 9/3387/1, n. 9/3387/2 e n. 9/3387/3, accettati dal Governo. ANNA MARIA LEONE. Sì, signor
Presidente, e non insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole
Ranieli non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3387/5. GIUSEPPE DRAGO. Sì, signor Presidente,
e non insisto per la votazione del mio ordine del giorno.
PRESIDENTE. Onorevole Volontè, accetta la
riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/3387/7?
LUCA VOLONTÈ. Sì, signor Presidente, ma
vorrei avere dal ministro l'assicurazione che l'eliminazione della parola «ritardare»
comprende anche la possibilità di ritardare la gradualità, vale a dire che, a
seconda delle strutture organizzative, si potrà o meno graduare e ritardare; in
tal caso, accetto la riformulazione e non insisto per la votazione.
PRESIDENTE. L'interpretazione
dell'onorevole Volonté è corretta, signor ministro?
LETIZIA MORATTI, Ministro
dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene. RODOLFO DE LAURENTIIS. Sì,
signor Presidente, e non insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Prendo atto che non insistono
per la votazione i presentatori dei seguenti ordini del giorno, tutti accettati
dal Governo: Mereu n. 9/3387/9, Angela Napoli n. 9/3387/10, Landolfi n.
9/3387/11, Butti n. 9/3387/12 (eccettuati i capoversi inammissibili), Stagno
d'Alcontres n. 9/3387/13, Castellani n. 9/3387/14, Cannella n. 9/3387/16,
Rositani n. 9/3387/17, gli identici Misuraca n. 9/3387/18 e Antonio Pepe n.
9/3387/19, Santulli n. 9/3387/21, Licastro Scardino n. 9/3387/22, Vascon n.
9/3387/23, Sergio Rossi n. 9/3387/24, Didonè n. 9/3387/25, Ercole n. 9/3387/27,
Bianchi Clerici n. 9/3387/28 e Francesca Martini n. 9/3387/29. PIERO RUZZANTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIERO RUZZANTE. Signor Presidente, nel
dichiarare di volere apporre anche la mia firma all'ordine del giorno Bellini n.
9/3387/30, desidero chiedere un chiarimento al Governo. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Chiedo all'onorevole Cima se insista per la votazione dell'ordine del giorno
Cima n. 9/3387/31, non accettato dal Governo.
LAURA CIMA. Sì, signor Presidente,
insisto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Dichiaro chiusa la votazione. Prendo atto che non insistono per la votazione i presentatori degli ordini
del giorno Gamba n. 9/3387/35, accolto come raccomandazione dal Governo, Zanella
n. 9/3387/36, accolto come raccomandazione dal Governo, Garagnani n. 9/3387/39,
accettato dal Governo, Spina Diana n. 9/3387/40, accolto come raccomandazione
dal Governo, Boccia n. 9/3387/41, accolto come raccomandazione dal Governo,
Galvagno n. 9/3387/42, accettato dal Governo, Palmieri n. 9/3387/43, accettato
dal Governo, Brugger n. 9/3387/45, accettato dal Governo, Strano n. 9/3387/46,
accettato dal Governo, Fratta Pasini n. 9/3387/49, accettato dal Governo
limitatamente al primo capoverso del dispositivo. Prendo atto che i presentatori
dell'ordine del giorno Ascierto n. 9/3387/44 accettano la riformulazione
proposta dal Governo e non insistono per la votazione. PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di
voto sul complesso del provvedimento. MICHELE RANIELI. Signor Presidente,
ottemperando alle esigenze di celerità, chiedo l'autorizzazione alla
pubblicazione in calce al resoconto ella seduta odierna del testo della mia
dichiarazione di voto, al quale mi riporto in nome e per conto del gruppo
dell'UDC.
PRESIDENTE. La Presidenza l'autorizza sulla
base dei consueti criteri. GIOVANNA BIANCHI CLERICI.
Signor Presidente, anch'io ovviamente, visti i tempi, chiedo l'autorizzazione
alla pubblicazione in calce al resoconto ella seduta odierna del testo della mia
dichiarazione di voto. Desidero però dichiarare il voto convinto della Lega
nord Padania a questa proposta di legge e desidero esprimere apprezzamento al
ministro Moratti per la serenità e la solerzia con cui ha seguito i nostri
lavori (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega nord Padania, di Forza
Italia, di Alleanza nazionale e dell'UDC).
PRESIDENTE. La Presidenza autorizza la
pubblicazione della sua dichiarazione di voto sulla base dei consueti criteri. PIER LUIGI BERSANI. Signor
Presidente, io credo di essere abbastanza accomodante, però non mi pare che noi
possiamo concludere in questo modo questa discussione. Almeno per quello che
riguarda noi (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di
sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, di Rifondazione comunista e
Misto-Comunisti italiani).
ALBA SASSO. È una vergogna!
PIER LUIGI BERSANI. Se si può avere
da parte del Governo un attimo di attenzione, signor Presidente, vorrei dire che
questa legge presenta alcuni punti interrogativi. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto l'onorevole Colasio. Ne ha facoltà.
ANDREA COLASIO. Signor Presidente,
onorevoli colleghi, ministra, credo non sfugga a nessuno come, a dispetto
dell'assoluta centralità strategica e culturale di questa ventilata ipotesi di
riforma del nostro sistema scolastico, in realtà, in questo momento, non si
respiri in Assemblea quel clima che si addice alle grandi occasioni. La causa di
ciò, ministro, non è certo imputabile alla stanchezza, all'ora, all'asprezza
del confronto, PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto l'onorevole Sterpa. Ne ha facoltà.
EGIDIO STERPA. Signor Presidente, vorrei
solo svolgere alcune brevi considerazioni. Il mio «sì» a questa legge delega PRESIDENTE. La Presidenza la autorizza
sulla base dei consueti criteri. CARLA MAZZUCA POGGIOLINI.
Signor Presidente, i parlamentari dell'UDEUR-Popolari per l'Europa voteranno
contro questa riforma della scuola dal nome roboante, la riforma della Casa
delle libertà, che qualifica la capacità progettuale di questo Governo e della
maggioranza parlamentare che lo sostiene. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto l'onorevole Garagnani. Ne ha facoltà.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, mi
limiterò a poche parole. Come è confermato, fra l'altro, negli interventi in
sede di discussione sulle linee generali, i deputati del gruppo di Forza Italia
ribadiscono il proprio voto fermamente convinto a favore della riforma che
stiamo discutendo e, soprattutto, la convinzione che questo sia un primo passo
verso un coraggioso atto di rinnovamento degli studi in Italia. In secondo
luogo, ringraziamo il ministro e il sottosegretario Aprea per la disponibilità
comunque e ovunque manifestata, sia in Commissione sia in aula, verso un
confronto serio con tutti, compresa l'opposizione, sui principali problemi
sottesi alla riforma. PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Garagnani.
La Presidenza l'autorizza sulla base dei consueti criteri. LUANA ZANELLA. Signor Presidente, mi
limiterò a proporre poche riflessioni, riservandomi di consegnare ulteriori
considerazioni integrative del mio intervento. Pertanto, le chiedo
l'autorizzazione alla loro pubblicazione in calce al resoconto della seduta
odierna. PRESIDENTE. Onorevole Zanella, la invito a
concludere.
LUANA ZANELLA. Concludo, signor
Presidente. PRESIDENTE. La Presidenza autorizza la
pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna delle ulteriori
considerazioni integrative del suo intervento, sulla base dei consueti criteri.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Collè. Ne ha facoltà.
IVO COLLÈ. Signor Presidente, sicuramente
il mio voto non sarà favorevole a questo disegno di legge. Credo che oggi, da
quest'aula, sia arrivato un segnale negativo. Non vorrei che, in qualche modo,
fosse un po' ciò che ci sta aspetta per quanto riguarda federalismo e devolution.
Chiedo al ministro: poiché sono state sbagliate le stime, secondo quali criteri
saranno esclusi questi o quei bambini dall'anticipo? Come interpretiamo il comma
4 dove l'attuazione della riforma è condizionata secondo criteri di gradualità
ed in forma di sperimentazioni compatibilmente con la disponibilità dei posti e
delle risorse finanziarie dei comuni? Avremo un comune che applica la riforma ed
il comune vicino che non la applicherà? Andate a rileggervi le note dell'ANCI:
mi riferisco al fatto che siete carenti sugli accreditamenti alle scuole
paritarie rispetto al 2001, per cui oggi vi è una guerra inutile e dannosa tra
enti locali che devono rispondere non di problemi propri, ma delle vostre
inefficienze.
Rispetto a ciò vorrei ricordare all'onorevole Vito che non abbiamo presentato
una relazione di minoranza perché vi era la legge n. 30 pronta da applicare,
con risorse già disponibili e voi vi siete impegnati solo per buttare tali
risorse (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei
Democratici di sinistra-L'Ulivo)! È una responsabilità che prendete
davanti a tutte le scuole di questo paese che vi stanno guardando! Questo se lo
legga l'onorevole Vito (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e
della Lega nord Padania)!
Inoltre, avevo chiesto al ministro di rispondere in aula in merito a due sfide
che abbiamo davanti: la sfida all'innovazione tecnologica e quella ad una
maggiore educazione. Abbiamo sentito da parte della maggioranza su questi temi
un silenzio assordante. Allora, prendetevi tutte le vostre responsabilità per
la disattenzione di questi giorni e per la guerra che fate ai comuni dando loro
problemi che voi, con il vostro bilancio, non siete in grado di risolvere. I
comuni vi chiederanno di rinviare la legge, questo lo sapete benissimo. Non
solo, rendete conto alla scuola italiana che oggi non viene sconfitta la legge
n. 30 o il centrosinistra, ma vengono sconfitte le intelligenze e le risorse di
tante donne e uomini di scuola, viene sconfitta ed umiliata la scuola italiana (Applausi
dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di
sinistra-L'Ulivo - Commenti dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)!
