Giovanni Geloso

       data di oggi:
Classe 5a superiore, scuola secondaria di  2° grado

 

Un personaggio storico che ha avuto notevole importanza nel secondo dopoguerra è l'imprenditore di elettronica Giovanni Geloso.

Giovanni Geloso nacque in Argentina da genitori italiani il 10 gennaio 1901 e morì il 1° gennaio 1969 in Italia.

Nei libri di storia, soggetti alla propaganda di regime, Geloso viene trascurato; ritengo, invece, che l'ingegnere Giovanni Geloso, venga studiato a fondo, in quanto egli è un pilastro storico, la cui caduta ha determinato la fine dello sviluppo industriale italiano, con la conseguente diffusa disoccupazione di molti nostri figli e nipoti, costretti ad emigrare all'estero in cerca di un lavoro adatto alle proprie possibilità.

Molti giovani si chiedono come mai non riescono a trovare lavoro; come mai due terzi del popolo italiano, circa 40 milioni di persone, è disoccupato e non lavora. Il motivo è semplice: qualcuno aveva ed ha interesse a distruggere il sistema industriale italiano ed è riuscito e riesce nel suo scopo malefico. Ma torniamo al nostro eroe, cioè Giovanni Geloso.

Giovanni Geloso nel 1904 si trasferisce a Savona, ritornando in Italia dall'Argentina, insieme ai suoi genitori. Si diplomò nell'istituto tecnico nautico di Savona e mise su una officina elettromeccanica, che produceva apparecchiature progettate dallo stesso Geloso.

Nel 1920 si trasferì negli Stati Uniti d'America, precisamente a Nuova York, dove si laureò in ingegneria elettronica. Si sposa nel 1925 con la signora Franca. Nel 1928 prende parte alle prime trasmissioni televisive in bianco e nero, costruendo e collaudando, come dipendente della Pilot Electric Manufacturing Company di Nuova York, le apparecchiature di trasmissione e ricezione necessarie.

Giovanni Geloso al centro, con in mano un tubo televisivo (rivista "Radio New" settembre 1928)

 

Nel 1931 ritorna in Italia, a Milano, dove mette su una sua azienda che costruisce componenti elettronici per ricevitori radio e amplificatori di potenza. Allora andavano di moda le scatole di montaggio, cioè dei contenitori in cui venivano messi i componenti elettrici ed elettronici per costruire apparecchi completi. Le scatole di montaggio contenevano anche le istruzioni per montare gli apparecchi radio; queste istruzioni venivano raccolte in un "Bollettino Tecnico Geloso", cioè un giornale su carta, trimestrale, che veniva inviato gratuitamente ai tecnici italiani che ne facevano richiesta. 

Negli anni trenta la sua azienda costruisce  i condensatori elettrolitici, i trasformatori elettrici, le bobine, i microfoni piezoelettrici. Costruisce anche apparecchiature radio complete e i giradischi, cioè delle apparecchiature che amplificavano i suoni e le canzoni incise nei dischi di vinile, prodotti dalle aziende discografiche.

Quando nel 1952 iniziarono le prime trasmissioni televisive in bianco e nero, la ditta Geloso costruiva e vendeva i suoi apparecchi televisivi.

Magnetofoni Geloso

La ditta Geloso costruiva anche i registratori magnetici, cioè delle apparecchiature in grado di registrare la voce e di riprodurla successivamente, come facciamo ora noi con lo smartphone. Allora erano delle apparecchiature delle dimensioni di una stampante e venivano dette magnetofoni. I primi magnetofoni registravano la voce su di un filo di acciaio, avvolto su di una bobina. Successivamente venne creato il nastro magnetico, cioè una sottile pellicola di plastica, su cui era incollata della polvere di ferro, che si magnetizzava per induzione con le correnti prodotte da apposite testine magnetiche.

Negli anni 1960 la ditta Geloso è una multinazionale dell'elettronica; cioè costruisce e vende anche in America. I primi televisori a colori Geloso vengono costruiti nel 1968 ed hanno un costo al pubblico di 500.000 lire, che non equivalevano ai 250 euro di oggi, ma rappresentavano cinque stipendi mensili di un operaio o di un insegnante di allora, cioè circa 8.000 euro di oggi.

