Francesco De Sanctis

 

Francesco De Sanctis nacque il 28 maggio del 1817 a Morra, un paese di circa mille abitanti, allora ne aveva duemila abitanti, paese che si trova nella provincia di Avellino, in Campania; la sua città di nascita viene detta ora Morra De Sanctis, a significare il peso da lui avuto nello sviluppo politico e letterario italiano. Morì a Napoli il 20 dicembre del 1883, all'età di circa 66 anni.  Come gli altri letterati italiani, discende da una famiglia ricca, la famiglia Morra, che possedeva una buona parte della Campania, Basilicata, Calabria, Puglia. In quei tempi l'Italia meridionale era sotto la dominazione spagnola, quella dei Borboni; l'autore partecipa ai moti rivoluzionari del 1848, in quanto seguace massonico di Giuseppe Mazzini. Nel 1848 egli insegnava diritto ai militari nella scuola militare della Nunziatella a Napoli. A Napoli aveva anche una scuola privata di grammatica e di letteratura; tra i suoi alunni ricordiamo Giustino Fortunato, un carbonaro fedele alla dinastia dei Borboni; tra i suoi amici ricordiamo Luigi Settembrini.

La partecipazione politica attiva gli procurò molti guai personali; infatti fu arrestato a Napoli nel 1850 e rimase in prigione fino al 1853. Condannato ad essere deportato in America del Nord, al pari degli schiavi africani, metodi perversi usati dai cosiddetti liberatori dell'Italia, da molti secoli a questa parte, riuscì a salvarsi fuggendo a Malta e poi a Torino, grazie alla diplomazia di Camillo Benso Conte di Cavour, che con l'aiuto degli inglesi, evitò che molti patrioti italiani non venissero rinchiusi nelle prigioni americane, dopo la nascita dello Stato Italiano, voluta dagli americani ed attuata dal mitico Giuseppe Garibaldi nel 1861.

De Sanctis fu Ministro della Pubblica Istruzione per diversi anni, precisamente nel 1861, nel 1862, nel 1878, 1879, 1880,1881. Fu, inoltre, deputato del parlamento italiano dal 1861 fino al giorno della sua morte. Inizialmente stava con i movimenti liberali, poi, lasciata da parte la rivoluzione, in quanto ormai era nata la Repubblica italiana nel 1861, sostenne la sinistra popolare e progressista nel senso buono che aveva allora, cioè progresso scientifico,  tecnologico, sociale, umano; molto diverso dalla sinistra italiana del novecento e di questo primo secolo del secondo millennio. Quella sinistra era detta sinistra storica; essa poi si dissolse nel 1912 e confluì nella Unione Liberale; la Unione Liberale si dissolse nel 1922, dando vita al Partito Liberale Italiano, sigla PLI. Il Partito Liberale Italiano si dissolse nel 1994 con la entrata in politica di Silvio Berlusconi. Alcuni membri del PLI sopravvivono ancora oggi nel Movimento politico fondato da Gianroberto Casaleggio, detto Movimento delle 5 stelle, sigla M5S.

 

Attività letteraria

De Sanctis svolse una intensa attività di scrittore, di storico, di giornalista, oltre che di insegnante. Una sua opera di successo fu il testo scolastico detto: Storia della letteratura italiana.

La prima edizione fu stampata a Napoli nel 1870; egli inizia questa opera nel 1863; non ottenne i finanziamenti necessari per la stampa dell'opera, finanziamenti richiesti al Ministro della istruzione di allora, Michele Amari. Fu l'editore napoletano Antonio Morano, nel 1867, a finanziare l'opera e a stamparla; era un libro di testo per le scuole di allora; inizialmente era previsto un solo volume, stampato nel 1870, ma essendo l'opera molto ampia, in quanto comprendeva l'intera letteratura italiana dal 1300 fino al 1860, fu stampato un secondo volume nel 1871. L'opera è costituita da 20 capitoli; i primi 17 capitoli sono ben ordinati, ed hanno come contenuto un solo argomento, tipo il trecento, il quattrocento, Machiavelli, l'Orlando Furioso, Pietro l'Aretino, Torquato Tasso; praticamente fino al seicento. I capitoli 18 e 19, invece, furono scritti in fretta, su sollecitazione dell'editore, e contengono sia alcuni autori del settecento ed ottocento, come Giacomo Leopardi, Alessando Manzoni, Massimo d'Azeglio, e sia altri autori non descritti nei capitoli precedenti, come Galileo Galilei.

Lo stile dell'autore non è adatto ad testo scolastico odierno, ma ad testo scolastico destinato agli adulti di allora, che erano nobili o soldati, che volevano istruirsi, in modo da nascondere la loro malvagità interna, quasi un redimersi dalle migliaia di uccisioni effettuate durante le perenni guerre dei secoli scorsi. Il De Sanctis è un critico letterario; egli, cioè, nella sua narrazione non si limita ai contenuti delle opere, ma fa un lungo discorso, in cui mischia autori dell'ottocento ad autori del trecento, onde mostrare la sua preparazione culturale e farla acquisire ai futuri lettori della sua letteratura italiana; mentre parla di un opera del trecento mette in mezzo opere dell'ottocento; viceversa, mentre analizza un autore dell'ottocento mette in mezzo il nome di un autore del trecento o del quattrocento. In tal modo egli dimostra una sua notevole preparazione culturale e soprattutto critica; cioè egli esprime un giudizio su tutti i letterati italiani dal trecento, cioè dalla nascita del volgare italiano, fino agli autori dei suoi giorni.

Il discorso è, quindi, fluido per coloro che conoscono già gli autori italiani; grazie, infatti, al De Sanctis, un letterato evoluto vede le stesse opere criticate da una luce diversa, in quanto il De Sanctis sa mettere in luce proprio i tratti fondamentali di ogni opera descritta, vista non superficialmente, ma nei tratti interiori che il singolo autore italiano ha voluto egli stesso mettere in luce, nello scrivere la propria opera letteraria.

 

 

2020

prof. Pietro De Paolis

 

 

 

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