Proviamo però a fare un bilancio dei «no». L'architettura di sistema della
scuola rimane inalterata (tre anni di scuola dell'infanzia, cinque di scuola
elementare,
Ma cosa accadrà dopo questa legge se l'impianto di ciascun ordine di scuola -
questa non è una domanda retorica, signor ministro, quindi vorrei una risposta
- resterà invariato e se ognuna di esse dovrà essere ancora organizzata ai
sensi delle vigenti leggi che non vengono abrogate? A che serviranno le
sperimentazioni in atto che mettono in discussione la legge n. 148 del 1990
sulla scuola elementare se tale legge non è abrogata o perlomeno modificata in
alcune sue parti? Dagli scarsi e poco cogenti criteri di questa legge potranno
scaturire decreti legislativi con contenuti tali da mettere in discussione leggi
vigenti. L'introduzione dell'insegnante unico, l'abolizione di fatto del team
docente e la gerarchizzazione tra discipline previste dalla sperimentazione
potranno essere applicati e generalizzati? A nostro avviso «no». La legge
delega non prevede l'abrogazione della legge n. 148 del 1990 e nemmeno nuovi
criteri da renderla inefficace con i decreti legislativi. I decreti legislativi
non potranno contenere ciò che la delega non esplicita e allora i collegi dei
docenti potranno continuare a organizzarsi come ritengono, avendo come
riferimento una legge vigente (la legge n. 148 del 1990) e il regolamento di
un'altra legge vigente (quella sull'autonomia didattica e organizzativa), e
potranno allora fare obiezioni e ricorsi contro le indicazioni ministeriali che
si discosteranno dalle leggi vigenti. Forse il Governo proverà a costringere i
docenti ad andare indietro di decenni e forse ci riuscirà, ma non certo perché
è legittimato a farlo (quindi non con la convinzione dei docenti e dei
genitori), ma semplicemente perché le scarse risorse assegnate alle scuole non
consentiranno che una scelta: quella dell'insegnante unico e del tempo parziale.
Alla faccia della libertà di scelta e della ricchezza dell'offerta formativa (Applausi
dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita,
DL-l'Ulivo)!
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Titti De Simone 7.64, non accettato dalla Commissione né dal
Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 380
Votanti 379
Astenuti 1
Maggioranza 190
Hanno votato sì 159
Hanno votato no 220).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti e Votanti 402
Maggioranza 202
Hanno votato sì 170
Hanno votato no 232).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grignaffini. Ne ha
facoltà.
In primo luogo, vorrei sapere se il ministro si è reso conto che, esprimendo
parere favorevole sugli emendamenti della Commissione, di fatto ha svuotato la
sua legge. Nel senso che il provvedimento che ci accingiamo ad approvare è una
legge la cui attuazione è strettamente connessa al fatto che per ognuno dei
titoli in essa elencati sarà necessaria una legge ordinaria per garantirne la
copertura. Dunque, soprattutto adesso che sappiamo che la relatrice e il Governo
hanno approvato il parere vincolante della Commissione bilancio, non stiamo
votando una legge.
In secondo luogo, vorrei sottolineare che, oggi in Commissione, stiamo
esprimendo il parere sul provvedimento relativo alla devoluzione, che sarà
esaminato da questa Assemblea la prossima settimana. Si tratta di un'altra legge
che contraddice in radice i temi e le norme contenute nel presente disegno di
legge.
Dunque, cosa farà la maggioranza del Governo, scioglierà le sue contraddizioni
decidendo che vale la legge che arriva prima? Sapete quello che state facendo
alla scuola italiana dando messaggi contraddittori, che da una parte delegano
alle regioni e dall'altra attribuiscono nuovamente poteri al centro? Pregherei
il ministro di rispondere in ordine a questi due temi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Capitelli 7.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo
e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione)
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 411
Votanti 407
Astenuti 4
Maggioranza 204
Hanno votato sì 171
Hanno votato no 236).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 408
Votanti 405
Astenuti 3
Maggioranza 203
Hanno votato sì 172
Hanno votato no 233).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 414
Votanti 407
Astenuti 7
Maggioranza 204
Hanno votato sì 173
Hanno votato no 234).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 410
Votanti 403
Astenuti 7
Maggioranza 202
Hanno votato sì 173
Hanno votato no 230).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 416
Votanti 411
Astenuti 5
Maggioranza 206
Hanno votato sì 177
Hanno votato no 234).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 419
Votanti 413
Astenuti 6
Maggioranza 207
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 234).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 420
Votanti 415
Astenuti 5
Maggioranza 208
Hanno votato sì 180
Hanno votato no 235).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 420
Votanti 418
Astenuti 2
Maggioranza 210
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 239).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 420
Votanti 418
Astenuti 2
Maggioranza 210
Hanno votato sì 182
Hanno votato no 236).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 424
Votanti 420
Astenuti 4
Maggioranza 211
Hanno votato sì 182
Hanno votato no 238).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 420
Votanti 394
Astenuti 26
Maggioranza 198
Hanno votato sì 156
Hanno votato no 238).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 422
Votanti 417
Astenuti 5
Maggioranza 209
Hanno votato sì 176
Hanno votato no 241).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Morgando. Ne ha
facoltà.
Ci troviamo in presenza di un provvedimento che non ha copertura finanziaria. Ci
troviamo in presenza di un provvedimento che non rispetta l'articolo 81 della
Costituzione. Ci troviamo in presenza di un provvedimento, su cui la Commissione
bilancio ha espresso il parere con un metodo di lavoro piuttosto irrituale:
siamo stati per tre giorni ad aspettare la relazione tecnica del Governo; la
relazione non è mai arrivata; ad un certo punto la maggioranza ha pensato di
poterne fare a meno. Era l'evidenza dello scontro, riportato da tutti i
giornali, tra il ministero competente e il Ministero dell'economia e delle
finanze.
Signor Presidente, questo provvedimento non ha copertura e viola
l'interpretazione dell'articolo 81 data dalla Corte costituzionale, che
stabilisce che, nelle leggi di delega, i mezzi di copertura debbano essere
individuati ed individuabili nella stessa legge: devono essere individuati, vale
a dire devono essere certi, devono esistere, oppure devono essere individuabili,
vale a dire devono essere il frutto di un percorso visibile, certo, con la
possibilità di decisioni discrezionali in ordine all'attivazione o meno delle
risorse. Vorrei ricordare l'escamotage che, pur con il nostro dissenso,
è stato utilizzato per la copertura della legge di delega in materia di fisco
che rimandava alla legge finanziaria le decisioni di merito cui era legata, poi,
l'individuazione delle risorse.
La Commissione bilancio ha cercato di mettere una pezza alla questione e con
l'emendamento 7.101 (da votare ai sensi dell'articolo 8, comma 4-bis del
regolamento) ha previsto che, prima di ogni decreto delegato, debba essere
approvata una legge. È già stato chiesto: ma, allora, signor ministro, signor
Presidente, cosa approviamo questa sera? Approviamo un gigantesco ordine del
giorno. Non approviamo una legge, perché nello stesso testo diciamo che tutte
le volte che dovremo applicare questa legge dovremo fare un nuovo provvedimento
legislativo. È l'evidenza dei limiti del provvedimento che mi interessa in
questo intervento.
Signor Presidente, signor ministro, almeno ci fosse uniformità di comportamento
nelle decisioni della Commissione bilancio. Oggi, abbiamo votato il parere sulla
delega in materia previdenziale e, pur senza l'assenso dell'opposizione, si è
deciso che il parere della Commissione di merito e della Commissione bilancio
sugli schemi dei decreti legislativi debba essere vincolante. Lo ha sostenuto la
relatrice, la collega Santanchè, e di questo le abbiamo dato atto. Se almeno ciò
fosse stato introdotto in questo provvedimento! È un po' ridicolo il vincolo ad
un provvedimento legislativo successivo che deve dare base e certezza
finanziaria (Commenti dei deputati Rizzi e Sasso).
A questo punto, voglio sollevare un problema specifico. Nel conteggio del
fabbisogno riportato nella relazione tecnica si è tenuto conto del numero di
alunni iscritti in questo anno 2002-2003 nella scuola materna statale, senza
tener conto che non è obbligatorio andare alla scuola materna; inoltre, ci sono
anche le scuole materne private. Pertanto, le preiscrizioni per il primo anno
del primo ciclo in corso in questi mesi creeranno una condizione per cui a
settembre i comuni non avranno le aule per contenere i bambini. Quindi, si
scarica la contraddizione sui comuni, soprattutto verso quelli piccoli che
avranno anche la necessità di trasportare gli alunni senza avere le risorse per
farlo. Pertanto, l'unica norma di questa legge-delega che può partire creerà
ingenti problemi agli enti locali. Per questo motivo, ci asteniamo su questo
articolo.
Quindi siamo di fronte ad un'invalidità della delega stessa e all'impossibilità
di emanare decreti di alcun genere (Commenti dei deputati del gruppo della
Lega nord Padania). Tutto questo è molto grave: noi stiamo violando
l'articolo 81 della Costituzione - anche se vengono poste queste correzioni - ed
anche gli articoli che impongono norme precise alla legislazione delegata. Lo
ripeto: tutto questo è molto grave ed io chiedo che rimanga agli atti - è per
questo che sono intervenuta - la mia forte contrarietà.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole
Rusconi, al quale ricordo che ha un minuto a sua disposizione. Ne ha facoltà.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento 7.100 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del
regolamento) accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva .
