La fabbrica degli intelligenti

a cura del prof. Pietro De Paolis

La cultura

La cultura rappresenta l'insieme di nozioni utili accumulate nel tempo nel corso dei secoli. Attualmente le nozioni disponibili sono diversi miliardi ed è impossibile ad un uomo apprendere tutte le nozioni accumulate dal genere umano nel corso dei secoli. Un tempo si usavano i libri su cui scrivere le nozioni utili da tramandare ai giovani. Oggi, oltre ai libri, si utilizzano i giornali, le radio, le televisioni, i siti di internet.

Indipendentemente dalle fonti della cultura da cui apprendere le nozioni utili resta il solito dilemma, per un giovane, cioè scegliere quali siano le nozioni utili da imparare. Il problema arduo è la scelta razionale delle nozioni da apprendere, in quanto essendo le nozioni nel numero di diversi miliardi, praticamente infinite, occorre fare una scelta conveniente delle nozioni da apprendere.

La convenienza o ideologia

Ognuno di noi viene invitato dagli altri ad apprendere alcune nozioni, che sono evidentemente utili solo a chi le propone. Che cosa è una ideologia?

Appunto l'ideologia è un insieme di nozioni che sono congruenti con una certa ideologia, cioè con un certo modo di intendere la vita, intendere la scuola, intendere gli amici, intendere la famiglia, intendere l'amore, intendere il lavoro, intendere il successo.

Ovviamente di ideologie ne esistono diverse, cioè una ideologia per ogni uomo esistente; per cui è corretto che ognuno di noi si formi nel tempo una sua propria ideologia, cioè un insieme di nozioni utili a se stessi, cioè un insieme di regole e ideali che procurano benessere a noi stessi.

Tra le varie ideologie esistenti nel corso dei secoli hanno avuto successo due ideologie contrapposte: la ideologia liberista e la ideologia comunista.

Liberismo

Il liberismo è un ideologia che ritiene come principio fondamentale la libertà individuale di ciascun uomo. Ciascun uomo è libero di pensare ed esprimere il proprio pensiero senza condizionamenti altrui; ciascun uomo è libero di costruire nel proprio terreno; è libero di coltivare le piante e gli alberi che ritiene opportuno; è libero di allevare gli animali che vuole; è libero di costruire industrie, attività imprenditoriali, cioè è libero di intraprendere tutte le azioni che ritiene utili a sé stesso.

Caratteristico dell'uomo liberale è il rispetto delle libertà delle altre persone; cioè l'uomo liberale consente a tutti gli altri esseri umani di essere liberi, cioè di crearsi una propria ideologia personale, purché questa ideologia non vada a sopprimere le libertà altrui.

L'uomo liberista accetta la esistenza dei vari Stati, cioè di quel potere costituito che guida una nazione o un popolo, lo difende per mezzo delle armi dalle invasioni degli stati stranieri.

Vi è, quindi, una differenza tra anarchia e liberismo; l'anarchico è contro l'esistenza di una qualunque forma di Stato; il liberista, invece, accetta la presenza dello Stato ma ne limita i poteri; in pratica, per il liberista, lo Stato deve intervenire per organizzare un esercito idoneo a difendere i confini nazionali e ad organizzare guerre di conquista di nuovi territori; lo stato deve intervenire per la costruzione di strade, ferrovie, ponti, opere pubbliche. Il principio base è quello dell'interesse privato mancante nei cittadini; un cittadino ha interesse a costruirsi una casa e un muro di cinta per difendere un suo terreno; un cittadino non ha alcun interesse a costruire le mura di difesa di una città, non ha alcun interesse a costruire aerei per difendere il territorio nazionale; di conseguenza tocca allo Stato provvedere a quanto il cittadino singolo non può realizzare.

 

Comunismo

Il comunismo è una ideologia che ritiene come principio fondamentale la esistenza di uno stato, cioè l'esistenza di un potere iniziale assoluto che domina al 100% sia la nascita, sia la crescita sia la morte di ogni individuo obbligato a far parte dello stato. Per il comunismo non esiste la libertà del singolo, se non come concessione o autorizzazione, rilasciata di solito con carta scritta da uno stato, e limitata al massimo. Di conseguenza il cittadino è un servo obbligato ad ubbidire nelle sue azioni, che vengono determinate al 100% dal potere statale. Ne sorge come conseguenza che il comunista sente il bisogno di essere assistito da uno stato; il comunista si aspetta che lo stato fornisca gli alimenti a ciascun individuo, specie se l'individuo non ha voglia di lavorare; anzi i sussidi maggiori dello stato comunista devono andare dapprima ai fannulloni di stato; solo le rimanenze e le briciole rimaste possono essere concesse a colui che vuole rimanere liberista, cioè continuare a lavorare per il proprio tornaconto e quello dei suoi famigliari.

Il comunista si aspetta che sia lo stato a fornire l'eventuale lavoro necessario a far crescere lo stato e non l'individuo; lo stato è padrone unico dei beni prodotti dai pochi lavoratori rimasti a sostenere l'onere di lavorare e di produrre, mentre la maggioranza ne sfrutta tutti i beni prodotti, che appartengono allo stato. E' lo stato a fornire l'assistenza sanitaria gratuita, privilegiando sempre il fannullone, il malato immaginario, rispetto al malato vero, che è costretto a lavorare per il bene dello stato e a morire di fame. La sua morte e quella dei suoi famigliari non deve essere conteggiata tra i suicidi, su cui la fornaia di stato versa lacrime di coccodrillo, prima di farlo morire. Infatti non è vero che i comunisti si mangiano solo i bambini, come un tempo; ora si mangiano anche gli anziani e i pensionati, in modo che smettano di dare soldi ai figli e ai nipoti con la pensione di stato.

 

 

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