La seconda guerra mondiale
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Parte 2
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Dopo la prima guerra mondiale vi fu un periodo di pace in Europa, detto primo dopoguerra; sono gli anni successivi alla fine della prima guerra mondiale, cioè dal 1918 al 1939, anno di inizio della seconda guerra mondiale; furono anni di pace e di ricostruzione. Nel 1922 Benito Mussolini accetta l'incarico di formare un nuovo governo e di chiedere l'approvazione in parlamento, sia alla Camera dei deputati sia al Senato. Il 16 novembre del 1922 ottiene la fiducia, cioè l'approvazione del suo governo, sia alla Camera e sia al Senato. La pace genera progresso, sviluppo, benessere.
Questi anni, dal 1922 al 1939, sono stati gli anni migliori per l'Italia, l'Europa, il mondo. Sono gli anni della globalizzazione; il potere non appartiene più al singolo stato, né al singolo re, né al singolo primo ministro, né al singolo partito. Il potere è diffuso; vi sono lobby o interessi internazionali che travalicano le nazioni e gli interessi nazionali. Queste lobby sono superiori agli stati e ai governi. Tipico esempio di questi anni è la lobby dei cercatori di oro, cioè coloro che lavorano nelle imprese minerarie e la produzione dell'oro. L'Italia è leader in questo campo in questi anni; i suoi minatori sono apprezzati nel mondo e soprattutto in Australia. Al comando di questa lobby vi è un ingegnere minerario, uno sconosciuto Herbert Hoover. E se la lobby dei produttori di automobili sta per assumere il potere internazionale egli è in grado, con il suo oro, di causare una crisi mondiale, proprio quella del 29 ottobre 1929, ricordata come "martedì nero", diventare Presidente degli Stati Uniti di America, dare un corso diverso alla storia, con guerre mondiali o globali, come la seconda guerra mondiale. In questa ottica vanno visti gli eventi storici in Italia dal 1922 in poi. Il re Vittorio Emanuele 3°, il capo del governo Benito Mussolini, i partiti al governo e buona parte del popolo italiano in questi anni danno il loro contributo positivo agli eventi storici. L'alternativa a questo progresso era la fame che avrebbe causato la eventuale vittoria del comunismo in Italia e nel resto del mondo. La teoria idealista del comunismo è di tipo conservatore non progressista, come alcuni sostengono; cioè essa vuole un blocco degli eventi storici e del progresso; essa vuole una povertà per tutti, piuttosto che accettare le leggi della natura che consentono la vita ad un cespuglio di 10 centimetri sotto una quercia od un ulivo di 10 metri, cioè la pacifica convivenza del povero con il ricco.
Il progresso in questo primo dopoguerra si ha in tutti i rami economici; in campo automobilistico vi era la fabbrica detta FIAT, fondata a Torino già dal giorno 11 luglio 1889 e la fabbrica detta Lancia fondata a Torino il 29 novembre 1906. Anche se le date possono trarre in inganno, la FIAT nasce come operazione finanziaria su maestranze automobilistiche di Lancia. Lancia produceva sia automobili sia veicoli militari blindati nella prima guerra mondiale; il modello lambda ( l ) della Lancia veniva presentato nel 1922 nei saloni di Parigi e Londra; questo modello viene venduto in Italia ed esportato anche all'estero. Altro modello di successo fu Aprilia, costruito nel 1936.
La FIAT costruisce lo stabilimento del Lingotto nel 1923. Giovanni Agnelli Senior, diverso dal nipote Gianni Agnelli Junior, in questi anni ha l'intera proprietà di FIAT, è senatore della repubblica, controlla il quotidiano "La stampa". La FIAT ha anche stabilimenti produttivi negli Stati Uniti e in Russia. Nel 1932 viene presentato il modello 508 Balilla, prodotto in circa 100.000 esemplari; nel 1936 produce la 500 detta topolino, prodotto in circa 500.000 esemplari.
La FIAT produceva anche aerei da caccia, come il C.R. 20 nel 1927, dove la C. significa "caccia", cioè aereo tipo caccia e R. sta per Rosatelli, cioè l'ingegnere Celestino Rosatelli, progettista dell'aereo; altro aereo da caccia era il C.R. 42 del 1939.
L'industria dei filati e dei tessuti si espande in questi anni; tipica nel 1931 l'industria tessile Marzotto con 3500 dipendenti, che usava già turbine e motori elettrici alimentati dalla centrale idroelettrica di Recoaro, nel Veneto. Il quei tempi i parlamentari erano anche persone preparate e svolgevano un ruolo sociale. Nel partito liberale di allora diversi componenti erano anche industriali e si impegnavano direttamente nel sociale. Attorno alle fabbriche costruivano residenze ed edifici per gli operai, cioè delle piccole città. Le industrie erano meccanizzate ed elettrificate, la produzione avveniva in serie, secondo le migliori tecniche del tempo.
L'ingegnere Camillo Olivetti aveva già costruito nel 1908 una fabbrica per la produzione di macchine da scrivere ad Ivrea, in Piemonte; essa utilizzava torni automatici e macchine fresatrici. Lo stesso ingegnere Camillo Olivetti, nella zona di Monza in Lombardia, aveva costruito la CGS, una fabbrica di strumenti elettrici e trasformatori elettrici.
Il 24 ottobre 1924 viene costituita a Roma la società SET ( Società Esercizi Telefonici divenuta in seguito SIP e poi TELECOM); essa aveva avuto dallo Stato la concessione dell'esercizio telefonico. A seguito della crisi del 1929, nel 1933 fu costituito in Italia l'istituto governativo IRI ( Istituto Ricostruzione Industriale ), esso aveva lo scopo di evitare il fallimento di molte banche italiane e la chiusura di diverse industrie. L'IRI era da una parte istituto finanziario che si procurava i capitali con la garanzia dello Stato, dall'altra parte era un ente industriale che assorbiva industrie in crisi e creava nuove industrie. Le industrie dell'IRI erano di tipo strategico, cioè industrie di armamenti, telecomunicazioni, energia elettrica, industrie siderurgiche cioè ferro e metalli, industrie navali, industrie aeronautiche.
Riguardo all'IRI occorre distinguere due periodi politici diversi, uno liberale, o di destra, dal 1933 al 1960, ed uno comunista, o di sinistra, dal 1960 al 2002, anno della sua chiusura. Nel periodo liberale l'IRI, guidata inizialmente da Alberto Beneduce dal 1933 al 1939, produceva utili nel suo complesso, cioè investiva i capitali dello Stato in industrie molto grandi, che il privato non poteva assolutamente costruire, le industrie vendevano, davano lavoro, pagavano tasse, ricavavano utili o profitti, che ritornavano allo Stato. A partire dagli anni 60 viene meno l'ideologia liberale e subentra l'ideologia comunista sostenuta da Giuseppe Petrilli, presidente dell'IRI per conto del partito DC ( Democrazia Cristiana ). Tale ideologia comunista porterà interventi in settori non strategici e continui debiti per IRI e per lo Stato, fino alla chiusura dell'IRI nel 2002.
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