(Presenti 403
Votanti 236
Astenuti 167
Maggioranza 119
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 7).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.101 (da votare ai sensi dell'articolo
86, comma 4-bis, del regolamento).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole
Maurandi, al quale ricordo che ha un minuto a sua disposizione. Ne ha facoltà.
Per questa ragione, su questo emendamento, annuncio il voto contrario del
Voi avete detto che non avreste accolto nessun emendamento perché volevate
approvare questo provvedimento alla Camera senza tornare al Senato. Vi abbiamo
detto che esso è incostituzionale perché non rispetta l'obbligo scolastico e
perché non ha copertura finanziaria, ma voi avete continuamente sostenuto che
ciò non è vero. Oggi siete costretti a dover accogliere le prescrizioni
provenienti dalla Commissione bilancio. Se accoglievate almeno qualche nostro
emendamento, certamente non avreste risolto il problema - perché quello in
oggetto rimane sempre un provvedimento sbagliato -, ma almeno avreste ottenuto
qualche miglioramento.
Avete opposto una sordità ed una chiusura indegna per il Parlamento e per il
nostro paese (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di
sinistra-l'Ulivo).
Leggendo il provvedimento, le uniche cose che non hanno bisogno di altra
copertura sono la reintroduzione del voto in condotta ed il fatto di ricondurre
la scuola a criteri di formazione spirituale e morale.
Non state votando un provvedimento, ma il ritorno all'ordine nella scuola ed una
nuova idea di scuola come apparato ideologico per tenere aperto un canale di
comunicazione con quel mondo che ancora sfugge al monopolio culturale già
gestito dalle televisioni di Governo (Applausi dei deputati del gruppo dei
Democratici di sinistra-l'Ulivo).
Questa riforma, oltre ad essere sbagliata, è stranamente punitiva (Commenti
dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale). Credo che abbiate preso la
strada più sbagliata possibile!
Tre sono i profili di incostituzionalità: in primo luogo, si prosegue sulla
strada dei decreti taglia spese, dell'accentramento in mano al ministro Tremonti
del potere finanziario, quasi come una sorta di oligarchia che tracima e
trasferisce anche il merito dei provvedimenti al potere finanziario. In secondo
luogo, come è stato notato (lo abbiamo affermato lungamente in Commissione
bilancio), non vi è copertura, in base all'articolo 81 della Costituzione,
perché si prevede che occorreranno provvedimenti legislativi di copertura per
ogni decreto legislativo attuativo. In terzo luogo, si muta lo stesso profilo
costituzionale della legge delega: la legge delega diventa una legge puramente
programmatoria, una legge manifesto, mentre la stessa, per la nostra
Costituzione, deve prevedere profili esecutivi. Pertanto, vi sono tre tratti di
incostituzionalità.
Noi esprimeremo un voto contrario sull'emendamento in esame per due ordini di
ragioni: è un emendamento ridicolo, mi permetto di dirlo, perché stiamo
affermando che porremo in essere un successivo provvedimento legislativo per
reperire le risorse necessarie a coprire una legge che ci accingiamo ad
approvare. È una cosa ridicola! È, inoltre, un emendamento incostituzionale
perché la Costituzione non prevede queste forme di copertura.
Si tratta di un provvedimento che si pone contro la Costituzione ed il
buonsenso, anche dal punto di vista finanziario (Applausi dei deputati del
gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento 7.101 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis
del regolamento), accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva .
(Presenti 412
Votanti 408
Astenuti 4
Maggioranza 205
Hanno votato sì 243
Hanno votato no 165).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 409
Votanti 406
Astenuti 3
Maggioranza 204
Hanno votato sì 171
Hanno votato no 235).
(Segue la votazione).
(Presenti 410
Votanti 408
Astenuti 2
Maggioranza 205
Hanno votato sì 166
Hanno votato no 242).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 419
Votanti 417
Astenuti 2
Maggioranza 209
Hanno votato sì 173
Hanno votato no 244).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 411
Votanti 409
Astenuti 2
Maggioranza 205
Hanno votato sì 169
Hanno votato no 240).
Se mi permette vorrei dedicare al ministro Moratti, al presidente della
Commissione cultura Adornato e alla maggioranza un passo di Platone: Il vero e
il falso di ogni vera questione si apprendono insieme dedicandovi molta
attenzione e molto tempo. Quando tutti questi elementi, nomi, immagini,
sensazioni, vengono con fatica messi insieme, a contatto gli uni con gli altri e
discussi con domande e risposte che qui non vi sono state, in dibattiti privi di
animosità e di ostilità, allora l'intelligenza e la conoscenza brillano
intorno ad ogni problema.
Qui non hanno brillato né la conoscenza né l'intelligenza (Applausi dei
deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e dei Democratici di
sinistra-l'Ulivo)!
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo
7, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva .
(Presenti 421
Votanti 419
Astenuti 2
Maggioranza 210
Hanno votato sì 246
Hanno votato no 173).
Avverto che gli ordini del giorno Airaghi n. 9/3387/47 e Lisi n. 9/3387/48
sono stati ritirati.
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, a norma dell'articolo 88,
comma 2, del regolamento, in quanto riproducono il contenuto di emendamenti
respinti, i seguenti ordini del giorno: Butti n. 9/3387/12, limitatamente al
terzo capoverso del dispositivo, corrispondente agli identici emendamenti 7.46 e
7.54; Dorina Bianchi n. 9/3387/15, Pecoraro Scanio n. 9/3387/32, Lion n.
9/3387/33, Borrelli n. 9/3387/34, Iannuzzi n. 9/3387/37 e Realacci n. 9/3387/38,
corrispondenti agli identici emendamenti 5.1 e 5.66; Onnis n. 9/3387/20,
corrispondente all'emendamento 5.67; Polledri n. 9/3387/26 e Fratta Pasini n.
9/3387/49, limitatamente al primo capoverso del dispositivo, corrispondenti agli
identici emendamenti 5.33 e 5.60.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Collè. Ne ha facoltà.
Il disegno di legge n. 3387 era stato apprezzato e condiviso nella sua
formulazione originaria; purtroppo, così come si è spiacevolmente verificato
al Senato attraverso un emendamento aggiuntivo, è stato presentato un ordine
del giorno avente ad oggetto l'articolo 6 che merita un approfondimento.
Vorrei ricordare che lo statuto della Valle d'Aosta, legge costituzionale, al
titolo VI, recita: Nella Valle d'Aosta la lingua francese è parificata a quella
italiana. Mi preme sottolineare la falsità delle dichiarazioni contenute nel
citato ordine del giorno dove si sostiene che l'ulteriore prova scritta di
lingua francese penalizza gli studenti valdostani poiché il superamento della
prova di lingua francese, le cui percentuali oscillano negli ultimi quattro anni
tra il 96 e il 97 per cento dei ragazzi che hanno superato brillantemente tale
prova, oltre ad arricchire il candidato di una lingua in più, permette loro il
libero accesso a tutti i concorsi.
Il sondaggio sociolinguistico a cui si riferisce l'ordine del giorno in
questione aveva lo scopo di verificare chi parlava solo il francese e non «anche
il francese». Infine, la regione Valle d'Aosta ha già dichiarato ufficialmente
la propria soddisfazione per la legge originaria, senza la necessità di alcuna
modificazione, come al contrario viene riportato dall'ordine del giorno citato.
Pertanto, invito il Governo, in primo luogo, a non accettare l'ordine del giorno
Palmieri n. 9/3387/43 e, in secondo luogo, a rimettersi all'Assemblea affinché
possa esprimersi, altrimenti vorrà dire che all'interno di quest'aula vi sono
problemi di democrazia, dal momento che non ci possiamo esprimere liberamente.
Mi auguro che questo mio intervento sia stato ascoltato. Vorrei ricordare la
posizione della Valle d'Aosta e del gruppo delle minoranze linguistiche: ogni
volta analizziamo obiettivamente ogni atto che viene portato in quest'aula e,
quindi, pretendiamo che, da parte del Governo, vi sia lo stesso atteggiamento e
si comprendano
Tuttavia, non possiamo non rivelare l'ennesimo gioco, che ormai è stato
scoperto: credo non sia sfuggito a nessuno che quasi tutti gli ordini del giorno
sono stati presentati da parlamentari della maggioranza e molti di essi sono
stati anche sottoscritti dal relatore. Il contenuto di questi ordini del giorno
attiene a materie che abbiamo discusso e rispetto alle quali, tutti insieme,
abbiamo presentato degli emendamenti, che sono stati respinti da quello stesso
relatore che oggi sottoscrive quegli ordini del giorno. Noi non crediamo in
questi ordini del giorno. Sono soltanto una copertura, una foglia di fico, che
nasconde un atteggiamento politico molto chiaro: questa legge era blindata ed
ora si cerca di dare delle risposte ragionevoli attraverso degli ordini del
giorno. Se verranno messi in votazione, noi non parteciperemo al voto (Applausi
dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Anna Maria Leone n. 9/3387/4, il Governo
lo accetta a condizione che venga riformulato nel modo seguente: «impegna il
Governo nella stesura dei decreti che disciplinano la materia, a prevedere,
relativamente alla formazione iniziale dei docenti della scuola secondaria di
primo e secondo grado, crediti aggiuntivi, oltre ai 120 della laurea
specialistica, finalizzati all'acquisizione di competenze professionali
specifiche, da conseguire e certificare nell'ambito della struttura di cui
all'articolo 5, comma 1, lettera e)».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Ranieli n. 9/3387/5 e Giuseppe Drago n.
