I Romani

 I primi secoli della repubblica 

La repubblica romana era già organizzata come uno Stato moderno. In ogni Stato moderno i poteri fondamentali sono tre: quello di fare le leggi: a Roma era affidato alle assemblee, chiamate comizi; quello di fare eseguire le leggi e di governare: a Roma era affidato a due consoli, che comandavano anche l'esercito; quello di giudicare chi disubidisce alle leggi: a Roma era affidato ai pretori. 

Impero romano

I consoli duravano in carica un anno e dovevano prendere tutte le decisioni di comune accordo. Se non erano dello stesso parere, dovevano consultare il senato. 

Il senato era il più potente organo dello Stato. Aveva il compito di controllare il governo e di dirigerne la politica.

 

Patrizi e plebei

 

I consoli, i senatori e tutti gli altri uomini importanti della repubblica erano scelti solo tra i patrizi, cioè tra i discendenti dei più antichi cittadini di Roma. Gli altri, i plebei, che erano venuti ad abitare a Roma in un secondo tempo, non avevano il diritto di occupare le cariche pubbliche. 

Tra i patrizi e plebei c'era anche un'altra differenza: la maggior parte dei primi era molto ricca, mentre la stragrande maggioranza dei plebei ( contadini, commercianti, artigiani...) dovevano faticare parecchio per condurre un'esistenza modesta. 

Bisogna poi aggiungere che, dopo la cacciata dei re, Roma dovette combattere una serie di guerre contro i popoli vicini, che tentavano di sottometterla. Si combatteva nella bella stagione e quindi i contadini non potevano dedicarsi alla coltivazione dei campi che rimanevano incolti, e gli artigiani dovevano chiudere le loro botteghe. I ricchi patrizi invece avevano aiutanti e schiavi che mandavano avanti le cose.

A vittoria ottenuta, i plebei non ricevevano quasi nulla, come compenso della loro prestazione militare, mentre i patrizi si spartivano il bottino di guerra. In questo modo i plebei si impoverivano sempre di più.

A un certo punto, i plebei si ribellavano a questo ingiusto stato di cose e abbandonarono la città. Ritornarono dopo aver ottenuto l'istituzione dei tribuni della plebe: magistrati che avevano il compito di difendere i loro diritti. Essi potevano bloccare qualunque legge ritenessero dannosa alla plebe. In seguito i plebei ottennero che le leggi fossero scritte: fino ad allora, infatti, erano state tramandate a voce, e i parizi avevano avuto modo di usarle a proprio vantaggio. Infine dopo anni di lotte, anche ai plebei venne concesso il diritto di diventare consoli ed entrare in senato. La parità dei diritti era stata raggiunta.

 

 

Alessandra Madaro

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