I Romani

 

Le origini: la leggenda

La lupa che allatta due bambini è il simbolo di Roma; ma è una scultura etrusca. I Romani,infatti, hanno derivato dagli Etruschi il modo di fondare le città, molte credenze religiose e anche la lupa. I due gemelli sono stati aggiunti in epoca successiva. Chi sono i due bambini che la lupa allattava? Ce lo racconta una famosa leggenda.

 

colosseo

Essa narra che Enea, principe troiano scampato alla distruzione della sua città, dopo una lunga e avventurosa navigazione, approdò alle coste del Lazio. Là si fermò. Suo figlio Ascanio fondò la città di Albalonga, divenendone re. In seguito, un suo discendente, Numitore, venne detronizzato dal fratello Amulio. Egli ordinò anche che venissero uccisi i due gemelli, nati dall'unione di Rea Silvia, figlia di Numitore, col dio Marte.

Chi ebbe però l'incarico di commettere l'orrendo crimine mise i piccini in una cesta, affidandola poi alla corrente del Tevere. Galleggiando, la cesta finì col fermarsi presso la sponda del fiume. Una lupa sentì strillare i due bimbi e li allattò. Li trovò poi un pastore, che si prese cura di loro. Li chiamò Romolo e Remo. Quando furono grandi e appresero la loro storia, i due gemelli rimisero sul trono il nonno Numitore, e fonarono una nuova città, proprio nel luogo dove erano stati allattati dalla lupa. Romolo ne fu il primo re. La nuova città, chiamata Roma, sorse sulle rive del Tevere nell'anno 753 a.C.

 

Roma dai re ai consoli  

Dopo aver letto la leggenda dobbiamo però sapere che alcuni elementi risultano veri, come il fatto che  prima di Roma, la città di Albalonga  era la città più  potente nel Lazio, come pure vero è che Roma sorse per opera di pastori e di contadini. All'origine era un villaggio di capanne situato sul colle Palatino. Da quella posizione si poteva controllare facilmente un incrocio di vie importantissime per il commercio. C'era la strada percorsa dai mercanti etruschi che si recavano a commerciare con le città della Magna Grecia. Li, il guado del Tevere era facilitato, grazie all'isola Tiberina che sorge proprio in mezzo a esso. 

Il Tevere, navigabile per un lungo tratto, era solcato dalle barche che risalivano il fiume con il sale, tanto ricercato dalle popolazioni dell'interno. Parallela alla sponda del fiume, c'era poi una via che conduceva anch'essa al mare. Gli abitanti del villaggio chiamato Roma seppero sfruttare i vantaggi che la loro felice posizione offriva; il villaggio si ingrandì e, a poco a poco, divenne una città. 

Roma era governata da re. La tradizione dice che furono sette; ma in realtà saranno stati molti di più. Se ne ricordano solo sette, perchè probabilmente ognuno dei loro nomi sta a ricordare una tappa importante dello sviluppo della città. 

Così il primo re, Romolo, ricorda la fondazione di Roma; il secondo, Numa Pompilio, l'istituzione delle feste religiose; il terzo, Tullo Ostilio, le prime guerre contro le popolazioni vicine; il quarto, Anco Marzio, la costruzione del porto di Ostia e del ponte sul Tevere. 

A questi quattro re, che la tradizione vuole di origine latina, ne seguirono altri tre di origine etrusca. Essi trasformarono Roma in una città simile alle loro. Tarquinio Prisco, il primo della nuova stirpe, fece erigere il Circo Massimo e dotò la città di una fognatura: la Cloaca Massima. Servio Tullio fece cingere la città di poderose mura: le mura serviane. Tarquinio il Superbo governò la città in modo autoritario, cioè senza chiedere il parere del senato, o consiglio degli anziani, e i Romani lo cacciarono. Abolirono la monarchia e istituirono la repubblica. Era l'anno 509 a.C.

 

Alessandra Madaro

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