9/3387/6, quest'ultimo ove riformulato nel modo seguente: «Impegna il Governo a
consentire ai docenti che, sprovvisti dell'abilitazione all'insegnamento
secondario, siano in possesso del diploma biennale di specializzazione per le
attività di sostegno, di cui al decreto del ministro della pubblica istruzione
24 novembre 1998, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 131 del 7 giugno
1999, e al decreto del Presidente della Repubblica 31 ottobre 1975, n. 970,
nonché del diploma di laurea o del diploma di istituto superiore di educazione
fisica (ISEF) o di Accademia di belle arti o di Istituto superiore per le
industrie artistiche o di Conservatorio di musica istituto musicale pareggiato e
del diploma di maturità quinquennale afferente alle classi di concorso area
tecnico-professionale, del diploma di maturità magistrale, del diploma di
scuola magistrale, scuole di specializzazione per l'insegnamento nelle scuole
secondarie, l'ammissione, con il riconoscimento dei crediti maturati anche in
soprannumero alle scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario o ai
corsi di laurea in scienza della formazione primaria con il conseguimento
dell'abilitazione all'insegnamento. A questi corsi non possono accedere coloro
che sono già in possesso di un'abilitazione».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Mereu n. 9/3387/9, Angela Napoli n.
9/3387/10, Landolfi n. 9/3387/11 e Butti n. 9/3387/12, quest'ultimo fino al
terzo capoverso del dispositivo escluso. Il Governo accetta, altresì, gli
ordini del giorno Stagno d'Alcontres n. 9/3387/13, Castellani n. 9/3387/14,
Cannella n. 9/3387/16, Rositani n. 9/3387/17, gli identici ordini del giorno
Misuraca n. 9/3387/18 e Antonio Pepe n. 9/3387/19, gli ordini del giorno
Santulli n. 9/3387/21, Licastro Scardino n. 9/3387/22, Vascon n. 9/3387/23,
Sergio Rossi n. 9/3387/24, Didonè n. 9/3387/25, Ercole n. 9/3387/27, Bianchi
Clerici n. 9/3387/28 e Francesca Martini n. 9/3387/29. Il Governo non accetta
gli ordini del giorno Bellini n. 9/3387/30 e Cima n. 9/3387/31.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Gamba n.
9/3387/35 e Zanella n. 9/3387/36, in quanto la materia è da concordare con le
regioni; accetta l'ordine del giorno Garagnani n. 9/3387/39; accoglie come
raccomandazione l'ordine del giorno Spina Diana n. 9/3387/40, in quanto
implicante una responsabilità che è anche del Ministero della salute, e Boccia
n. 9/3387/41, in quanto la materia è contrattualizzata (a tale riguardo, il
Governo si impegna a portare questo tema sul tavolo contrattuale); accetta gli
ordini del giorno Galvagno n. 9/3387/42 e Palmieri n. 9/3387/43; accetta
l'ordine del giorno Ascierto n. 9/3387/44 qualora la parte dispositiva venga
riformulata nel modo seguente: «impegna il Governo a statuire, con successivi
provvedimenti legislativi, l'inquadramento nel sistema educativo di istruzione e
formazione di tutti i docenti di stenodattilografia e trattamento testi e di
tutti i docenti tecnico-pratici in servizio alla stessa data con incarico a
tempo indeterminato»; accetta gli ordini del giorno Brugger n. 9/3387/45,
Strano n. 9/3387/46 e Fratta Pasini n. 9/3387/49, limitatamente al secondo
capoverso del dispositivo.
Onorevole Anna Maria Leone, accetta la riformulazione proposta dal Governo del
suo ordine del giorno n. 9/3387/4?
Onorevole Giuseppe Drago, accetto la riformulazione proposta dal Governo del suo
ordine del giorno n. 9/3387/6?
Onorevole De Laurentiis, accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo
ordine del giorno n. 9/3387/8?
Prendo atto, altresì, che l'onorevole Bellini insiste per la votazione del suo
ordine del giorno n. 9/3387/30, non accettato dal Governo.
Ho visto, infatti, che altri ordini del giorno, dal contenuto similare a quello
presentato dal collega Bellini, sono stati accettati oppure accettati con
riformulazione dal Governo.
Allora, chiedo al ministro: il tentativo di recuperare i contenuti di un ordine
del giorno in termini di riformulazione si concede solo per gli ordini del
giorno proposti da colleghi della maggioranza o questa possibilità e questo
diritto è concesso anche ai colleghi dell'opposizione (Commenti dei deputati
del gruppo di Alleanza nazionale)? Ci sono diversi ordini del giorno
riguardanti materie similare, relativi ai tecnici di laboratorio; non capisco
perché su questo ordine del giorno si sia espresso parere contrario, mentre per
altri ci sono proposte e riformulazioni; mi riferisco, ad esempio, all'ordine
del giorno Palmieri n. 9/3387/44, ma ce ne sono altri.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine
del giorno Bellini n. 9/3387/30, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 361
Votanti 359
Astenuti 2
Maggioranza 180
Hanno votato sì 134
Hanno votato no 225).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine
del giorno Cima n. 9/3387/31, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge .
(Presenti 354
Votanti 349
Astenuti 5
Maggioranza 175
Hanno votato sì 125
Hanno votato no 224).
È così esaurita la trattazione degli ordini del giorno presentati.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ranieli. Ne ha
facoltà.
Ha chiesto di parlare per dichiarazioni voto l'onorevole Bianchi Clerici. Ne ha
facoltà.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bersani. Ne ha
facoltà.
Il primo: da quale confronto nasce questa legge? È mai possibile che noi osiamo
parlare di riforma della scuola e blindiamo un provvedimento rispetto al quale
l'opposizione attonita deve vedersi respingere ogni parola che ha pronunciato e
vedere poi accogliere, con l'assistenza tecnica del caso, ordini del giorno
espressione della maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi dei
Democratici di sinistra-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani)?
Con quale presunzione, signora ministro, si è pensato di lasciare nelle mani
del Governo scelte determinanti sulla base di una delega così malcerta, così
generica, così poco fondata?
Quanto si è già compromesso in questo anno e mezzo delle scelte che si afferma
di voler fare? È più importante quel che è successo quest'anno o è più
importante quello che scriviamo qui? E come vogliamo collegare questa
discussione con quella che dovrà esserci nei prossimi giorni sulla devolution?
E quella discussione sulla devolution come la colleghiamo all'autonomia
scolastica, ai poteri regionali, ai fondamenti costituzionali, alle norme
vigenti che modifichiamo con questo disegno di legge di delega? Come si può
considerare questa una legge di delega? È una delega senza copertura, con
copertura eventuale a scoppio ritardato. È un manifesto. È una legge. È una
via di mezzo. È la legge del voto in condotta che non costa niente.
Questi sono interrogativi seri che non hanno avuto risposte convincenti e dunque
questo disegno di legge avrà un percorso ancora accidentato, certamente non
lineare; creerà confusione nei prossimi mesi e, tuttavia, la scelta di oggi ci
preoccupa. In due minuti soltanto voglio dirle, signor ministro, e voglio dire
ai colleghi, perché ci preoccupa. Temiamo che con questa discussione e con
queste scelte venga posta un'ipoteca forte su un dibattito che dovrebbe
appassionarci di più e che non riguarda la scuola ma l'Italia, le prospettive
di questo paese e quello che ormai molti definiscono il rischio di ripiegamento
o rischio di declino. Questo è l'oggetto che dovrebbe appassionarci. Noi siamo
pronti a discuterne, anche politicamente. Riteniamo che il centrodestra stia
aggravando i problemi, ne stia aggiungendo, ma i problemi ci sono; questo paese
ha problemi strutturali di fondo. Anche in questo dibattito sono emerse tabelle
e numeri che non riprenderò, però, se si incrociano i dati delle tabelle OCSE
sulla produttività del sistema scolastico in termini qualitativi e quantitativi
e le tabelle dell'andamento demografico (cioè il fatto che nel 2030 saremo,
sostanzialmente, in carenza a milioni nelle fasce di età fra i 20 e i 40 anni)
vedremo che c'è un problema che riguarda, in modo intrinseco, la capacità di
riorganizzare l'offerta formativa e di conoscenza, di attivare popolazione,
generazioni, età che oggi sono disattive rispetto al mondo del lavoro, di
rimontare uno stock di ritardo micidiale che abbiamo nelle conoscenze delle
varie generazioni (questo lo dicono sia i dati OCSE sia i dati PISA) e generare,
attraverso un rinnovamento degli istituti di offerta della formazione, della
ricerca e la loro trasferibilità, un flusso di conoscenza.
Sarò breve anche se sarebbe interessante poterne discutere.
