L' Antico Egitto

 

Introduzione

 

La vita nell' Egitto si sviluppa  fin dai tempi preistorici lungo le rive del Nilo, le cui piene rendono fertili le terre circostanti. Queste sono lavorate con accortezza e tenacia da un popolo disciplinato e operoso.

l'antico Egitto

Il fiume costituisce anche una grande arteria di comunicazione tra l'Alto e il Basso Egitto, contribuendo così,  insieme all'isolamento geografico, a garantire l'unità nazionale del paese. Il suo isolamento dietro la barriera del deserto, infatti, ne protesse l'esistenza da invasioni esterne, consentendo lunghissima vita al regno egiziano. La storia dell'Egitto si divide in quattro periodi: il regno antico, durante il quale sono costruite le celebri piramidi e la sfinge; il regno medio, caratterizzato da una politica espansionistica verso la Nubia a sud e verso la Palestina a Nord-est; il nuovo regno, che segna un'altro momento di splendore, testimoniato dalla costruzione di grandi templi (Luxor,Karnac); il periodo della decadenza, conclusosi con la conquista dei Persiani.  

 

 

La Storia 

 

                                                                                                                      

 Il regno antico (ca.3000-2000a.C.). Il regno antico segnò un periodo di pace e di splendore: le capitali furono due, prima Thinis nell'alto Egitto e poi Menfi nel basso Egitto, all'inizio del delta. I faraoni più famosi furono Cheope, Chefren e Micerino; essi sono ricordati di aver fatto costruire nei pressi di Menfi le piramidi che recano il loro nome e la celebre Sfinge. Sul piano militare il faraone controllava un vastissimo territorio, attraverso l'attività di alti funzionari, incaricati di esercitare compiti di governo nelle varie province. Ma, col passare dei secoli, gli abusi dei governatori, indebolirono l'autorità dei faraoni determinando ovunque vasti disordini. 

Il regno medio (ca.2000-1600 a.C.). Il prestigio del faraone fu ristabilito dai principi di Tebe, situata nell' Alto Egitto, presso l'attuale Luxor. Essi restaurarono l'unità statale e trasferirono la capitale nella loro città, che vantava una posizione più centrale rispetto a Menfi. Si deve ai faraoni della nuova dinastia tebana la conquista a sud della Nubia e a nord-est della Palestina. Questa politica espansionistica favorì rapporti commerciali con Creta, che cominciava a fiorire nel cuore del Mediterraneo. Ma la prosperità egiziana subì una brusca interruzione intorno al 1680 a.C. quando il paese subì la prima invasione straniera: si trattava di popoli asiatici, gli Hyksos (= re pastori), che grazie alla loro superiorità bellica, fondata sull'uso di cavalli e carri da guerra, conquistarono la regione del delta per quasi un secolo.                        

Il nuovo regno (ca.1600-1100 a.C.). La dominazione di queste genti rozze e crudeli, sollecitò ovunque un desiderio insopprimibile di riscatto. Gli Egiziani si procurarono le nuove armi degli invasori e impararono ad usarle. Dopo la guerra, l'Egitto tornò ad essere unito e indipendente e visse un'altro periodo di grande splendore, di cui è testimonianza la costruzione di numerosi palazzi e templi. I faraoni misero in atto di nuovo una politica imperialistica. Ricchezze ingenti affluirono nella valle del Nilo, grazie ai bottini di guerra, ai tributi imposti ai popoli assoggettati e alle relazioni commerciali organizzate dallo Stato. Il proposito di controllare l'attuale Siria, spinse gli Egiziani a scontrarsi con gli Ittiti nei pressi della città di Kadesh, sul fiume Oronte, ma senza alcuna vittoria, seguiranno infatti,  una quindicina d'anni di ostilità, prima di trovare una comune intesa.

Il periodo della decadenza. Ma ormai l'età delle grandi conquiste era finita; anzi, i faraoni furono costretti a una politica difensiva soprattutto in seguito alla pressione dei cosiddetti popoli del mare. Questi, infatti, si erano riversati a ondate successive sull'Asia Minore, la Fenicia e la Palestina, premendo ai confini orientali dell'Egitto. L'indipendenza del paese fu mantenuta, ma lo sforzo della guerra, la perdita delle province fenicie e palestinesi, la mancanza infine di sovrani energici,  resero definitivo il tramonto dell'Egitto. Nel 671 a. C. l'Egitto cadde sotto la dominazione degli Assiri che, guidati dal re Assurbanipal, conquistarono Menfi e distrussero Tebe. Il Paese poi, dilaniato da gravi contrasti interni, subì l'invasione dei Persiani guidati da Cambise, e andò a formare una provincia dell'Impero persiano. Dai Persiani l'Egitto passerà poi ad Alessandro il Macedone, ai suoi successori, e infine a Roma.

 

La civiltà e l'economia.

Lo stato è una monarchia assoluta, ereditaria, teocratica, retta da un faraone. Questi governa attraverso un forte apparato burocratico che si estende su 42 distretti (nomi). La società egiziana è formata dalle classi popolari (schiavi, contadini, operai, mercanti, artigiani, soldati) e dalle classi privilegiate (ufficiali, scribi, sacerdoti, nobili e alti funzionari). Come in Mesopotamia, le scienze sono molto curate: la geometria, l'ingegneria idraulica, la meteorologia e l'astronomia, la medicina e la chirurgia. Maestosa e solenne, l'arte egizia ha finalità soprattutto religiose e celebrative. Gli Egiziani sono profondamente religiosi e adorano molti dei che personificano le forze della natura. Un culto particolare è riservato ai defunti (mummificazione). La letteratura, invece  annovera numerosi testi di vario genere. Un vero gioiello letterario è ad esempio il "Racconto di Sinuhe". 

alcuni geroglifici

Gli antichi Egiziani usavano una scrittura figurativa, i geroglifici: indicavano cioè ciascun oggetto con un disegno schematico; ma ben presto, la scrittura non fu solo figurativa, ma divenne anche fonetica; il simbolo che rappresentava l'oggetto, passò ad indicare anche il suono,con cui si designava l'oggetto. Per quanto riguarda l'economia, la sua base è l'agricoltura. Oltre ai cereali, vi si coltivavano molti legumi e ortaggi, la vite, il lino e il papiro con cui si produceva il materiale adatto con cui scrivevano gli scribi. 

foglio di papiro

A questo punto,  infatti, ricordiamo quale importante ruolo avesse il tempio, oltre quello religioso; era infatti anche una specie di grande azienda che amministrava terre e produceva beni. 

Ad esempio, la fabbricazione di questi fogli di papiro, avveniva nelle officine annesse ai templi, dove lavoravano sia liberi che schiavi. Altre importanti professioni erano quelle che ne garantivano successo e ricchezza, come in particolare quelle dell'architetto e del medico. Di scarsa importanza, invece, erano quei lavori legati all'artigianato e il commercio.

 

Corso di storia

 

Alessandra Madaro

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