Età contemporanea

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Storia - Classe 3a della scuola media, secondaria di  1° grado

L'età contemporanea va dal 1800 ai nostri giorni. Napoleone Bonaparte ha il merito di avere unito l'Europa, anche se per un breve periodo di tempo; con l'abbandono della politica da parte di napoleone il 22 giugno 1815, l'Europa ritorna alla situazione precedente in cui i membri reali appartengono alle stesse famiglie, che fanno continue guerre tra di loro sia in territorio europeo e sia nelle conquiste delle colonie; in aggiunta ogni singolo re è succube del potere degli Stati Uniti d'America, che restano i padroni dell'Europa sino ai nostri giorni.

Caratteristica di questo periodo è la rivoluzione industriale; la rivoluzione industriale è quel fenomeno economico caratteristico dei primi anni del 1800 in cui nascono le fabbriche meccanizzate che utilizzano cioè le macchine a vapore e i motori elettrici al posto del lavoro dell'uomo; in particolare in questo periodo si costruiscono i primi motori elettrici, si usano i combustibili fossili come il carbone; si usano prodotti chimici come il petrolio. Il sistema industriale non è un semplice fatto tecnico ma è un sistema politico, economico, sociale insieme. Infatti nel sistema industriale un notevole numero di persone lasciano le campagne e le botteghe artigianali per andare a lavorare nelle industrie, dando luogo alla classe sociale di operai e impiegati dell'industria; i prodotti industriali riducono i costi dei prodotti, considerati prima artigianali, e creano nuovi prodotti; di conseguenza lo stile di vita della società diventa più ricco ed evoluto e si creano nuovi centri di potere sia economico e sia politico. Con l'industria nasce la fabbrica, cioè un luogo dove uomo e macchine si trovano insieme per la produzione in serie di prodotti; la fabbrica nasce per opera di uno o più imprenditori, cioè persone che raccolgono il denaro e lo investono comprando macchinari ed edificando le opere murarie che proteggono macchine e uomo, cioè i capannoni industriali; l'operaio, invece, si stanca di meno lavorando in fabbrica, piuttosto che nella bottega artigianale, in quanto sfrutta la macchina per i lavori pesanti ed usuranti. Il costo per singolo pezzo prodotto diminuisce in quanto il lavoro svolto dall'operaio si riduce come tempo impiegato per la produzione del singolo pezzo; pezzo che può essere venduto a prezzi più bassi e con maggiore guadagno per l'imprenditore e l'operaio.

Europa nel 1914

La rivoluzione industriale parte dagli Stati uniti di America e richiama un notevole numero di operai europei che lasciano l'Europa e vanno a fare gli operai in America. Nel giro di 50 anni dal 1860 al 1914 la popolazione americana passa da 31 milioni di abitanti a 91 milioni. In questo periodo nascono le multinazionali americane che si specializzano nei vari settori industriali: miniere, produzione del ferro, estrazione del petrolio, costruzioni di ferrovie, ecc. Il patrimonio americano si concentra in mano di queste compagnie industriali; questo potere economico americano coinvolge i singoli re europei, che favoriscono la importazione sia di prodotti finiti sia di nuovi macchinari americani, che vengono importati dall'Europa per le nuove industrie che nascono sia in Inghilterra, Francia, Germania e Spagna ma anche in Italia. 

L'inizio del 1900 vede l'Italia sottomessa alla Francia, la quale a sua volta, dopo il fallimento della unificazione europea voluta da Napoleone Bonaparte, è anche essa sottomessa al popolo nord americano e inglese.

Il primo novecento

Il primo novecento è costituito dagli anni che vanno dal 1900 al 1914, anno dell'inizio della prima guerra mondiale. Sono gli anni in cui Guglielmo Marconi sviluppa le onde radio e le comunicazioni senza fili; Marconi era al servizio degli angloamericani, in quanto dovette emigrare all'estero per colpa dei corrotti professori statali della scuola statale di allora, che gli negò il diploma di perito tecnico industriale e del Ministro delle Poste e Telecomunicazioni di allora, onorevole Pietro Lacava, che lo considerò un pazzo. L'Italia è nota per simili errori di strategia politica. Ricordiamo Leonardo da Vinci, alla fine del 1400, il quale per colpa degli inetti fiorentini, i sempre lodati in Italia, cioè i Medici e degli più inetti milanesi dell'epoca, i sempre ideologizzati Sforza, dovette emigrare in Francia, dove da tecnico all'altezza dei tempi gestiva il sistema militare francese, adeguandolo alla tecnologia del tempo.

Senza dimenticare il vecchio Galileo Galilei, nella fine del 1500, anche lui messo in carcere dai tanto osannati papi di allora e di ora, i quali solo nel 1992, cioè dopo 350 dalla morte dello scienziato, riconobbero gli errori commessi da essi papi nei secoli scorsi. La regina Elisabetta2a in Inghilterra, governatore supremo dei protestanti inglesi, detti anglicani,  ha impiegato 59 anni per riconoscere, il 24 dicembre 2013, di aver sbagliato a perseguitare Alan Turing (1912 - 1954 ), pietra miliare dei computer e smartphone di oggi, concedendogli la grazia postuma.

Nei primi anni del 1900 compaiono le prime automobili; si sviluppano le prime reti di telefoni con i fili elettrici; l'industria chimica vede l'ingresso dei prodotti petroliferi.

Per quanto riguarda la prima guerra mondiale, avvenuta in Italia tra il 1915 e il 1918, gli americani furono i finanziatori e fornitori di armi per la conquista dell'Europa, prima della loro entrata in guerra contro la Germania nel 1917. In particolare il presidente americano Tommaso Wilson nel 1913 aveva predisposto la banca centrale americana in modo che finanziasse l'inizio della prima guerra mondiale in Europa a partire dal 1915 e impose anche nuove tasse al popolo americano per il finanziamento della nuova guerra da intraprendere in Europa. L'imperialismo americano, con la dottrina di Monroe, riteneva l'intero pianeta come territorio americano; per cui l'entrata in guerra faceva parte ideologicamente della politica interna americana e non della politica estera, come sarebbe stato ovvio. Inoltre molti capi di stato sia europei sia dell'intero pianeta vengono eletti su proposta non rifiutabile degli Stati uniti di America. L'America appoggiava gli ebrei in Inghilterra, Polonia e Francia, come si evince dalla dichiarazione ufficiale di Baltour; in particolare gli ebrei residenti in Europa, già dal 1905, volevano a tutti i costi uno stato ebraico indipendente, da realizzare in Palestina, considerata strategica per il predominio americano in Turchia. L'America, inoltre, aveva già gruppi armati non ufficiali all'interno dello scacchiere europeo, ed anche in Italia, molto prima del 1917.

Anche nell'oceano Pacifico l'America estendeva il suo predominio dopo la guerra tra Cina e Giappone terminata nel 1895. L'influenza americana non era invece riuscita perfettamente in Germania, Russia e Cina.

A causa di queste diverse sfere di influenza e di desiderio di predominio sui popoli, le guerre diventano inevitabili, fin quando uno dei popoli non soccombe all'altro. ( "divide et impera" nel senso americano )

 

 

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2015

 

prof. Pietro De Paolis

 

Esercizio di questa lezione

 

Storia per scuola media

  

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