Intendiamoci, a noi piace l'idea di scuola come strumento di inclusione;
sappiamo che abbiamo di fronte passaggi nei quali i termini della flessibilità,
delle divisioni, della frantumazione sociale richiederanno uno strumento più
forte, però stiamo anche sul tema del rapporto fra scuola ed economia ed io
vorrei chiederle, signor ministro, visto che siete così appassionati al
rapporto tra scuola ed economia: ma con che economisti parlate (Applausi dei
deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo)? Parlate forse con
Confindustria? Parlate con
Un'idea che si proponga di accostare l'offerta alla domanda, di piegare un
sistema formativo ad una domanda di impresa così come è adesso è quanto meno
inappropriata: nessun economista la sosterrebbe! Farlo sarebbe un errore
gravissimo per il paese! Un economista vi direbbe che si deve partire da un
intervento d'urto dal lato dell'offerta: bisogna immettere più conoscenza
diffusa e poi, dal lato della domanda, stimolare una sua riqualificazione, ad
esempio patrimonializzando nei percorsi di lavoro e nei contratti l'acquisizione
di conoscenze o alzando gli standard di qualità per le imprese. Conoscete quale
formazione chiedono oggi le nostre imprese? Conoscete quale formazione sia
richiesta nel nordest? Vogliamo forse segnarci con quella mano? Non possiamo
farlo (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e
della Margherita, DL-l'Ulivo)!
Certo, la ricetta non è facile; l'Ulivo si sta dedicando a questo tema, al tema
della conoscenza, ed il suo nuovo programma si formerà proprio attorno ad esso.
Sappiamo che non è facile trovare le risposte! Certamente però queste non sono
rappresentate dalla strada che state percorrendo. Semmai, la prima cosa che
viene in mente è dire: facciamo un piano straordinario di edilizia scolastica!
Facciamo un'infrastruttura in meno, una Tremonti in meno! Occupiamo in modo
permanente le strutture scolastiche! Attiviamo tutte le risorse presenti nel
corpo docente, altro che ridurle! Garantiamo un turnover adeguato:
abbiamo bisogno di queste risorse! Lanciamo un piano di educazione per gli
adulti! Allarghiamo la conoscenza di base, lo ripeto, allarghiamo la conoscenza
di base per tutti e non facciamo, sulla testa e nella testa di un ragazzino di
13 anni, una divisione tra il sapere ed il fare! Non venite a dirmi che non è
così: nella concreta situazione italiana è così! Non mi si portino esperienze
di altri paesi! Chi ha operato, chi ha conosciuto il mondo scolastico e quello
della formazione professionale in Italia sa benissimo che stiamo mettendo su due
binari diversi, a 13 anni, i giovani di questo paese (Applausi dei deputati
dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo e
Misto-Comunisti italiani).
Ho lavorato per molti anni alla formazione professionale: se in buona fede
pensate che questo non avvenga, che ciò si possa rimontare con passerelle o
quant'altro, vi dico che si tratta di una prospettiva onirica! Non esiste questa
prospettiva! Abbiamo bisogno, invece, dell'operazione opposta: allargare la
conoscenza di base per tutti per poi, su questo, innescare tutti gli altri
processi. Per tali ragioni, di fronte a questi problemi, di fronte ad un
problema paese, non ad un problema scuola, lasciamo da parte, signor ministro,
le retoriche delle opportunità e del diritto-dovere. C'è una parola moderna:
si chiama innalzamento dell'obbligo scolastico! Una scuola buona per tutti (Applausi
dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita,
DL-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani e Misto-Verdi-l'Ulivo)!
Se vogliamo fare del bene al paese, e non solo alla scuola, questo è necessario
(Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della
Margherita, DL-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani, Misto-Socialisti democratici
italiani e Misto-Verdi-l'Ulivo)!
Colleghi, un compiuto processo riformatore, per essere tale, per essere coerente
con i suoi assunti evocativi deve avere un forte e grande respiro strategico.
Tanto più un processo riformatore deve essere tale, quanto più i suoi effetti
affondano in territori delicati e complessi, dove si formano le identità, dove
si trasmette il sapere, dove si plasmano le competenze, dove le nuove
generazioni si formano ad essere parte attiva nella crescita e nello sviluppo
del paese, come cittadini maturi e consapevoli. Una riforma che avesse voluto
guardare al presente ed al futuro del nostro paese nell'ottica della lunga
durata, e non certo in quella della contingenza politica, avrebbe sentito il
peso della responsabilità e la necessità di fornire altre risposte, risposte
diverse.
Tuttavia, non è stato questo lo spirito, l'anima del provvedimento di delega in
esame. La vostra priorità era politica e politica è stata la risposta.
Bisognava dire «no» alle riforme dell'Ulivo (come l'intendenza) e i contenuti
sarebbero venuti per inerzia.
Signor ministro, il dramma è che con i «no» non si fanno le riforme e di
certo non si fanno quelle riforme di cui il paese ed il mondo della scuola
italiana più che mai oggi hanno un bisogno assoluto. Non è sufficiente essere
bravi iconoclasti della legge n. 30 del 2000 e della legge n. 9 del 1999
sull'obbligo scolastico per essere buoni riformatori.
Accecati dall'etica della convinzione, non siete stati in grado di vedere e di
ascoltare le ragioni degli altri; mi riferisco, ministro, non tanto a quelle
dell'opposizione, quanto a quelle degli operatori della scuola, dei docenti,
delle famiglie e delle associazioni.
Presidente Adornato, perché consumare in Commissione cultura il rito delle
audizioni, se poi l'esito era scontato e se poi il dialogo, il confronto - come
doveva essere per vostra scelta politica - non poteva produrre effetto alcuno?
Che senso ha chiederci di trasfondere in ordini del giorno i contenuti dei
nostri emendamenti che recepivano e davano voce alle esigenze degli operatori?
Ministra, con gli ordini del giorno non si definiscono i principi di una legge
delega e, certo, non si governa un sistema complesso come la scuola italiana.
Signora ministra, questa legge delega non segnerà la storia italiana e non
lascerà tracce significative, nel bene e nel male; essa non sarà evocata nel
male come la riforma Gentile, ma non resterà negli annali della scuola italiana
e della storia italiana come la riforma della scuola media unica del ministro
Gui, che allora con coraggio seppe interpretare le esigenze di crescita e di
sviluppo della società italiana, anticipandone gli scenari evolutivi ed
interpretando correttamente l'esigenza della crescita e del mutamento del paese.
Tutto ciò non è presente in questa legge delega: come se discutere di riforma,
come se declinare delle adeguate politiche scolastiche fosse irrilevante
rispetto all'obiettivo, per noi strategico, della crescita del capitale
culturale complessivo del paese; come se la nostra società, sempre più società
della conoscenza, non fosse legata a doppio filo, nella sua identità e nel suo
sviluppo, alla
crescita di quel patrimonio, globale ma strategico, immateriale ma
strategico, rappresentato dalle competenze e dai saperi.
Ministra, se è vero - com'è vero - che il nostro paese sconta un forte divario
competitivo in termini di capitale culturale, di tasso e di livelli di
scolarizzazione rispetto ai nostri grandi partner europei, tanto più allora
questi imperativi di sistema avrebbero dovuto trovare risposte adeguate e
coerenti.
Non crediamo sia tale la canalizzazione precoce a 13 anni, se non prima, e la
scelta precoce tra istruzione e formazione professionale. Lei, signor ministro,
evoca spesso la ricerca PISA sul livello di apprendimento nei paesi OCSE.
Tuttavia, le sfugge che quella stessa ricerca dice anche che i sistemi
comprensivi, quelli cioè che non prevedono canalizzazioni degli alunni in
scuole con obiettivi e curricoli diversi prima (lo ripeto: prima) dei 15 anni,
hanno i migliori risultati in termini di equità ed efficacia.
Equità, strana parola, significa garantire pari opportunità di accesso, ma
anche di successo scolastico a prescindere dal capitale culturale della
famiglia, dal reddito, dallo status. Se la scuola venisse meno a questa
sua funzione di grande vettore di mobilità sociale e di democratizzazione,
verrebbe meno al suo ruolo. Essa non premierebbe gli sforzi e la passione di
quei docenti - e sono tanti - che a tale impegno credono ed in tale impegno si
riconoscono apportandovi la loro professionalità e la loro etica pubblica.
Certamente, non è riformatore il modo in cui, con la previsione delle quote
regionali, minate il principio per noi basilare dell'autonomia organizzativa e
didattica delle istituzioni scolastiche sostituendo un vecchio ed obsoleto
centralismo ministeriale con un più strisciante e non meno insidioso
centralismo regionale. È come se l'autonomia scolastica non fosse, come è, la
cifra con cui leggere un autentico processo di raccordo tra scuola e territori,
tra esigenze di flessibilità e crescita culturale della comunità. Bisogna
operare grazie all'istituzione scolastica, non contro, non in opposizione, ma
assieme e con l'istituzione scolastica. Mi riferisco ad una scuola della comunità,
coerente con quel principio della sussidiarietà orizzontale che faceva dire a
Don Luigi Sturzo: sono unitario, ma federalista impenitente.
Pensavamo, infine, ministro, di discutere di un progetto di riforma. Tuttavia,
una riforma seria, anche sbagliata e regressiva come questa, si fa con le
risorse. In questo caso, le risorse finanziarie non ci sono e ciò ha portato
alla formulazione di un parere della Commissione bilancio che, di fatto,
sanziona la mancanza di copertura, una copertura ad efficacia differita, che
derubrica questa legge ad ordine del giorno. Come si sa, un ordine del giorno
non si nega a nessuno, tanto meno ad un ministro. Si tratta di una legge
manifesto della quale lascerete in eredità al paese solo gli effetti negativi,
non certo una risposta all'altezza delle attese e delle aspirazioni dei ragazzi,
delle famiglie, dei docenti, degli operatori della scuola sulla cui passione e
professionalità andava, invece, costruito un progetto di scuola condiviso e
partecipato.
