Natura e finalità della educazione

La natura dell'educazione

La educazione del fanciullo o dell'adolescente è una attività svolta dai genitori e dai docenti ed è ha lo scopo di sviluppare nel bambino una sua propria personalità, in modo che sia in grado di inserirsi con successo nella società attuale in cui vive e vivrà, nel corso della sua vita.

La responsabilità maggiore della educazione del fanciullo ricade sui rispettivi genitori, i quali hanno il dovere di creare per i propri figli un ambiente famigliare, che oltre a garantire la soddisfazione delle necessità primarie del fanciullo: il cibo, la casa, un letto, sia anche in grado di trasferire ai propri figli quelle informazioni culturali che lo rendano, un domani, autonomo e produttivo di benessere, per sé e per gli altri.

Alcune famiglie sono in grado, economicamente e culturalmente, di educare i propri figli, e lo fanno con sacrifici personali nella scuola famigliare o paterna.

Molte altre famiglie, invece,  non hanno le risorse economiche necessarie per provvedere direttamente alla educazione dei propri figli e li abbandonano nelle mani di altri educatori, che costituiscono il sistema nazionale di istruzione, formato sia da scuole statali che da scuole private paritarie.

Le finalità della educazione

E' proprio a questo sistema nazionale di istruzione che spetta il compito, voluto anche dallo Stato ( vedi legge 28 marzo 2003 n. 53 - Riforma Moratti ) di favorire la crescita del fanciullo e la valorizzazione della sua personalità, in un quadro di collaborazione tra famiglia e scuola. Purtroppo molti genitori non hanno le capacità culturali e professionali per educare i propri figli; di conseguenza la scuola, sia essa paritaria, sia essa statale, si assume il compito della intera educazione e formazione dei figli degli altri.

Questo è, quindi, l'arduo compito affidato ai docenti, cioè quello di promuovere lo sviluppo armonico della personalità di ogni bambino, con lo scopo sia di fargli acquisire le prime conoscenze sia di sviluppare queste conoscenze fino a farle divenire abilità di base. Gli scopi della scuola primaria sono quindi:

1 - La sistemazione logica delle conoscenze, unita all'apprendimento dei mezzi espressivi;

2 - La conoscenza della lingua italiana e di un'altra lingua della Unione europea;

3 - L'acquisizione delle basi per l'uso di metodologie scientifiche e tecniche nello studio del mondo esistente;

4 - La educazione ai principi fondamentali della convivenza civile.

Il docente

Due sono le mansioni fondamentali del docente: 

1 - Organizzare, eseguire, valutare le proprie attività educative;

2 - Organizzare, eseguire, valutare le proprie attività didattiche.

Le due mansioni si realizzano mediante una serie di compiti diversi; tali compiti non sono separati in due momenti diversi del tempo, ma la educazione e formazione del fanciullo si attua nello stesso momento in cui si realizza la sua istruzione; pertanto la distinzione tra attività educative e attività didattiche è in alcuni momenti solo apparente, in quanto ogni attività didattica è di per se stessa educativa; e, viceversa, ogni attività educativa è anche didattica; tuttavia i due scopi della attività del docente vanno distinti sia nella fase di organizzazione, sia nella fase di esecuzione, sia nella fase di verifica della propria attività di insegnamento.

Questi compiti spettano a tutti i docenti; per quanto riguarda la scuola elementare o primaria in Italia, la riforma Moratti introduce delle mansioni caratteristiche della maestra tutor ( articolo 7 comma 5):

1 - Orientamento delle famiglie e dei bambini per le attività facoltative;

2 - Tutorato e guida dei bambini nel loro percorso formativo e didattico;

3 - Coordinamento delle attività educative e didattiche, sia quelle svolte personalmente, sia quelle svolte dalle altre maestre che costituiscono il gruppo docente o team, sia quelle svolte dagli altri docenti che compongono il gruppo docente.

4 - Cura delle relazioni della scuola con le famiglie dei bambini;

5 - Cura della documentazione educativa e didattica di ciascun bambino, tra cui anche  il portfolio, e dell'intero processo di valutazione.

Per lo svolgimento di queste cinque mansioni la maestra tutor si avvale dell'apporto degli altri docenti che compongono il gruppo.

Si vede, quindi, la modernità organizzativa della riforma Moratti, che ha voluto creare una struttura orizzontale di organizzazione del lavoro, affidando al docente tutor la funzione di responsabile unico del processo educativo e didattico, svolto dal gruppo di lavoro costituito da diversi docenti. In tale ottica di struttura organizzativa, il docente tutor non va visto come un vice Dirigente Scolastico che impartisce direttive agli altri docenti facenti parte del gruppo di lavoro, cioè una persona che emana le direttive e poi controlla i risultati, ma è una persona che coordina gli altri membri del gruppo di docenti e le azioni da intraprendere, col fine della perfetta riuscita dell'intero singolo processo educativo e didattico. 

A questo punto va chiarito il ruolo tra i diversi docenti che fanno parte del gruppo di lavoro. I docenti appartenenti al gruppo docente devono essere tutti esperti qualificati nelle rispettive mansioni; essi sono intercambiabili, nel senso che tutti possiedono  le competenze, gli strumenti, la motivazione e l'autorità che sono essenziali per la perfetta organizzazione del gruppo e per la riuscita del processo. I membri del gruppo sono formati ciascuno in modo da poter svolgere le funzioni dell'altro membro; in tal modo le capacità di ciascuno sono adeguate a completare l'intero processo educativo e formativo.

Il gruppo docente ha la libertà di organizzare le attività in maniera creativa e di reagire in maniera flessibile alle nuove e continue richieste che provengono dai bambini, dalle famiglie, dalla società.

Il fattore guida della organizzazione del gruppo docente è il bambino e i suoi genitori; l'obiettivo di fine processo di insegnamento è quello di creare valore per il cliente. L'efficacia del processo si misura sia su questo obiettivo, cioè la soddisfazione del cliente, cioè lo studente, sia sulla soddisfazione dei docenti del gruppo, e sia sul risultato finanziario.

Nel modo di pensare della struttura del gruppo docente vi è un clima di apertura, di fiducia e collaborazione, verso il miglioramento continuo. Tale modo di pensare, cioè la cultura del gruppo, valorizza la responsabilizzazione, l'impegno ed il benessere dei docenti che compongono il gruppo.

Spetta, in definitiva, al docente tutor creare questo clima di lavoro nel gruppo, in modo che il cliente, cioè il bambino e i suoi genitori, avvertino il nuovo corso, cioè quello di fare della scuola una azienda di insegnamento, che da un lato valorizzi le professionalità dei docenti, dando ai singoli la effettiva libertà di insegnamento, e dall'altro crei valore e soddisfazione per il cittadino, che ora può vedere, nella scuola e nello Stato, degli enti che forniscono la prestazione di servizi efficaci, che cioè raggiungono i fini educativi e didattici, ed efficienti, cioè attuano anche un risparmio di risorse finanziarie, a completo vantaggio del cittadino contribuente.

Il risparmio economico di una scuola virtuale è enorme; i frutti si vedono non solo nel sistema scolastico, che diventa più efficiente, ma nell'intero prodotto nazionale, con riduzione di prezzi in tutti i settori dell'economia nazionale.

Prof. Pietro De Paolis

Manuale del docente virtuale

2014

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