Le origini della lingua italiana
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Nel secolo scorso, il 1900, molti testi di letteratura ponevano come origini della lingua italiana un santo della chiesa cattolica italiana; a mio avviso non ha più senso confondere le menti dei nostri figli e di generazioni di giovani italiani, facendo credere che la religione sia il fondamento della civiltà italiana, e quindi della lingua italiana. In questo corso di letteratura trascuriamo il trecento e soprattutto trascuriamo uno sconosciuto Dante Alighieri, il classico gufo fiorentino, che continua a portare alla rovina intere generazioni di italiani.
Cosa significa letteratura?
Cosa significa letteratura italiana?
Cerchiamo di capire cosa vuol dire italiano e cosa vuol dire dialetto. Oggi, grazie anche ai mezzi di comunicazione di massa, televisione, radio, giornali, internet, italiano dovrebbe dire la lingua parlata in Italia. Purtroppo buona parte dei mezzi di comunicazione, finanziati tutti dalla stato italiano, parla in inglese, cioè utilizza 10 parole inglesi e poi così, per sbaglio, usa una parola italiana. Per noi, italiano è quello che si parlava negli anni 1960, quando ancora la TV di stato ci teneva a diffondere il purismo linguistico, cioè ci teneva a non introdurre termini stranieri, nella lingua italiana. Allora i giornali venivano scritti in italiano, anche i libri di testo scolastici erano scritti in italiano.
Chiarito il concetto di italiano, se un famoso autore ha scritto milioni di righi in dialetto fiorentino, cioè Dante Alighieri, andava bene nel 1300, quando ancora non esisteva lo stato italiano, ma esistevano piccoli comuni, eternamente in guerra tra di loro, guerra anche letteraria, guerra artistica, guerra tecnologica, cioè contesa con i mezzi a disposizione degli italiani di allora e di oggi.
Questa guerra continua ancora oggi; cioè i fiorentini non solo ci impongono un presidente del consiglio Matteo Renzi, che sta portando alla miseria, ridendo e scherzando, un intero popolo italiano, ma vogliono pure imporci una lingua e una letteratura italiana.
Visto che il fiume Arno è molto sporco, chi si è lavato i panni in Arno, cioè il milanese Alessandro Manzoni, dovrebbe sparire dalla circolazione della letteratura Italia, insieme al fiorentino Dante Alighieri, e smettere di fare danni ingenti ai nostri figli e nipoti.
E' chiaro, quindi, il concetto di italiano; cioè italiano è una persona che non solo risiede in Italia, ma vi è anche nato e cresciuto in Italia, insieme ai suoi genitori; italiano è colui che ci tiene ad essere italiano, cioè ci tiene a far crescere il popolo italiano, ed usa come strumento di confronto la lingua italiana pura, senza influenze di lingue straniere.
La parola letteratura sta ad indicare uno scritto prodotto in lingua italiana; sta ad indicare anche una poesia o una canzone, o una commedia, o un video, cioè uno dei mezzi di diffusione di massa, messi a nostra disposizione; giornali, settimanali, libri, enciclopedie, ecc.
Oggi Internet rappresenta il mezzo di comunicazione di massa più diffuso; ormai i libri di carta sono destinati alla storia; cioè non verranno mai eliminati, ma avranno una funzione limitata nella produzione di un'opera letteraria, cioè di un'opera scritta in italiano. La radio, la televisione, il cinema, non sono più adatti a produrre letteratura, in quanto producono solo pubblicità, cioè filmati destinati a far vendere dei prodotti. La stessa cosa va detta dei quotidiani e settimanali vari. I vari editori non hanno più il fine che avevano gli editori di libri e di giornali, del primo periodo del 1900. Gli editori di oggi vivono di pubblicità e per la pubblicità. La letteratura non è pubblicità.
La letteratura presuppone un testo o un video, scritto da uno o più autori italiani, il cui fine è quello di procurarsi il denaro in maniera onesta, cioè producendo opere letterarie adatte ai nostri figli e nipoti; cioè opere letterarie, anche commedie, cioè opere che ci fanno divertire e passare il tempo, ma sempre opere utili, utili sia alla singola persona e sia alla società italiana, e quindi al mondo intero.
2016
prof. Pietro De Paolis
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