Per tali ragioni e per quanto esposto dai colleghi dell'Ulivo, come gruppo della
Margherita voteremo contro questa legge delega nella precisa consapevolezza che
questo voto contrario è nell'interesse del paese e rappresenta per noi un
impegno, un preciso obbligo nei confronti della scuola italiana. L'impegno è di
lavorare per andare oltre questa legge delega e restituire al mondo della scuola
tutta quella centralità e quell'autorevolezza che riveste per la crescita della
società italiana (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita,
DL-l'Ulivo e dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
Chiedo alla Presidenza l'autorizzazione alla pubblicazione in calce al resoconto
stenografico della seduta odierna delle considerazioni integrative della mia
dichiarazione di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzuca Poggiolini.
Ne ha facoltà.
Si tratta di una riforma fino ad oggi portata avanti come un treno per volontà
del ministro Moratti, anche perché considerata una riforma strategica dal
Governo, esaltata dallo stesso Presidente Berlusconi e che è stata spacciata
come un investimento dello Stato sui giovani e sul recupero di produttività del
paese in campo formativo.
Questo noi ce lo auguravamo, pur essendo l'opposizione, ma ci accorgiamo invece
che la situazione è ben diversa. Allora chiediamo al Governo: quante risorse
avete destinato a questo investimento? Nulla: nemmeno un euro, nemmeno uno
straccio di copertura finanziaria. Se questa è l'attenzione del Governo alle
riforme strategiche, allora siamo di fronte ad un castello di carta, ad una
controriforma dottrinaria ed ideologica che sarà senza alcuna utilità per i
nostri giovani e per il nostro paese. Questa riforma, pur essendo stata promossa
sul piano mediatico, in realtà si è spiaggiata come una balena ormai giunta
alla fine della sua esistenza sullo scoglio insuperabile di tante piccole e
grandi lacune formali (ma anche sostanziali), che ne hanno reso impossibile
l'approvazione nel testo attuale, rendendo necessario un ulteriore passaggio
parlamentare al Senato e provocando una pioggia di ordini del giorno da parte
della stessa maggioranza, oltre che facendo augurare da parte di una persona che
noi stimiamo, come l'onorevole Sterpa, che vi sia spazio per modifiche ulteriori
al testo qui proposto.
La copertura finanziaria escogitata dalla Commissione bilancio ha risolto
inoltre un'accesa discussione all'interno di un esecutivo che è apparso
chiaramente spaccato e che ha così dimostrato di dover operare in uno spazio
politico ormai angusto e molto battagliato. Vorrei ricordare che a casa del
Presidente del Consiglio Berlusconi, la scorsa settimana, i ministri Moratti e
Tremonti si sono confrontati a lungo - almeno così abbiamo appreso sui giornali
-, per quasi tutto il pomeriggio, mentre la Commissione bilancio della Camera,
riunita in sede consultiva, attendeva questa soluzione (questo parto che doveva
avvenire nel salotto buono del Capo del Governo). Il tira e molla tra le
esigenze della finanza pubblica e il bisogno del ministro Moratti - che
evidentemente comprendo in questa sua frustrazione - di assicurare uno straccio
di copertura finanziaria alla tanto osannata riforma scolastica del centrodestra
non poteva concludersi perché il ministro Tremonti non assicurava alla collega
dell'istruzione una relazione tecnica sugli oneri connessi all'attuazione della
riforma e questo non perché il ministro Giulio Tremonti sia un uomo
Vorrei ricordare che la settimana scorsa, in quest'aula, due galantuomini, il
deputato Violante e il deputato Adornato, il quale è anche presidente della VII
Commissione - i quali un tempo stavano dalla stessa parte e che ora duellano con
onore e con lealtà -, si erano dichiarati d'accordo fra di loro su un punto di
principio insuperabile, irrinunciabile, inattaccabile: che le leggi in
Parlamento si approvano con il parere positivo della Commissione bilancio, che
accerta la copertura finanziaria, così come prevede fin dal 1948 l'articolo 81
della Costituzione della Repubblica italiana. Vorrei peraltro far presente che
personalmente mi sono astenuta anche su quegli emendamenti della minoranza alla
quale appartengo, quando tali emendamenti non avevano copertura finanziaria ai
sensi dell'articolo 81 della Costituzione: una copertura che era prevista
addirittura nello Statuto fondamentale del Regno di Carlo Alberto di Savoia e
che non può mancare di essere stabilita in ogni ordinamento democratico
rispettoso dello Stato di diritto. Questa maggioranza invece, che non era stata
attenta al rispetto delle regole istituzionali in più punti, inseguendo un
disegno ideologico di riforma dell'istruzione tanto arrogante quanto cieco -
soprattutto cieco rispetto alle attese forti (che vengono da quel mondo della
scuola) di attuazione delle leggi, che l'Ulivo aveva realizzato e che invece
questa maggioranza vuole abrogare, e di attuazione di una riforma davvero
rispondente alle necessità del nostro paese, in particolare in termini di
sviluppo che noi tutti parlamentari dobbiamo al nostro paese - ha dovuto
incassare il colpo e segnare il passo, registrando una vera e propria battuta
d'arresto, con una copertura raffazzonata e fasulla - lo ha appena detto e
ripetuto il collega Morgando - e con una necessaria rilettura al Senato.
Tra l'altro, il progetto del ministro Moratti non ha ammesso alcun emendamento e
alcuna correzione, pur essendo pieno di errori materiali, formali e sostanziali.
Invece, la maggioranza avrebbe dovuto sfruttare questa occasione per fermarsi e
riflettere su diverse questioni, visto che comunque il disegno di legge deve
tornare al Senato in seconda lettura. Infatti, si tratta di questioni importanti
e gravi per i cittadini di domani, cioè per i bambini e per i ragazzi;
questioni, tra l'altro, che riguardano migliaia e migliaia di insegnanti
appassionati e attenti nonché molti dirigenti, alcuni dei quali sono stati
abbandonati a se stessi.
Questa legge non contiene solo deleghe, ma anche alcune norme direttamente
operative, anch'esse senza copertura. Infatti, come tutti sappiamo, tale
provvedimento dispone alla fine di abrogare immediatamente e totalmente due
leggi recentissime - realizzate attraverso un'ampia consultazione e con molta
attenzione in ordine alle reali attese del popolo della scuola -, vale a dire la
riforma dei cicli e l'obbligo scolastico, creando in tal modo un vuoto normativo
che in due anni dovrà essere riempito dai decreti legislativi.
Con queste abrogazioni immediate forse si cerca il consenso di quegli
immobilisti - che pure esistono nel mondo della scuola -, cioè di coloro che
nel settore scolastico preferiscono l'immobilità assoluta, sperando sempre in
qualcosa che non li sposti dalle loro abitudini, senza l'obbligo di ammodernarsi
e di un impegno sempre maggiore nei confronti dei bambini e dei ragazzi.
Purtroppo, tali soggetti esistono e credo che la volontà del Governo si rivolga
più a questi pochi che ai tanti che, invece, lavorano con passione nel mondo
della scuola e che contavano di attuare le leggi sull'autonomia, sulla riforma
dei cicli, su tutto ciò che ha prodotto l'Ulivo nella scorsa legislatura.
Altrimenti, mi chiedo: per quale motivo questo Governo ha voluto una
delega parlamentare per riformare la scuola, quando questo strumento, nella
storia dell'Italia unita, non era mai stato adottato per uno scopo così ampio?
Forse perché un disegno di legge troppo vago è stato all'ultimo momento
trasformato in una delega al fine di consentire - mi auguro in meglio -
ripensamenti dell'ultima ora?
E poi, su tutti i decreti legislativi da emanarsi, si prevede il parere
parlamentare, tranne che su uno. Se si legge bene il testo dell'articolo 4, si
nota che esso non prevede il giudizio delle Camere sulle norme che regoleranno i
contratti di fornitura e di lavoro temporaneo da stipularsi tra aziende e
giovani in formazione. Cosa c'è sotto? Cosa si nasconde sotto questa che sembra
una dimenticanza, ma che in realtà diventa una sostanziale elusione
dell'obbligo formativo, che tende a portare manodopera giovanile alle aziende? E
perché si è voluto spaccare il mondo giovanile in questi due filoni così
diversi e così profondamente alternativi fra loro? A quale fine?
Troppi interrogativi rimangono senza risposta e troppi sospetti fa nascere
questa fretta dissennata, che ha profondamente innovato, se non calpestato, le
regole dell'esame parlamentare, pur di far dispiegare gli effetti della riforma
a partire dal prossimo anno scolastico 2003-2004.
Ma il Governo vuole che le magagne rimangano irrisolte, che il disegno
complessivo rimanga scricchiolante, che le risorse disponibili siano
insufficienti, non quantificate, vaghe e - come abbiamo visto - inesistenti.
Questo modo di procedere in Parlamento è un caso emblematico, che dimostra come
per fare opposizione a questa maggioranza basti richiamarsi semplicemente alle
regole della democrazia parlamentare, alle regole del rispetto della
Costituzione, che qui sono state più volte violate; tutto il resto ha poca
importanza! Le pretese del ministro Moratti, del burocrate e degli ideologi che
le hanno sostenute sono state temporaneamente messe a tacere.
Se, alla fine, le norme della riforma Moratti risultassero ancora inapplicabili
- così come pensiamo -, contrarie alla Costituzione o carenti di
quantificazione degli oneri, ci auguriamo che la procedura di promulgazione
possa fermare tale progetto, in inottemperanza a quei poteri che ogni organo
costituzionale ha ancora in questo paese e che ci auguriamo si vogliano
esercitare a tutti i livelli e con grande onestà di pensiero.