Questo numero 500 era famoso allora e resta famoso anche oggi, in quanto collegato ad una automobile della ex ditta FIAT.

Infatti, coloro, che avevano intenzione di distruggere le industrie italiane, si posero un grosso problema esistenziale:

con 500 mila lire che cosa debbono fare gli italiani?

Devono, per caso, poter comprare un televisore a colori Geloso?

Ma non sia mai!

E la scassata automobile 500 a chi la vendiamo?

Mica i francesi o gli americani si comprano una 500 scassata; mentre un televisore a colori Geloso arriva subito in America e la Geloso diventa leader a livello nazionale e mondiale.

Che possiamo fare?

In Albania hanno vietato l'uso delle automobili, fino al 2000. Noi ci vietiamo per legge l'uso del televisore a colori e la faccenda è sistemata.

Detto fatto, passarono subito all'opera.

Infatti le trasmissioni a colori in Italia iniziarono il 1° febbraio 1977, dieci anni dopo la Francia e la Germania. Questi dieci anni di ritardo sembrano nulla, ma furono sufficienti a distruggere l'intero sistema industriale italiano, e distruggerlo per sempre. In quegli anni l'Italia era come il Giappone e la Cina di oggi; cioè produceva frigoriferi, condizionatori, cucine, televisori, cioè tutta l'elettronica di consumo, a prezzi bassi e la esportava in Inghilterra e nel mondo. Bloccare l'industria elettronica voleva dire bloccare le nuove tecnologie di allora, e quindi l'intero sistema industriale italiano. Da allora non ci siamo più ripresi. Cominciammo ad importare prodotti elettronici orientali e lo continuiamo a fare ancora oggi, mentre i nostri figli e nipoti restano disoccupati a vita.

Geloso e la scuola statale

Un grosso problema dei tecnici italiani di successo è la scuola statale. Non è solo lo scrittore Gabriele d'Annunzio che non riuscì a laurearsi in Lettere, presso la Università Statale di Roma, al pari di numerosi scrittori e scrittrici italiane. Vi sono due famosi tecnici italiani che hanno avuto grossi problemi con la scuola statale italiana. Il primo si chiama Guglielmo Marconi, che volendosi presentare da privatista per prendere il diploma di capotecnico elettrotecnico, dopo aver tanto studiato si rese subito contro che sarebbe stato bocciato, vi rinunciò e se ne andò all'estero, in Gran Bretagna, nel 1896. Invece, Giovanni Geloso riuscì a diplomarsi in Italia, ma non nel campo Elettrotecnico o elettronico, ma nel campo marinaio, cioè nell'istituto tecnico nautico di Savona. Per la laurea in ingegneria dovette, invece, emigrare negli Stati Uniti d'America.

Il problema maggiore resta quello che un tecnico non può insegnare né elettronica, né elettrotecnica, né chimica, né altre materie. Per uno scrittore, invece, se laureato, è consentito insegnare lettere, latino, greco, ed anche elettrotecnica, elettronica, e chimica. La burocrazia italiana è inflessibile; non vi son deroghe. Se un ingegnere laureato trova lavoro in una industria, non può iscriversi nelle graduatorie della buona scuola di Renzi. Se un ingegnere vuole insegnare elettronica, deve rinunciare a svolgere un lavoro nella industria e nel commercio, come ho scelto di fare io personalmente, in quanto le industrie elettroniche in Italia, erano ormai distrutte nel 1979, quando ho dovuto fare la mia scelta esistenziale. Ovviamente l'elettronica che ho insegnato per 30 anni, non è servita ai miei alunni; in quanto ho insegnato l'elettronica appresa dal Bollettino Tecnico Geloso, cioè l'elettronica degli anni 1960, ormai superata sia negli anni 1980 che negli anni 2000.

E i nuovi ingegneri italiani, neoassunti nella buona scuola di Renzi, sono aggiornati? Aggiornati da chi? Ma se i tecnici che possiedono le competenze elettroniche aggiornate al 2000 si trovano in Giappone e in Malesia, come fa un professore di elettronica a tenersi aggiornato?

Impara l'arte e mettila da parte.

Chi non la sa, la insegni.


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prof. Pietro De Paolis

 

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