Signor Presidente, chiedo l'autorizzazione alla pubblicazione in calce al
resoconto della seduta odierna di ulteriori considerazioni integrative del mio
intervento, che mi riservo, eventualmente, di consegnare (Applausi dei
deputati del gruppo di Forza Italia).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanella, alla quale
ricordo che ha tre minuti di tempo a sua disposizione. Ne ha facoltà.
Naturalmente, i deputati Verdi voteranno contro questo provvedimento, perché
una riforma così rilevante e complessa, certamente, non può essere attuata
attraverso lo strumento della delega, che riduce, inevitabilmente, gli spazi di
dibattito e di confronto su materie fondamentali come l'istruzione e la
formazione. L'obiettivo, infatti, avrebbe dovuto essere quello di una riforma
condivisa, che indicasse il sistema educativo dell'istruzione e della formazione
per gli anni a venire. Ovviamente, lo strumento della delega è del tutto
controproducente, rappresentando, come è stato detto, una vera e propria
cambiale in bianco in tema di formazione e di istruzione chiesta dal Governo
che, francamente, non soltanto è apparso sordo ai contributi al dibattito
portati dall'opposizione in Commissione ed in Assemblea ma, oltretutto, ha
ignorato gli emendamenti, persino quelli di buonsenso, correttivi rispetto ad
errori vistosi presenti nel testo proposto. Inoltre, il Governo sembra
assolutamente inconsapevole anche del patrimonio di riflessione e di pensiero,
frutto dell'elaborazione di esperienze e di pratiche eccellenti: si tratta di un
lavoro immenso, di anni ed anni, ad opera soprattutto di donne, che la ministra
Moratti, proprio perché donna, avrebbe dovuto tenere in seria considerazione,
avvantaggiandosene.
Peraltro, la riforma Moratti si scontra, inevitabilmente, con i pesanti effetti
prodotti dalla legge finanziaria da poco approvata: nessun investimento, ma
soltanto pesanti tagli di risorse a disposizione del ministero. Come si fa a
fare una seria riforma con queste premesse? Come si fa a parlare di autonomia
scolastica, di formazione del personale docente, di innovazione e sviluppo
finalizzati al sistema formativo, senza un'adeguata copertura finanziaria?
Ma, soprattutto, come si fa a pretendere di varare un piano programmatico di
interventi finanziari, pieno di tanti obiettivi, quali la valorizzazione del
personale docente, la formazione continua, lo sviluppo delle tecnologie
multimediali, l'adeguamento delle strutture antisismiche, sapendo che non ci
sono soldi e che tutto ciò rimarrà lettera morta? Non sono certamente queste
le premesse per inaugurare un nuovo corso dell'istruzione pubblica in Italia (Applausi
dei deputati del gruppo Misto-Verdi-l'Ulivo).
Obiettivamente, sono molto preoccupato perché il Governo ha accolto un ordine
del giorno dove di fatto si vorrebbe in qualche modo passare sopra quella che è
stata la decisione di un consiglio regionale rispetto alla quarta prova di
francese - in questo senso, naturalmente, mi riferisco alla Valle d'Aosta - e si
passa sopra alla Corte costituzionale che su questa questione ha già ampiamente
dichiarato l'illegittimità costituzionale. In queste ore mi sono chiesto il
perché di tutto questo e mi è stato risposto che in qualche modo si tratta di
una questione di bandiera, un contentino che si deve dare a qualcuno, tanto non
si arriverà a nulla perché ci deve essere l'intesa con la
IVO COLLÈ. Evidentemente, si preferisce dare il contentino a qualcuno rispetto all'atteggiamento serio ed obiettivo che il sottoscritto ha tenuto in quest'aula, al di là degli schieramenti. A questo punto il sottoscritto farà le giuste valutazioni su questo modo di fare e sulla politica portata avanti da questo Governo e da questa maggioranza. Noi non siamo qui ad elemosinare nulla o a piangere, ma siamo qui ad esporre le nostre idee e riteniamo che queste siano questioni fondamentali e di principio per la nostra regione. Tuttavia, se questo elemento non è radicato nei rappresentanti del Governo, evidentemente, ci preoccupiamo di quale sarà l'atteggiamento sul federalismo, di cui tutti parlano nelle piazze ma quando vi è una effettiva occasione di andare verso una politica federalista si fa esattamente il contrario. A questo punto, noi seguiremo con attenzione il processo federalista e sicuramente difenderemo a denti stretti quanto i nostri padri hanno costruito (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze linguistiche).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moroni, alla quale ricordo che ha un minuto a disposizione. Ne ha facoltà.
CHIARA MORONI. Signor Presidente,
intervengo soltanto per annunciare il voto favorevole gruppo
misto-Liberal-democratici, Repubblicani Nuovo PSI, un voto convintamente
favorevole a questa legge delega di riforma scolastica che riteniamo buona e
utile. Essa non crea esclusione o differenze ma dà a tutti i giovani opportunità
uguali di realizzare le proprie inclinazioni, le proprie capacità, le proprie
aspirazioni e si propone di creare un maggiore incontro fra la formazione
scolastica e le opportunità di lavoro.
Si tratta di un progetto riformista che vuole dare risposte ad una società
diversa che evidenzia nuove necessità, nuovi bisogni, nuovi punti critici, una
società nella quale un maggior numero di persone rispetto al passato vuole
essere nella condizione di partecipare ai processi decisionali che determinano
lo sviluppo della società stessa. È un progetto autenticamente riformista al
quale certamente i Socialisti del Nuovo PSI non possono che dare il loro
convinto appoggio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Titti De Simone, al quale ricordo che ha due minuti a disposizione ...
TITTI DE SIMONE. Signor Presidente, volevo ricordarle che sono anche relatrice di minoranza, quindi, forse, mi spetterebbe un tempo aggiuntivo ...
PRESIDENTE. Va bene, mi sono sbagliato...
TITTI DE SIMONE. Signor Presidente,
naturalmente, volevo ribadire che a nostro avviso la scelta di uno strumento
come quello della delega per intervenire in modo così radicale e complessivo
sul sistema generale dell'istruzione sta tutta dentro un contesto che questo
Governo ha delineato fin dal suo insediamento. Si tratta di un chiaro contesto
di attacco alla scuola pubblica, di svuotamento delle prerogative di questo
Parlamento e di distacco, allontanamento e non valutazione di quelle richieste,
di quelle critiche, di quel confronto democratico con il mondo della scuola,
che, invece, è stato ampiamente sollecitato nel corso di questo dibattito
parlamentare. PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per favore.
L'onorevole Titti De Simone ha diritto di terminare il suo intervento con
tranquillità.
TITTI DE SIMONE. ... che voi potreste
perdere la strada di un'alternativa (Applausi dei deputati del gruppo di
Rifondazione comunista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto l'onorevole Butti. Ne ha facoltà (Commenti).
Onorevoli colleghi, l'onorevole Butti ha diritto di intervenire. Prego,
onorevole Butti.
ALESSIO BUTTI. Signor Presidente, il
pensiero del gruppo di Alleanza nazionale è stato già espresso in sede di
discussione sulle linee generali del provvedimento dall'onorevole Patarino e dal
sottoscritto, senza contare poi l'ottimo lavoro svolto dalla relatrice,
onorevole Angela Napoli. Per tale motivo, chiedo alla Presidenza
l'autorizzazione alla pubblicazione in calce al resoconto stenografico del testo
di considerazioni integrative della mia dichiarazione di voto nel quale è
riportata la posizione favorevole del gruppo di Alleanza nazionale sul
provvedimento in votazione.
PRESIDENTE. La Presidenza l'autorizza sulla
base dei consueti criteri. ALBA SASSO. Signor Presidente, mi lasci
esprimere il profondo rammarico per le modalità con cui si conclude in questa
sede la discussione su questa che voleva essere, nelle dichiarazioni e negli
intenti, una riforma epocale della scuola italiana. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto l'onorevole Brugger. Ne ha facoltà.
SIEGFRIED BRUGGER. Signor
Presidente, vorrei, in primo luogo, esprimere la mia piena solidarietà
all'amico e collega Ivo Collè che, in quest'aula, ha difeso il diritto
sacrosanto dell'uso della madre lingua. Pur con tutte le perplessità che
nutriamo sullo strumento scelto della legge delega, dobbiamo affermare che vi
sono alcuni punti assolutamente condivisibili di questo provvedimento. PRESIDENTE. Sta bene. La Presidenza
autorizza la pubblicazione delle considerazioni integrative che l'onorevole
Colletti vorrà eventualmente far pervenire. ANGELA NAPOLI, Relatore per la
maggioranza. Chiedo di parlare ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del
regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANGELA NAPOLI, Relatore per la
maggioranza. Signor Presidente, onorevoli colleghi, avverto che, per un mero
errore materiale, nello stampato del disegno di legge atto Camera n. 3387, a
pagina 2, all'articolo 1, comma 2, ultima riga, dopo le parole: «in materia di
istruzione» devono intendersi inserite le seguenti: «e di istruzione».
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, le
correzioni di forma proposte dal relatore per la maggioranza si intendono
approvate. FERDINANDO ADORNATO, Presidente
della VII Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FERDINANDO ADORNATO, Presidente
della VII Commissione. Signor Presidente, taglio corto sui ringraziamenti,
che non sarebbero stati formali, sia all'opposizione, che ha lavorato in
situazioni assai complicate e lo ha fatto con spirito costruttivo - almeno fino
ad adesso - , sia alla maggioranza, che ha dimostrato grande compattezza e
grande capacità di decisione. PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, prima di
procedere alla votazione finale di questo provvedimento vorrei esprimere tutta
la nostra amicizia, vicinanza e solidarietà al gruppo di Alleanza nazionale per
la scomparsa di Marzio Tricoli, avvenuta oggi, in Sicilia, nel corso di un
drammatico incidente. Ai colleghi di Alleanza nazionale va la solidarietà e la
partecipazione di tutta la Camera (Applausi). PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale. È inutile che dica a ciascuno di prendere posto e che ognuno voti per sé...
Dichiaro chiusa la votazione. (S. 1306 - Delega al Governo per la definizione delle norme generali
sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di
istruzione e formazione professionale) (approvato dal Senato) (3387): Dichiaro così assorbite le proposte di legge nn.
23-245-353-354-661-735-749-771-779-967-1014-1042-1043-1044-1191-1481-1734-1749-1988-1989-1990-2277-3174-3384.
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Con il ricorso alla delega il Governo, insomma, manifesta soltanto la volontà
di agire nella totale discrezionalità, sottraendosi ad un voto di merito del
Parlamento per quanto riguarderà i decreti legislativi
attuativi. Come se ciò non bastasse, presenta un provvedimento che non
prevede una copertura finanziaria e che consegna tutto nelle mani del ministro
dell'economia e delle finanze Tremonti.
È un contesto di attacco generale ai diritti (al lavoro, alla previdenza ed
allo Stato sociale) che rivendica per lo Stato soltanto lo spazio dei livelli
minimi.
Tutto spinge per una riduzione dei contenuti, della qualità, dei tempi
dell'istruzione che, invece, dovrebbe essere garantita a tutte e a tutti. Il
modello sociale di organizzazione è quello di un impoverimento, di una
sottrazione di risorse, di una sottrazione di diritto di cittadinanza per la
scuola: nulla a che fare con l'idea di unicità del sistema scolastico su tutto
il territorio nazionale. Oggi ci proponete una scuola ridotta al minimo, una
scuola povera, una scuola che divide, una scuola piegata ai particolarismi e ad
un aspetto confessionale ed etico omologanti. Voi considerate la scuola come una
merce che può essere acquistata dalle famiglie sulla base delle disponibilità
economiche. Considerate l'istruzione, non come un diritto, ma come un bene di
consumo. Vi è una scuola che non è più un diritto della persona, ma diventa
un servizio a domanda individuale, organizzato in modo gerarchizzato con la
competizione tra gli insegnanti, con una mercificazione del sapere. Insomma, una
scuola completamente subalterna al mondo dell'impresa e al mondo del lavoro; una
scuola che fa dell'impresa, per accezione massima, luogo formativo. Questo ci
dicono l'introduzione di una precoce canalizzazione, l'abbassamento dell'obbligo
scolastico, addirittura la manomissione costituzionale - che abbiamo contestato
- del principio giuridico relativo all'obbligo scolastico, che voi sostituite e
trasformate in un diritto-dovere di cui si può usufruire.
Vi è una separazione dei diritti e dei destini sociali: i figli dei ricchi,
nella vostra idea di scuola, sono quelli che diventeranno la classe dirigente
del futuro; gli altri vanno in pasto al mercato. Ci chiediamo dove state
mandando il nostro paese, dove state mandando le energie, le intelligenze, i
tanti saperi di ragazzi e di ragazze. Anche quella dell'anticipo è una visione
miope e poco attenta alla realtà che non tiene conto dei tempi delle bambine e
dei bambini, ma solo di un'idea di addestramento dei più piccoli e di una
preparazione della futura massa di lavoratori flessibili. Questo in un contesto
generale di attacco al mondo del lavoro, dei lavoratori e delle lavoratrici. Voi
avete inserito, anche in questo provvedimento, l'attacco esplicito alla libertà
dell'insegnamento, allo stato giuridico dell'insegnamento, a quelle certezze di
norme, a quel rispetto di diritti acquisiti che sarebbe opportuno prevedere in
una ben diversa riforma che gli insegnanti - soprattutto quelli che oggi vivono
in quella condizione di incertezza e di precarietà in cui li avete sospinti
grazie alle vostre controriforme - si aspettano.
Voi riportate la scuola indietro di quaranta anni, e per questo la vostra è da
considerarsi una controriforma. In questa discussione parlamentare vi abbiamo
contrapposto un'idea diversa, l'idea di un obbligo scolastico a diciotto anni;
di un'estensione e di un carattere unitario del ciclo secondario contro
l'ipotesi di una separazione dei destini e, quindi, dei percorsi scolastici;
l'unitarietà del sistema scolastico; l'inserimento, a pieno titolo in questo
sistema nazionale, del segmento educativo della scuola dell'infanzia;
l'eliminazione di ogni ambiguità nel rapporto tra istruzione e formazione,
proprio perché siamo contrari a quella separazione di destini sociali ed a quel
percorso separato istruzione-formazione che voi proponete.
Concludo il mio intervento, affermando che in questo Parlamento le nostre
proposte sono state caratterizzate, nel corso del dibattito, da una battaglia
comune con le altre opposizioni. Ci teniamo, tuttavia, a sottolineare che,
proprio su alcuni punti nevralgici di questa riforma, quello sui cicli, le
differenze tra noi e le altre forze dell'opposizione rimangono.
Per tale motivo, non abbiamo potuto sottrarci dal riproporre alcune critiche a
quella scelta sbagliata che qui il centrosinistra ha confermato (mi riferisco
alla riconferma della riforma Berlinguer che ha aperto molti, troppi varchi, a
volte anticipando le proposte di riforma di questo Governo). A questi errori, a
questi limiti non è più possibile oggi sottrarsi per difendere la scuola
pubblica.
Abbiamo voluto far vivere l'idea di un'altra scuola possibile e continueremo a
farla crescere nel paese, a partire dalle mobilitazione nei prossimi giorni
contro i GATS, i trattati che di fatto privatizzeranno in tutta Europa la scuola
e la cultura, i contratti della scuola e la vostra riforma. Vi saranno, nelle
prossime settimane, mobilitazioni importanti che vedranno unito il mondo della
scuola.
Voi oggi incassate il voto del Parlamento su questa vostra controriforma, ma la
vostra strada non è in discesa. Sappiamo che per battervi dobbiamo ridare voce,
autorevolezza, speranza ed alternativa al mondo della scuola, agli insegnanti,
agli studenti ed al personale amministrativo nella sua unitarietà, per una
riforma democratica dal basso, fondata sull'autogoverno della scuola. Questo è
il nostro percorso. Questa è la via (Commenti dei deputati dei gruppi di
Forza Italia, di Alleanza nazionale e della Lega nord Padania) con
riferimento alla quale sappiamo...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole
Sasso. Ne ha facoltà.
Cosa resta, ministro, di questa riforma epocale? Un manifesto programmatico, una
dichiarazione di intenti, misure senza copertura di spesa. Resta l'impoverimento
della scuola pubblica che avete già ha operato durante questo anno e mezzo di
Governo. Resta una profonda divisione nella vostra maggioranza che avete
mascherato con l'incredibile vicenda degli ordini del giorno su tutte le
questioni che non avete voluto affrontare e sulle quali vi è divisione
all'interno della vostra maggioranza, dall'edilizia scolastica all'anticipo, al
reclutamento dei docenti.
Resta la volontà di riportare la scuola indietro, di non garantire
l'uguaglianza dei diritti di tutti all'istruzione ed il preciso dettato
istituzionale che assegna allo Stato il compito di promuovere tutti i cittadini
attraverso l'istruzione.
Chiedo alla Presidenza l'autorizzazione alla pubblicazione in calce al resoconto
stenografico della seduta odierna delle considerazioni integrative della mia
dichiarazione di voto, che mi riservo eventualmente di consegnare, ma vorrei
esprimere solo una considerazione.
Credo siano importanti l'affermazione della valenza educativa dell'istruzione e
della formazione, l'innalzamento del diritto-dovere a 18 anni di età,
l'autonomia ed il decentramento, l'obiettivo della qualità come criterio
fondamentale della nuova politica scolastica e, in modo particolare,
l'introduzione significativa dell'alternanza scuola-lavoro.
Come voi probabilmente sapete, noi apprezziamo in modo particolare il
riconoscimento della formazione professionale che, in provincia di Bolzano,
abbiamo da decenni, con ottimi risultati. Speriamo che anche nel resto d'Italia
questo strumento abbia un futuro certo.
Vorrei concludere dicendo che la nostra posizione su questo provvedimento sarà
di astensione perché crediamo che importanti segnali ci siano, anche se, a mio
avviso, lo strumento normativo scelto non è di nostro gradimento.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
(Così rimane stabilito).
Vorrei ringraziare inoltre, seppure rapidamente, in primo luogo, l'onorevole
Angela Napoli (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale)
che ha dimostrato una grandissima competenza ed una grandissima serietà,
stimata da tutta la Commissione.
In secondo luogo, vorrei ringraziare il ministro, che oggi conduce in porto un
lavoro lungo un anno, fatto con estrema disponibilità al dialogo e all'ascolto
non della maggioranza o dell'opposizione, ma del paese (Applausi dei deputati
dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, del
Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata
a procedere al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul
disegno di legge n. 3387, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva ( Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza
nazionale, dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro e
della Lega nord Padania).
(Presenti 248
Votanti 244
Astenuti 4
Maggioranza 123
Hanno votato sì 238
Hanno votato no 6
Sono in missione 74 deputati).